L’amore a distanza. Infoterapia con anziani
L’amore a distanza
Infoterapia in casa di riposo
Tratto da Federico Berti
Gli anziani raccontano
Fan più furore quelli che stan divisi
Interviste in casa di riposo
“Oggi siamo arrivati a un livello che fanno più furore quelli che stanno divisi piuttosto che uniti. Nel periodo della guerra anche mio marito è stato lontano, Africa Orientale, Albania, Germania, Fronte Alpino, Francia, in conclusione le fece tutte, sempre via. Eravamo fidanzati, ci si scriveva delle lunghe lettere, quando ritornò ne aveva tante, disse allora: sai che si fa? Gli si dà fuoco: non si voleva tenerle per paura le leggessero altri. Quattro o cinque lettere a settimana, manca poco tutti i giorni, avevamo fiducia uno nell’altro, sicuri che ci si sarebbe ricongiunti. Oddio per ragioni di guerra o che uno lo deve fare per forza è un conto, ma se poi diventa una scelta per me non va: così non sta unita la famiglia, vogliono stare separati ma i figlioli han bisogno di tutti e due, no uno in Africa e l’altro in Australia! Tu pensa anche gli attori van via ma per un periodo, poi tornano. Guadagnan tanto loro, un po’ si portano via i bambini finché non vanno a scuola, ma poi divorziano pure, hanno tre o quattro matrimoni sulle spalle: non li invidio per nulla. C’è quello dei beni culturali dice ama più la sua donna da quando è sempre in giro: ha tre figli con tre donne diverse e non è sposato. Oggi si vive in un altro mondo, non si può paragonare: ai miei tempi 9 anni eran già donnine! Ho sentito storie di emigranti. Se vogliono stare lontani per scelta e non per obbligo, vuol dire che s’è già rotto tutto fra loro, non si amano davvero pensano solo alla sua libertà, divertirsi come gli piace. Non creano niente di buono, il pasticcio più brutto è è che poi dopo essere stati una vita a giro si ricordano di avere avuto una famiglia, ritornano a casa. Quelli che non vogliono prendere impegni, non danno nulla per la società.
“Quando sei vecchio la solitudine è brutta, io per esempio ho perso il marito a trent’anni e m’è mancato, però con un figlio ho trovato la forza di superarla e mi ha compensato. Poi ho perso anche lui e mi sono sentita quasi abbandonata, anche avendo tanti amici come ne ho, ma mi manca il calore di una famiglia. Tanto, anche. Quando ci si trova in una casa di riposo, ci si sente un po’ soli. E’ vero che la situazione è dura, il precariato, l’incertezza, però ai nostri tempi era peggio, non s’aveva nulla! Un altro spirito di sacrificio che ora manca, voglio dire l’amore permette di superare tutto. Non state divisi, cercate di volervi bene, andare d’accordo e aiutarvi nella vita. Mio papà era emigrato, veniva due volte all’anno, natale e pasqua, io avevo una soggezione perché era molto autoritario, non vedevo l’ora che ripartisse; lavorava a Olten nella Svizzera interna, come muratore, poi siccome era bravo in disegno l’han passato capomastro. E’ ritornato in Italia quando mi sono ammalata a 15 anni, allora ha fatto una piccola impresa e l’ha portata avanti; quando è rientrato siamo rimasti uniti per sempre. Dopo usciva la sera per andare al circolo un’ora mica tanto e quando tornava portava sempre il gelato alla mamma. L’amore a distanza può durare se il sentimento è vero, ma non se è un’avventura. Il mio fidanzato era richiamato, quindi è venuto poi a casa mia ma l’ho visto cambiato, come un estraneo, forse dal brutto che ha passato, bisogna capirlo. Allora me 18-19 anni gli dissi che non volevo ancora impegnarmi, lui poveretto non che facesse cose sbagliate ma volevo sentirmi ancora libera, e del resto non era più lui. Non era lo stesso di quando partì. L’amore aggiusta tutto, il marito di mia figlia lavorava nelle Filippine e lei l’ha seguito con le due bambine, siamo andati due volte anche noi pensa hanno fatto la prima comunione là, che poi mia figlia prese i vestiti qua in Italia, che là li vestono ma a modo loro. Poi non capivo la lingua, han detto la messa in inglese! Rientrato in Europa ora stanno in Germania quattro anni, ho rinunciato all’infanzia delle nipotine. Un po’ è dura perché adesso qua sono veramente sola, ma la vita bisogna saperla affrontare anche nelle difficoltà”.
Tratto da Federico Berti, Gli anziani raccontano