Scivolo per disabili e occupazione del suolo pubblico. Gli anziani raccontano.

Lo scivolo per disabili

Paga l’occupazione
del suolo pubblico?

Articolo tratto da:
Federico Berti, Imparare è ricordare

Una tassa ingiusta

“Al sindaco in tutti i Comuni dove si paga la tassa del suolo pubblico per le rampe d’accesso ai disabili. Siamo un gruppo di donne con carrozzina e vorremmo poter accedere ai negozi o ai marciapiedi un po’ alti. Pensiamo che la tassa sulle rampe delle carrozzine non si debba pagare. Avevo il negozio, c’erano sempre tante persone ma invalidi mai. Non passavano neanche per la strada, poi la via Toscana è ben grande. Col bastone si, magari a braccetto con qualcuno per farsi aiutare; forse le hanno pensate dopo queste carrozzine, chi lo sa. Qui in casa di riposo a vederne tante insieme son rimasta meravigliata, anche perché si vede la stanchezza a starci sopra tutto il giorno. Quando penso che forse presto ci starò anch’io mi viene un accidente. Ci vuole il cuscino perché hanno una plastica nera sotto e fa male al sedere. Dietro la schiena ho i cerotti  perché sono sciupata tutta, mangio sempre prima delle altre verso le cinque e mezza, l’orario sarebbe le sei  ma le gambe mi si gonfiano pure colla calza elastica, appena viene un po’ di caldo; d’estate si sta poco bene, le vene soffrono. E’ la tromboflebite. Se la si rompe allora parte l’embolo, me ne venne due o tre uno dietro l’altro. Non avrei mai detto che a star seduto uno si stancasse tanto. Senti proprio il desiderio di stenderti”.

“Se uno era invalido tanti anni fa non si vedevano in giro, stavano in casa oppure accompagnati. Ho sentito quand’ero piccola non capivo bene però mi ricordo che un signore voleva buttar giù dalla finestra il figlio perché non concludeva niente con lui, si vergognavano d’averli in casa, capita anche adesso perché un disabile viene considerato incapace anche in testa. Invece dovrebbe portare del rispetto perché è sempre un bambino suo. Vedi noi da qui scriviamo a tutto il mondo, ci ascoltano e qualche volta ci danno anche retta, una ragazza di nemmeno trent’anni voleva  sapere del bucato con la cenere a chi vuoi lo chiedesse, come farebbero a saperlo senza di noi? Dalla carrozzina si possono fare tante cose importanti, ho visto una ballare senza braccia figurati un po’. Luciano Tajoli era in carrozzina, andai a vederlo che mi portò il marito di mia sorella. Si può fare qualsiasi mestiere, la sarta per esempio, roba come l’avvocato, il professore, il poeta, la dattilografa, la maestra di scuola. C’è chi riesce a laurearsi. Insomma oggi un giovane che rimane disabile non ha finito ancora di vivere, in televisione si vedono tante mamme stupirsi. Pure le corse all’olimpiade vanno a fare, li ho visti anch’io”.


Rampa d'accesso per disabili fuori dal negozio
Rampa d’accesso per disabili. In alcuni comuni d’Italia, un commerciante che la installi davanti all’ingresso del proprio negozio, deve pagare una tassa.

“Ci son poi quelli che van via da soli senza bisogno dell’assistenza, uno che ho co犀利士 nosciuto era giovane  ma nacque invalido, allora gli han dato la carrozzina a motore e girava, vedessi come andava. Dissi: “Sarà difficile!”. Lui rispose che solo all’inizio, era abituato colle mani  gli fece un po’ effetto. Lo mandavano anche al mare da solo quindici giorni all’anno; alla Lunetta Gamberini giocano a pallone, a bocce, colle carte, se uno può essere autosufficiente risparmia sull’accompagno, è meglio per tutti. Nei condomini o nei negozi la rampa si può fare da noi, ma pagarci la tassa del suolo pubblico sopra è davvero una disgrazia: tu vedi i frigoriferi sui marciapiedi perché non vogliono chiamare quelli della spazzatura a prenderli, da non avere un rincaro, dei vasi fuori dai negozi che magari tengono anche pulito;  mio cognato vennero a portargli i pannoloni ma non c’era nessuno in casa ad aiutarlo e lui non poteva rispondere, che stava a letto; così glie li accomodarono per benino sul marciapiede. Vennero i vigili e gli toccò di pagare una contravvenzione saporita, questa è grossa! Davanti al mio negozio il marciapiede lo abbiamo fatto noi che il Comune non voleva saperne, però poi l’ombra della tenda per il sole pagava il suolo pubblico; e sì che non riparava solo i miei clienti. In conclusione, dove l’amministrazione pubblica non riesce a costruire le rampe per disabili lasci almeno a noi la possibilità di metterle senza pagare una tassa. Speriamo che i sindaci vogliano ascoltarci”.

Articolo tratto da:
Federico Berti, Imparare è ricordare


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