Satira, poesia. Semafori nello spazio

Federico Berti, Zirudella di Sganapino nello spazio

Semafori nello spazio

Testo e voce di Federico Berti
Musica di Stefano Gattano

Lo Sganapino in anteprima è un
burattino di Riccardo Pazzaglia

Il somaro peregrino
del ridente Sganapino,
nel brucare l’insalata
dal vicino concimata
avvertì la propulsione,
di un’ardente ebollizione
per non so che vegetale
digerito poco e male.
Deflagrando con violenza,
la potente flatulenza
detonava da un poggiolo
sollevandosi dal suolo,
continuando a spetazzare
fino all’orbita stellare.
Atterrato sul relitto
d’un satellite proscritto,
su un detrito scompagnato
nello spazio abbandonato
fra le orbite perenni
da chissà quanti decenni,
l’asinello intimorito
contemplava l’infinito
mentre l’altro dalla sella
rimirava la sua stella.
Nel pensar: “Che godimento!
l’armonia del firmamento,
quanta pace ed armonia,
che romantica poesia!”,
rinculando sentì un botto
tamponato dal di sotto:
un satellite spione
di non so quale nazione
si schiantò sull’ammiraglia
di lamiera e di ferraglia.
“Ubriaco! Incosciente,
chi t’ha dato la patente!”
Dal veicolo spaziale
inchiodato all’orbitale
Pantalone inviperito
contro l’altro s’è accanito,
“Calmieratevi, eccellenza
era mia la precedenza!”.
un’accesa disputatio
tra pirati dello spazio.
Nel frattempo silenzioso
l’asinello pensieroso
rilasciava pagnottelle
fluttuanti fra le stelle.
Sganapino spaventato
vede il traffico intasato
gli pareva tale e quale
a un ingorgo in tangenziale
motorette, camioncini
autotreni e carriolini
biciclette, carrozzelle
pure i pattini a rotelle!
La galassia in movimento
era tutto un giramento…
domandando a voce bassa:
“La corriera a che ora passa?”.
Riflettendo sulle cose
Pantalone gli rispose:
“C’è da attendere un bel pezzo
al recupero del mezzo,
forse un paio di navette
nel duemilaventisette”,
tira fuori il tarocchino
e propone a Sganapino
un tresette e un centouno
in attesa del raduno,
e che sia la buona stella
tric e trac la zirudella


Zirudelle di cantastorie


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