Zirudella del centro d’accoglienza. Le prigioni in Paradiso.

Federico Berti, Zirudella del centro d’accoglienza. Le prigioni in paradiso

Le prigioni in Paradiso

Testo e voce narrante
Federico Berti

Rassegna stampa:
Migranti e naufragi.
Natale di sangue in Grecia

Un siriano di Damasco
ritrovandosi fuggiasco
inoltrato per la via
tra l’Eufrate e la Turchia
fu raggiunto nel tallone
da una scheggia di cannone.
Al risveglio un po’ brutale
in un letto d’ospedale,
lo vegliava in doppio petto
un ridente giovinetto
premuroso ed accigliato
che parlava concitato:
“Per l’improvvida ferita
sei passato a miglior vita,
ma se ascolti attentamente
ti rivelo prontamente
il percorso condiviso
per la via del Paradiso;
la tariffa che trattengo
è un po’ cara ne convengo
ma del resto le tue carte
han valor dall’altra parte?”.
Si persuase il poveretto
che quel santo benedetto
fosse l’angelo custode,
e caduto nella frode
fu imbarcato s’un gommone
con un sacco di persone.
Ma la zattera di Ulisse
malamente sopravvisse,
e fu dunque necessario
il soccorso umanitario.
Prima che venisse sera
la gendarmeria costiera
catturò quei disgraziati,
e nei centri dislocati
affidò la sorveglianza
alla fredda vigilanza
di algoritmi non umani,
impassibili guardiani.
Da un soldato fu deriso:
“Benvenuto in Paradiso,
dalla brace alla padella
scellerata zirudella!”


Zirudelle di cantastorie


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