Rivoluzioni colorate e operazioni false flag.

Rivoluzioni colorate e operazioni false flag.

Rivoluzioni colorate
e operazioni false flag

Perché sono proibite dalla
Convenzione di Ginevra

Articolo di Federico Berti

Nel panorama geopolitico contemporaneo, il termine ‘rivoluzioni colorate‘ è diventato sempre più rilevante. Questo concetto si è affermato in modo significativo durante la crisi in Ucraina del 2004 e successivamente nelle polemiche legate alla guerra in Siria, per tornare nell’agenda setting dei mass media con la guerra sul fronte orientale che va avanti dal 2014. Ma cosa sono nel concreto le rivoluzioni colorate? Il termine si riferisce a una serie di movimenti politici, proteste popolari e azioni collettive che si propongono di imporre un cambio di regime attraverso mezzi pacifici e mobilitazioni di massa, operazioni che però non nascono da una volontà popolare ma vengono orchestrate da una regia non manifesta, attraverso il finanziamento illecito di associazioni culturali, organi stampa, intellettuali dissidenti, squadre di provocatori e gruppi paramilitari. Le rivoluzioni colorate condividono una strategia comune basata su proteste non violente, che portano però in ultima analisi a conflitti violenti quando il cambio di regime avviene.

Le teorie alla base delle rivoluzioni colorate ruotano attorno all’idea che le elezioni governative in un paese possano essere in qualche modo influenzate dall’esterno e che le forze dell’opposizione possano utilizzare la mobilitazione pacifica per ottenere cambiamenti democratici. Queste proteste sono spesso sostenute da organizzazioni non governative (ONG) e da finanziamenti internazionali che con il pretesto di promuovere la ‘democrazia’ finiscono per tutelare in realtà i propri interessi geopolitici entro un determinato territorio d’interesse strategico. Sebbene il teorico fondamentale Gene Sharp sostenesse di poter ottenere in questo modo cambiamenti di regime nei paesi totalitari minimizzando l’uso della violenza e le vittime che ne conseguono, in realtà l’ultima fase di una rivoluzione colorata è comunque una guerra combattuta con armi convenzionali. Per questo motivo le rivoluzioni colorate non sono prive di controversie. Alcuni governi accusano le potenze straniere di interferire nei loro affari interni, sostenendo che tali proteste siano orchestrate dall’esterno per destabilizzare i regimi esistenti. Ad esempio, il governo russo ha affermato che la Rivoluzione Arancione in Ucraina del 2004 sia stata orchestrata dagli Stati Uniti per influenzare il corso degli eventi in un paese confinante.

Il caso dell’Ucraina nel 2014, quando le proteste pacifiche si sono trasformate in un conflitto armato nell’est dell’Ucraina, è emblematico del problema sollevato dal ricorso a questo tipo di strategie non convenzionali, nel quadro della cosiddetta guerra asimmetrica. Ciò ha alimentato le critiche nei confronti di queste strategie di guerra non convenzionale paragonate alle operazioni ‘false flag‘, sostenendo che possono avere conseguenze impreviste e destabilizzanti. Quando si parla di falsa bandiera, ci si riferisce a situazioni in cui un gruppo o un governo portano avanti un’azione militare o un atto terroristico progettato in modo tale da far credere all’opinione pubblica che sia stato compiuto da qualcun altro, spesso per giustificare l’uso della forza o influenzare le scelte politiche in quel paese e nella comunità internazionale, come avviene sempre più spesso con il ricorso ai cosiddetti foreign fighters. Tali operazioni sono proibite dalla Convenzione di Ginevra, che stabilisce le norme per la protezione dei civili in tempo di guerra.

Il divieto del governo indiretto e delle operazioni ‘false flag‘ dovrebbe servire per evitare abusi e manipolazioni durante i conflitti armati. Il principio fondamentale è che le parti in conflitto debbano essere chiare e trasparenti riguardo alle loro azioni e responsabilità, al fine di proteggere i civili e prevenire la disinformazione. In conclusione, le rivoluzioni colorate rappresentano solo teoricamente un approccio pacifico al cambiamento politico, ma sono soggette a controversie e critiche spesso legate a accuse di interferenze esterne, e portano comunque a soluzioni violente nelle controversie internazionali. Il divieto delle operazioni false flag sottolinea l’importanza della trasparenza e della responsabilità nelle operazioni militari e nei conflitti internazionali. L’analisi di queste tematiche solleva importanti questioni riguardo all’equilibrio tra aspirazioni democratiche e stabilità geopolitica nell’arena globale.

Le rivoluzioni colorate

Poesia di Federico Berti

Affidati al buon senso in queste cose:
Lo vedi? Il sangue scorre in ogni luogo,
le folle sollevando minacciose,
tra fuoco e fiamme divampando rogo!

Ribelli scelti piantano la tenda
son ben armati, in ordine schierato,
come un sicario l’ordine che attenda
protetto dai nemici dello Stato.

Usa il cervello, boia d’un cretino
Son quattro gatti di sobillatori
al soldo dell’autentico assassino.

Ben addestrati, questi malfattori
fan gola a chi gli prude il soldatino,
è il vecchio stile dei conquistatori.

Bibliografia

  • A Castelli, Critica alla guerra umanitaria
  • Boeckh-Vokl, Ucraina, dalla rivoluzione rossa all’arancione
  • Filiu-Pomes, La primavera araba
  • Leone- Noury. Srebrenica, la giustizia negata. Pref. M. Ovadia
  • P. Messina, Il cuore nero dei servizi
  • E. Perucchietti, Sotto falsa bandiera
  • F. Pichon, Siria, perché l’Occidente sbaglia?
  • Gene Sharp, Azione non violenta
  • Gene Sharp, Dalla dittatura alla democrazia

Canti politici


Anonimo, E quei briganti neri
Lorenzo De Antiquis, Ricordando Garibaldi
Federico Berti, Fantasmi in galleria
Federico Berti, Cà dei Santoni
Federico Berti, L’eccidio di Roncastaldo
Federico Berti, Fame e Pellagra
Federico Berti, Kabul
Federico Berti, Tehran
Federico Berti, Tutti in galera
Federico Berti, Naufragio a Pylos
Pietro Gori, Addio Lugano Bella
Pietro Gori, Alla conquista dell’Avvenire
Pablo Neruda, Araucaria

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi