Artisti di strada e suolo pubblico. Suonare nelle zone ‘liberate’. Il caso di Pierpaolo Iermano. Osservatorio Street Art.
Street Jungle
Artisti di strada e
zone ‘liberate’
Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti
Mi è stato sottoposto da un lettore il caso del suonatore di strada napoletano Pierpaolo Iermano, che la settimana scorsa è stato multato per 1000 euro sul lungomare di Napoli in un’area teoricamente ‘liberata’, ovvero disciplinata dal nuovo regolamento per l’esercizio dell’arte di strada.
PIERPAOLO IERMANO
La disavventura dell’artista napoletano che ho ascoltato personalmente al telefono qualche giorno fa, è descritta in modo già molto dettagliato dai compagni di Fanpage, consiglio vivamente di leggere l’intervista per capire cos’è accaduto all’artista di strada multato per 1000 euro sul lungomare ‘liberato’ di Napoli, le notizie riportate da Valerio Papadia sono complete e confermate dal diretto interessato, direi di tralasciare quindi la parte informativa per la quale rimando all’articolo, dedicando piuttosto un momento di riflessione al senso di quanto accaduto: non parliamo infatti di un busker improvvisato, ma di un artista che trent’anni fa ha iniziato proprio dalla posteggia davanti ai ristoranti, alla quale è tornato di recente dopo aver subito un intervento alle corde vocali. La strada è molto cambiata dagli anni ’80 e gli episodi nei quali s’è trovato coinvolto, di cui ha riferito i dettagli nell’intervista da noi segnalata, sono rappresentativi di una crisi profonda.
In primo luogo l’artista di strada napoletano è stato multato per non aver presentato il certificato di conformità all’impatto acustico del proprio equipaggiamento, cosa in teoria non prevista dal regolamento dei suonatori di strada in cui si rimanda all’articolo 3 della legge 447/95 sull’inquinamento acustico, dove si disciplinano le attività temporanee come spettacoli e concerti rispetto ai piani di zonizzazione acustica fissando il limite di pressione sonora a circa 80 decibel, più o meno il rumore che può fare un grosso camion alla distanza di un metro dal nostro orecchio. Il problema sollevato da Pierpaolo Iermano è che nessuno ha misurato le emissioni dal suo amplificatore, gli è stata semmai contestata la mancanza di una certificazione: come vedremo più avanti il problema è politico prima che giuridico. Suonare nelle zone ‘liberate’ non è insomma semplice come sembra, anche nel caso in cui il suo ricorso venga accettato, quel tratto di lungomare in cui aveva tentato di aprirsi uno spazio è di fatto per lui al momento off limits e tanto basta a chi voleva tenerlo lontano dal proprio plaeatico, comunque vada a finire. Anche risolvendo il problema della certificazione o annullando quel verbale, è il metodo che noi dobbiamo imparare a riconoscere: un domani si potrà chiamare fiscalità, responsabilità civile, tesserino, piattaforma, sicurezza, il risultato sarà sempre lo stesso. Prima te ne vai, poi ne parliamo…. (Continua a leggere)