L’incontro di re Mancorta e la Donna ragno sul fiume Pattolo. La Tartufa di Venere, Ep.II. Leggenda, poesia.

L’incontro di Re Mancorta a bagno nel fiume Pattolo con Aracne, la donna che fu tramutata in un ragno per aver osato sfidare Athena nell’arte della tessitura. Scarica qui il poster di questa illustrazione.

L’incontro di
Mancorta e Aracne

La Tartufa di Venere
Episodio II

Poesia tratta
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Nei pressi dell’antica città di Sardis, re Mancorta cerca l’oro nel fiume Pattolo, immergendovi la pelle d’un caprone affinché le polveri dorate possano impigliarsi al pelo del mantello. Leggi l’episodio precedente.

VI.
Nel fare queste considerazioni
sbuffava come demone gradasso
scrutando nelle quattro direzioni
e vide un grosso ragno sopra a un sasso.
“Schifosa bestia, quali le intenzioni
con cui mi volgi quel sorriso grasso?
Ora t’insegnerò che non è vano
le insegne rispettare del sovrano!”.

VII.
Così dicendo, prese nella mano
l’erculea clava sollevando il braccio,
e avrebbe fatto un gesto disumano
schiacciando il corpo di quel poveraccio.
Ma ecco sul più bello che il villano
sentì una voce trarlo dall’impaccio:
“Signore dal diadema risplendente
vi supplico di essere clemente…”.

VIII.
Una fanciulla a bagno nel torrente
più bella di qualsiasi principessa
guardando in basso gli parlò umilmente
con voce assai garbata e sottomessa.
“Nell’animale vive certamente
l’anima di un’antica dottoressa
esperta nel cucire e ricamare
che Pallade nell’arte osò sfidare”.

IX.
“La presunzione sua dové pagare:
vinta la gara, venne tramutata
in quest’insetto dedito a filare
la tela in cui rimane imprigionata.
La bestia che intendete giustiziare
è ciò che resta d’una mia antenata,
se la conserverete ancora in vita
ne avrete ricompensa assai gradita”.

X.
Mancorta a lei: “Conosco la partita
per me gli Olimpi han già passato il segno,
ne ho riportata più d’una ferita
e prima o poi dovrà caderne il regno.
Ma la richiesta vostra è molto ardita
da valutarne specialmente il pegno:
parlate chiaro, siate meno incerta
e ditemi qual’è la vostra offerta”.

XI.
Sulla montagna sterile e deserta
quel profumato fiore di conchiglia
la sua beltà mostrò tutta scoperta
nel dondolare ignuda la caviglia.
“Vi lascerò la porta sempre aperta
per ogni desiderio che vi piglia
da me potrete aver, non dubitate
qualsiasi cosa voi mi domandiate.

(Continua)

Video lettura dell’episodio:

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Primo Libro:
“Il Re Somaro”

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