Il bacio di Sant’Anna e l’istruzione di Maria bambina

Il bacio di sant’Anna

Poesia di Federico Berti

Un solo bacio onesto e innamorato
fu la semente che portava il vento,
quel corpo suo maturo ha fecondato
che al sommo bene preparò l’avvento.
Speranza di giustizia e di riscatto,
raccomandò all’amata discendenza
dell’ignoranza vincere il ricatto
e coltivar l’altissima sapienza.
La presentò agli anziani sacerdoti
esperta nel ricamo e la scrittura,
Immacolata dalle tante doti.
Quell’onorata donna di cultura
cui molti s’inchinarono devoti
e portò in grembo tutta la natura.

LA LEGGENDA DI SANT’ANNA

Sant’Anna è la madre della Vergine Maria, questo lo san tutti. E’ anche protettrice delle donne infeconde che a lei si rivolgono domandando la grazia d’un figlio, secondo la tradizione cattolica lei stessa rimase in cinta quando l’età fertile si riteneva ormai passata: Gioacchino la fecondò con un bacio, aveva più di cinquant’anni. Questo il mito come viene tramandato sorvolando spesso la parte più interessante della storia: l’educazione della Vergine presentata agli scribi del tempio ancora bambina e avviata allo studio delle le lingue, della letteratura, della teologia, delle arti. La piccola Maria di Nazareth viene raffigurata nei dipinti ancora bambina con una penna d’oca in mano e uno o più libri, attributi questi che l’iconografia riserva alle donne d’intelletto. Nella poesia si vuole ricordare questa parte della storia di Sant’Anna, perché fu lei a prendersi cura dell’educazione di sua figlia, una donna destinata a non sottomettersi ad autorità di padre, fratello maschio o marito, ma solo al volere del cielo e a quelle ‘voci’ che presto avrebbe iniziato a sentire dentro di sé. Invochiamo dunque la sua figura a benedizione di tutte quelle madri che non si accontentano d’una figlia ‘sistemata’ ma esigono da lei rispetto per sé stessa, consapevolezza, volontà. Un obiettivo più alto.

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