Er Muro che parla. Ispirata a un fatto vero.

Er muro che parla

Satira, Poesia
di Federico Berti

Senti che fa ‘sto vecchio micragnoso
Secco quanto’no zeppo de presciutto
Pe’ nun caca’ nun magna, che stà brutto
A dissipa’ sto frutto profumoso

Stà ‘n quattro metri scàrzi de quartiere
Coi foratini a’r posto de’r cemento
Che butta spifferi, ce piove drento
Su’r tetto c’ha du’ pezzi de lamiere.

Pe’ fasse rifa’ nòva ‘aa facciata
Ce scrive su: “Er questore è’n gran finocchio!”
Manco mezz’ora e part ‘aa retata

Je vann’ a ricropi’ o scarabbòcchio
Co’ na parete a nòvo ‘ntonnacata,
Come s’è scompisciato que’r pidocchio!

Glossario
romanesco:

Micragnoso: avaro
Zeppo: osso
Caca’: defecare
Dissipa’: dissipare
Scàrzi: scarsi
Quartiere: appartamento
Foratini: mattoni
Butta: manda
Drento: dentro
Fasse: farsi
Nòva: nuova
‘Aa: la
Ricropi’: ricoprire
‘Ntonnacata: intonacata
Scompisciato: Riso

Questa poesia è una satira sulla notizia degli striscioni fatti togliere dal ministro dell’interno in occasione dei propri stessi comizi nelle città dove in questi giorni sta incontrando forte diffidenza nei cittadini. In particolar modo il riferimento è alla storia di quell’uomo di mezza età che a Reggio Calabria vive in una casa mai finita di costruire, coi foratini a vista, che avrebbe dovuto spendere 8000 per l’intonaco della facciata ma avendo letto le notizie sui giornali ha pensato bene di scrivere su quel muro “Salvini Vattene” prima del suo arrivo in città, sperando che venissero i pompieri a cancellare la scritta intonacandogli il muro gratuitamente.

Storie di questi tempi, il ministro dell’interno fa togliere lo striscione dal balcone di chi lo contesta, ma poi lascia che una casa editrice fondata e gestita da criminali violenti, pericolosi, indagati per omicidio e violenze, oltre che per apologia di fascismo, prenda parte al salone del libro di Torino; stacca la luce a una casa occupata da migranti, ma non chiede gli arretrati a Casa Pound che non ha mai pagato una bolletta.



Rassegna Stampa
Striscione, Salvini

Francesca Bernasconi, ‘Il Giornale’, 13 Maggio 2019,“Qui non sei benvenuto”: i pompieri rimuovono lo striscione anti-Salvini. A Brembate, in provincia di Bergamo, appeso alle finestre di un palazzo è comparso uno striscione indirizzato al vice-premier Matteo Salvini, di passaggio in città. Sui social scoppia la protesta. Il sindaco: “Chi ha dato ordine di intervenire?”

Redazione, ‘Il Post’, 13 Maggio 2019, L’ordine di rimuovere lo striscione contro Salvini è arrivato “da molto in alto”, dice un sindacalista. Lo ha detto parlando dei pompieri intervenuti con una gru per toglierlo durante un comizio del ministro dell’Interno.

Redazione ‘Huff Post’, 13 Maggio 2019, Striscione rimosso a Brembate, i pompieri non ci stanno. Fp-Cgil: “Noi non facciamo propaganda”. La denuncia del sindaco di Bergamo su Twitter: “Chi ha dato loro l’ordine di intervenire?”. La risposta dei vigili del fuoco locali: “Ordine della questura”.

s.a., ‘Lo Statale Jonico’, 14 Maggio 2019. Scrive ‘Salvini Vattene sulla facciata di casa per farsela rifare gratuitamente dai vigili del fuoco. Ippolito Sciaccaluga, 55 enne reggino, “A me Salvini non sta antipatico, anzi! Però onestamente se mi rifanno la facciata aggratis ci scrivo pure che sono un cornuto!”

Domenico Mugnaini, ‘Il Post’, 14 Maggio 2019, Perché la polizia fa rimuovere gli striscioni contro Salvini. Ultimamente è accaduto sempre più spesso, interpretando una legge del 1948. Qualche giorno fa la Digos ha imposto a una manifestazione del Gay Pride di eliminare uno striscione contro Salvini. Lo stesso giorno, un ragazzo è stato fermato per aver esposto un cartello “Ama il prossimo tuo” al comizio della Lega.

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