Sogno dei coccodrilli nel prato e della gita campestre
Il sogno
- Eravamo in un grande prato, forse in un parco pubblico. Non ricordo se il luogo si trovasse in città, o in un più ampio parco naturale, però mi ricordo che eravamo in tanti, una sorta di gita in campagna collettiva. Seduti nel prato, alcuni sparsi tutt’intorno nell’erba, altri riuniti sotto un ‘ampia tettoia coperta al centro della quale vi era una sorta di fontana con dell’acqua limpida, non stagnante ma alimentata da una sorgente (non ricordo se naturale o artificiale). Se ci ripenso vedo intorno a me abiti leggeri da campagna, zaini, borse da escursione, persone allegre, serenità, qualcuno sonnecchia al sole con la nuca poggiata sulle gambe di qualcun altro. E’ un bel mattino di primavera, sole pieno ma non un caldo fastidioso, il prato fiorito di margherite, tarassaco, altri fiori lontani tra rosso, lillà e rosa.
A un certo punto, mentre sono in amabile conversazione sdraiato nell’erba penso tra me che da qualche parte potrebbe nascondersi qualche serpe velenosa, è in quel momento che voltandomi vedo la coda di un coccodrillo scorrermi a poca distanza, forse un metro, e tirare oltre inseguendo un altro animale. Sarà lungo non meno di quattro o cinque metri e si muove regolare sul prato come se nuotasse nell’acqua, senza scatti, senza curarsi di noi. Non si direbbe una minaccia. Guardandomi intorno, ne vedo altri nell’erba. Si muovono tutti nella stessa direzione, che in effetti, dettaglio curioso, è la direzione verso cui sono tutti voltati senza un motivo particolare, non li vedo infatti disposti in circolo i gitanti, ma nell’ordine in cui si disporrebbero su una scalinata, o sopra un pendìo in declivio, nonostante il prato sia con ogni evidenza in pianura.
Ricordo che mi premuro di avvisare tutti del pericolo, invitando a non perdere la calma, perché tutti questi coccodrilli, che ora scorgo davvero numerosi, non sembrano ostili. Non si curano di noi, non danno l’impressione di essere minimamente interessati alla nostra presenza, a quanto pare corrono dietro ad altri animali selvatici, sempre con questa andatura regolare come se nuotassero nell’erba, tutti alla stessa velocità. Ogni tanto li vedo azzannare una lepre o un cucciolo di capriolo, trascinando la loro preda lungo l’incessante cammino, scorrono sull’erba come le onde di un fiume. Dobbiamo allontanarci da questo luogo, non sia mai che si accorgano di noi o che inizino a vederci come possibili alternative per il loro pasto.
Nel gruppo serpeggia il panico, sento grida di disperazione, un’ agitazione generale, tutti si alzano in piedi per scappare ma siamo circondati da questi grandi coccodrilli che proseguono indisturbati nel loro lento incedere. Attraverso la fontana che si trova sotto alla grande tettoia, simile a un fienile o a una pista da ballo all’aperto, attraverso l’acqua che mi arriva si e no a metà caviglia, vi sono dentro dei pesci anch’essi carnivori e predatori, grandi forse mezzo metro, settanta centimetri buoni, numerosi e in branco, i quali non appena metto piede nell’acqua si aprono al mio passaggio nuotando in cerchio, penso a non indugiare un secondo approfittando del loro smarrimento, mentre vedo il cerchio del loro moto circolare stringersi lentamente, getto un occhio di lato e mi accorgo che sto correndo nella stessa direzione dei coccodrilli che proseguono ad avventarsi sulle loro prede animali, sempre senza curarsi di noi.
L’aspetto forse più curioso e interessante del sogno, è la mia totale assenza di agitazione, non mi sento minimamente scosso dalla paura. Mi limito a osservarli con distacco, per intuirne le intenzioni dal comportamento e reagire di conseguenza, ponendomi come obiettivo di allontanarmi da quel luogo il prima possibile, invitando gli altri che sono con me a fare lo stesso e tranquillizzandoli perché non abbiano reazioni irragionevoli, irritando gli animali. Quello potrebbe essere il vero pericolo, ma penso tra me che proprio per questo il primo a mantenere la calma devo essere proprio io, in quanto l’ansia di ognuno finirebbe per alimentare quella di tutti gli altri. Mi sveglio nel pieno della notte, ma non sono agitato. Semplicemente penso tra me, è un bel sogno, devo affrettarmi a trascriverlo prima che ne svanisca il ricordo.
Sognare un prato fiorito
Nella tradizione della Smorfia napoletana sognare un prato verde nel quale piacevolmente giacere, si associava a un tempo da dedicare a sé stessi, o a un invito gradito. Se fiorito, illusioni e speranze vane, impegni inutili da cancellare. Gli animali che vi comparissero, sorprese in arrivo. Riposare o dormirvi sopra, vita serena e tranquilla ma anche un possibile rovesciamento di situazione o sperpero di denaro. Nella psicoanalisi archetipica, si associa il prato a un simbolo di morte e rinascita interiore, a una calma apparente che può nascondere il suo rovescio: ansia, agitazione, desiderio di tranquillità inappagato. Se lo spazio è molto ampio, l’apertura di nuovi orizzonti. Anche il solo pensarvi dei serpenti, può indicare dubbi, esitazioni, minacce alla propria felicità, ai propri sogni e speranze che emergono.
Sognare una scampagnata
Sognare una scampagnata con molte altre persone veniva associato nelle tradizioni onirocritiche a piacevoli avvenimenti, ma anche a piccoli contrasti. La fontana è generalmente un simbolo di buona salute e nuovi progetti, specialmente se l’acqua è pulita e limpida, ma anche preoccupazioni per l’avvenire. Attraversarla bagnandovisi i piedi può indicare un momento di transizione, il passaggio fra un prima e un dopo, ma anche possibili perdite, un desiderio di riconciliazione. La primavera in sogno indica quasi sempre una buona novella.
Sognare dei coccodrilli
Sognare dei coccodrilli si associava nella cabala dei sogni a persone poco fidate che abbiamo intorno, inganni in arrivo se ne siamo inseguiti, possibile disagio fisico o malattia se li vediamo mangiare, momenti di imbarazzo se ne vediamo la coda, ma sono generalmente più pericolosi in acqua che nel prato, dove indicano per lo più nubi passeggere che si addensano nella nostra vita. La psicoanalisi li associa ad aspetti profondi e primordiali della nostra anima, istinti primari che riaffiorano, accompagnati da aggressività e ferocia. Nella mitologia egizia il coccodrillo era un guardiano dell’oltretomba, che divorava le anime indegne. E’ un simbolo di distruzione e morte, malvagità, falsità, inganno, una creatura che emerge dalle acque profonde ma può camminare anche sull’erba, portando il caos primordiale nel mondo dei vivi. Se i coccodrilli sono molti, il pericolo è da moltiplicarsi ma vederli incedere tutti alla stessa velocità in sincrono, può indicare semplicemente la morte che avanza e non guarda in faccia a nessuno, travolge chiunque si frapponga tra lei e il suo cammino. Malattie, incidenti, imprevisti, pericoli di morte che si nascondono ovunque e tentiamo di evitarli per non caderne vittima.
La calma nei sogni
Sognare di essere calmi o mantenere la calma in condizioni di pericolo, si associava nell’oniromantica antica a responsabilità in arrivo, ma anche a sogni irrealizzabili, possibili avventure se esortiamo altre persone a mantenere la calma. Essere calmi di carattere può indicare il suo opposto, un temperamento non riflessivo ma istintivo e nello stesso tempo un’opportunità sul lavoro, un dispiacere da superare, una ferita da rimarginare.
Nel complesso questo sogno sembra voler indicare eventi luttuosi, infausti, che irrompono nella nostra vita, ma non si abbattono direttamente su di noi. E’ l’implacabile violenza della natura, la falce della morte che recide qualcuno a noi caro, mentre noi possiamo solo restare a guardare impotenti, cercando di mettere in salvo noi stessi, mantenere la calma, non lasciarsi prendere dal panico, dall’ansia. Asperità in arrivo, responsabilità che gravano sulle nostre spalle. Il sole, il prato, i fiori, l’acqua cristallina, indicano comunque una serie di condizioni favorevoli nella nostra anima, che lasciano presagire l’essere pronti ad affrontare le avversità, il preoccuparsi del prossimo una posizione generalmente positiva rispetto al consesso umano. Prepariamoci ad affrontare il peggio, in modo che passi oltre senza colpire direttamente noi e i nostri cari.