Sinistra al caviale o manipolazione dell’agenda politica?

La manipolazione del dibattito politico che ha portato la sinistra a scollarsi dalla base del proprio elettorato

Lo stereotipo della sinistra al caviale

Come la destra manipola il dibattito politico e spinge la sinistra a perdere il contatto con le classi lavoratrici.

Articolo di Federico Berti

Smontiamo un’altra fake news dura a morire. Negli ultimi anni si è parlato molto di una sinistra radical chic, disconnessa dai bisogni reali dei lavoratori e focalizzata su questioni considerate marginali come i diritti di genere, l’eutanasia o le battaglie contro il cambiamento climatico. Questa narrazione, ripetuta con insistenza da molti esponenti politici e amplificata dai media, ha contribuito a costruire l’immagine di una sinistra distante dalla sua base tradizionale, quella delle classi lavoratrici. Ma è davvero così? Oppure è la destra a pilotare il dibattito politico, usando queste tematiche come una trappola per relegare la sinistra a un ruolo difensivo e frammentarla?

La strategia della destra. Manipolare l’Agenda Politica.

Una caratteristica distintiva delle moderne destre populiste, sovraniste e revansciste è la capacità di dettare l’agenda mediatica e politica. Grazie a una padronanza degli algoritmi dei social media e all’utilizzo di una retorica polarizzante, la destra riesce spesso a imporre temi che alimentano divisioni e suscitano forti reazioni emotive. Questioni come l’identità di genere, l’immigrazione, i diritti LGBTQIA+ o il fine vita diventano il centro del dibattito, non perché siano le priorità dei cittadini, ma perché sono utili per creare un campo di battaglia favorevole a chi le sfrutta.

Questi temi, spesso complessi e sensibili, vengono semplificati e trasformati in slogan o meme: la destra li usa per mobilitare il proprio elettorato, generando indignazione contro presunti “nemici” – che siano l’elitr della Woke Culture, l’ideologia Gender o i Migranti – e costringendo la sinistra a rispondere, spesso in modo reattivo e poco strategico.

In questo modo, il dibattito politico si allontana dalle questioni economiche e sociali più pressanti – disuguaglianze, precarietà lavorativa, inflazione – che costituiscono il terreno tradizionale della sinistra.

Un esempio concreto. La manipolazione sui social media

Gli algoritmi dei social media amplificano questa dinamica. Le piattaforme digitali premiano contenuti polarizzanti che generano interazioni: più un tema divide, più raggiunge un pubblico ampio. La destra, consapevole di questo meccanismo, costruisce narrative capaci di diventare virali.

Ad esempio, un video di un politico che denuncia fantomatici pericoli legati all’identità di genere può raggiungere milioni di visualizzazioni, generando indignazione da una parte e sostegno dall’altra. Questo tipo di contenuto catalizza il dibattito pubblico, relegando in secondo piano questioni cruciali come i diritti dei lavoratori, i tagli al welfare o l’aumento del costo della vita.

La sinistra, spinta dall’urgenza di rispondere a tali provocazioni, si ritrova spesso invischiata in una dinamica reattiva. Questo le impedisce di dettare un’agenda politica autonoma e coerente con le sue radici storiche.

Perché questa strategia funziona?

La forza di questa strategia risiede nella sua capacità di sfruttare paure e insicurezze profonde. In un contesto di crescente precarietà economica e sociale, molte persone sono più vulnerabili ai messaggi che promettono soluzioni semplici a problemi complessi. Se un politico afferma che i lavoratori stanno male perché “i migranti ci rubano il lavoro” o “le élite pensano solo al gender”, quel messaggio può trovare terreno fertile in un elettorato frustrato e disilluso.

In questo contesto, la sinistra fatica a mantenere un dialogo diretto con le classi lavoratrici, spesso percependo queste narrative come assurde o marginali, senza rendersi conto del loro impatto emotivo.

Una trappola per la sinistra. Rispondere alle provocazioni non basta

Quando la sinistra risponde alle provocazioni della destra, entra in una trappola comunicativa e finisce per selezionare una classe di politici orientati verso problemi marginali. Tentare di confutare argomenti demagogici spesso significa concedere loro legittimità, spostando ulteriormente il focus dalle vere priorità.

Questo può portare a due risultati problematici:

1) Alienazione della base tradizionale: concentrandosi su temi che, seppur importanti, non sono percepiti come prioritari dai lavoratori (ad esempio il dibattito sull’identità di genere), la sinistra rischia di apparire disconnessa dalla realtà quotidiana delle persone.

2) Frammentazione interna: la sinistra tende a dividersi su questioni simboliche, creando ulteriori divisioni tra riformisti e progressisti, tra sindacati e attivisti, e tra elettorati urbani e rurali.

Questo fenomeno alimenta la narrazione della “sinistra radical chic”, allontanandola dalle classi popolari e rafforzando la percezione che sia interessata solo a temi elitari.

Come la sinistra può uscire dall’impasse

Per superare questa situazione, la sinistra deve adottare una strategia più proattiva e radicata. Ecco alcune proposte:

1) Dettare l’agenda politica.

La sinistra deve tornare a definire le priorità del dibattito pubblico, ponendo al centro temi concreti come il lavoro, il welfare, il diritto alla casa e la lotta alle disuguaglianze. Questi sono i problemi che riguardano direttamente la vita della maggioranza delle persone e che hanno il potenziale di mobilitare un vasto consenso.

2) Non cadere nelle provocazioni

Rispondere continuamente alle polemiche della destra significa giocare secondo le sue regole. La sinistra dovrebbe concentrarsi meno sulle dinamiche reattive e più sulla costruzione di un messaggio coerente, capace di raggiungere le classi popolari.

3) Comunicare in modo efficace

È fondamentale che la sinistra adotti un linguaggio semplice, diretto e comprensibile, evitando il rischio di sembrare distante o paternalista. Le storie personali e gli esempi concreti possono aiutare a rendere i temi sociali più accessibili e coinvolgenti.

4) Riconnettersi con il territorio

La sinistra deve tornare a radicarsi nelle comunità locali, rafforzando il dialogo con i lavoratori, i sindacati e i movimenti sociali. Questo richiede una presenza costante sul territorio, non solo durante le campagne elettorali.

5) Usare gli strumenti digitali in modo strategico

Se la destra domina gli algoritmi dei social media, la sinistra deve imparare a usarli per veicolare messaggi positivi e proposte concrete. Campagne digitali ben progettate possono aiutare a raggiungere un pubblico più ampio e diversificato.

6) Unire progresso sociale ed economico

La sinistra non deve abbandonare le battaglie per i diritti civili, ma deve inserirle in una visione più ampia che colleghi progresso sociale ed economico. Per esempio, può spiegare come la lotta alla discriminazione e la giustizia sociale siano parte integrante di una società più equa e prospera.

Un futuro possibile per la sinistra

Riconnettersi con le classi lavoratrici non significa abbandonare le battaglie per i diritti civili, ma integrarle in un progetto politico più ampio, incentrato su giustizia sociale ed equità. La sinistra ha l’opportunità di trasformare le sfide attuali in una rinascita, ma solo se riuscirà a recuperare il contatto con le realtà quotidiane delle persone e a costruire una narrazione alternativa alla retorica divisiva della destra.

Il futuro della sinistra dipenderà dalla sua capacità di unire progresso sociale e economico, dimostrando che una società più giusta è possibile per tutti. L’alternativa è continuare a giocare nel campo avversario, perdendo terreno e lasciando campo libero a questo autoritarismo liberticida che si serve della menzogna come di un martello mediatico.

Ma soprattutto, la chiave di un recupero del terreno perduto sta nell’affrontare l’intollerabile e pericolosa disparità nella comunicazione digitale, lavorando sull’organizzazione su una partecipazione realmente collettiva a un’informazione corretta. Dove la bestia della disinformazione agisce in base all’interesse economico, la partecipazione civica all’informazione deve agire in base alla coscienza, er ripristinare un equilibro nelle forze in campo altrimenti irrimediabilmente compromesso. Questa la sfida dei prossimi decenni.

Condividi