Il vecchio della montagna. Allievi e maestri. Poesia, cantastorie.

San Cristoforo, Cima da Conegliano, sec. XVI
Cima da Conegliano, San Cristoforo e Gesù, sec. XVI

Il vecchio
della montagna

Poesia di
Federico Berti

C’era una volta un giovane arrogante
pieno di supponenza e presunzione
che sulla gobba andava in processione
a un vecchio dal bastone tremolante.
Disse un volta: “Quanta strada ho fatto,
quante foreste oscure ho traversato
montagne inospitali scavalcato”
rispose l’altro al giovane distratto:
“Quand’eri in fondo all’insidiosa valle
come un bambino in cerca d’avventura
tu camminavi sopra le mie spalle.
Ora che la tua mano è più sicura
non trastullarti dietro alle farfalle
e dammi prova della tua statura”.

Questa satira s’ispira solo in parte al mito di San Cristoforo che trasportò il bambino Gesù dall’altra parte d’un fiume, in realtà è dedicata a tutti quegli allievi che si riparano dietro l’ombra dei loro maestri senza prendersi la responsabilità di crescere, diventare adulti e prendersi le responsabilità della propria arte. Chi ha avuto la fortuna d’incontrare insegnanti capaci, può sentirsi in qualche modo un privilegiato rispetto agli altri e prendersi gioco del mondo osservandolo con supponenza dalle spalle del gigante. Ma il proprio tempo arriva per tutti, i nostri modelli di riferimento invecchiano e viene il momento di dover mettere in pratica quello che da loro s’è imparato: non basta avere dei buoni maestri, bisogna dimostrarsi anche dei buoni allievi e questo non c’è scuola che possa trasmetterlo. La morale della poesia non vale solo per gli artisti, ma per tutti i figli che vivono adulti all’ombra dei genitori e non si decidono a ‘diventare grandi’.

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