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Sogni e numeri. La pace è nella mano di colui che spara. Responso, commento.

Il figlio del nemico

Sogni e numeri
a cura di Federico Berti

Il sogno di oggi

“Mi trovo insieme ad altre persone rifugiato in un gran palazzo disabitato, prima nelle stanze semivuote e disordinate, poi sul terrazzo. Siamo da qualche parte nel Medio Oriente, nel pieno di un conflitto a fuoco tra ebrei e mussulmani, è una situazione molto pericolosa in cui si uccide senza starci a pensare sopra due volte, nel mio caso non appartengo all’uno o all’altro schieramento, sebbene le persone con cui mi trovo nascosto siano tutte di fede islamica e lingua araba, penso tra me che chiunque potrebbe spararmi se mi trovasse qui, indipendentemente da che parte stia combattendo. Non dipende dalla bandiera che porta, ma da cos’ha nella testa, mi dico. Salvarmi o morire è solo questione di fortuna, a un certo punto mi accorgo dalle voci in lontananza che siamo stati individuati, non capisco bene cosa stiano dicendo ma è chiaro che ci hanno scoperti; mi trovo sdraiato in terra su questo terrazzo, in parte ricoperto da tavole e teli che erano appoggiati là prima del mio arrivo, dentro di me penso che devo solo fingermi morto, non ho altra scelta. Mi aspetto da un momento all’altro lo sparo che porrà fine alla mia esistenza in questo mondo, ma non ho paura, sono solo molto concentrato a non dare alcun segno di vita. Il colpo non arriva, sono salvo. Siamo salvi, penso tra me. Non dipende dallo schieramento, ma dalla persona che hai davanti. Quasi a conferma di questo mio pensiero, incontriamo altri fuggiaschi tra cui una giovane coppia israeliana, con un bambino per mano: è il loro figlio adottivo, lo hanno trovato senza genitori e hanno scelto di adottarlo, lui è un palestinese e la coppia non ha voluto forzarne la conversione, spiegano che ha mantenuto la sua fede religiosa nell’islam e loro continuano a praticare l’ebraismo, riescono a vivere felici e spiegano proprio che la soluzione al conflitto non sarà istituzionale, ma individuale e collettiva: quando gli uni adotteranno gli altri invece di ucciderli, le bandiere non potranno continuare a dividere i popoli che le portano. Mi sveglio felice.”

Responso e numeri

La pace si coltiva, si prepara,
non sta nella divisa o la bandiera
ma nella mano di colui che spara.

23. La guerra, 74. Le armi, 48. La morte
6. Il figlio del nemico, 60. La famiglia

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