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Artisti di strada, le reazioni del pubblico e la ‘quarta parete’ del teatro. Coinvolgimento o manipolazione?

Le reazioni
del pubblico

Coinvolgimento o
manipolazione?

Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti

Uno degli aspetti forse più interessanti della street art è la mancanza di mediazione fra l’artista e il pubblico: non troverai nessuna protezione, nessun sipario a tutelarti, nessun camerino a ristorarti, nessuna produzione a orientarti. Sei tu stesso parte del pubblico e questo da un lato può rappresentare un’occasione di addestramento, dall’altra è indispensabile interpretare correttamente le reazioni di chi abbiamo davanti. Ne parleremo in questo articolo. Iscriviti ai feed del sito per ricevere aggiornamenti, seguimi nei social o mandami un messaggio privato. La quarta parete è quella sorta di schermo immaginario che separa per convenzione l’attore sul palco dal pubblico in platea, una cosa che ai tempi di Shakespeare non se la sognavano nemmeno dato che gli spettatori sedevano sul palcoscenico e conversavano tra loro durante lo spettacolo. Col passare degli anni il rituale della rappresentazione ha messo il pubblico sempre più in secondo piano, separando in modo più radicale il luogo degli attori da quello del pubblico e così è nata quella che a partire dal teatro borghese del ‘700 verrà chiamata ‘quarta parete’ usando un’espressione resa popolare dal poeta e drammaturgo francese Denis Diderot. Quest’idea della quarta parete attraversata non è priva di fascino e rimane almeno a parole uno dei capisaldi per molti artisti di strada, ciò nonostante nella realtà la tentazione di tornare all’impostazione frontale del teatro borghese è forte, siamo spesso portati a interpretare in modo unilaterale questo tipo di apertura creando o come dire ‘incanalando’ i possibili interventi del pubblico in un imbuto che lascia loro poche alternative, come lo storyboard di un videogioco in cui le opportunità d’interazione sono limitate e comunque richiedono una guida da parte di chi ha disegnato lo scenario: così avviene quando per esempio invitiamo qualcuno a giocare con noi, portandolo dentro un spettacolo modulare, preordinato anche in funzione della variabile improvvisativa, nel quale avrà naturalmente una libertà limitata di esprimersi, lasciando all’ artista di strada l’incombenza di ‘rimbalzare’ su una rosa di proposte limitate ad alcune azioni ricorrenti. È un esercizio potente ma come vedremo non può bastare quando siamo sulla strada a piazza ‘morta’, ovvero al di fuori di qualsiasi rassegna organizzata: in quel tipo di contesto non solo il pubblico attivo e consenziente attraversa il nostro cerchio, come vedremo tra poco. Tutte le reazioni vanno prese in considerazione, non solo quelle che esaltano il nostro entusiasmo creativo, ma anche quelle che lo mettono in discussione… (Continua a leggere l’articolo)

Tratto da F. Berti
“Gli artisti di strada
non sono mendicanti”

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