Er Cantiere de Notredàmia. L’Elzeviro del Cantastorie n.10
Er cantiere de
Notredàmia
L’elzeviro del
Cantastorie n.10
Commento musicale:
‘Carneval’, Mazurka per
chitarra e mandolino
Scarica Midi e Spartito
Satira, poesia
di Federico Berti
Un vecchio partiggiano sanculotto
fissava penzaréccio la rovina
de quéla cattedrale giacobbina
che de la Dea Raggione fu salotto.
Pensò quer veterànio vagabbònno
“Mo’ co’r pretesto de Napolione
se vòle fa’ la gran ristaurazzione
de l’ingiustizzia che rovina ‘r monno!”.
Lo vide a sospirà quell’omarello
Che romenzava sopra li cantieri
Egli così parlò: “Caro fratello,
“Si ce ripenzo” disse “Pare jeri
che a la Sapienza facevàmio appello
pe’ da’ l’assàrto a chiese e monastieri”.
Glossario
romanesco
Sanculotto: Rivoluzionario
Penzaréccio: Pensieroso
Giacobbina: Giacobina
Veterànio: Veterano
Vagabbònno: Vagabondo
Napolione: Napoleone
Ristaurazzione: Restaurazione
Omarello: Sfaccendato
Romenzàva: Romanzava
Ripènzo: Ripenso
Facevàmio: Facevamo
Assàrto: Assalto
Il rogo della cattedrale
di Notre Dame
Siamo sconcertati, è vero. Leggere alcuni tra i commenti fa salire il sangue al cervello. Sull’incendio della cattedrale di Notre Dame è inutile fantasticare chissà quali complotti o puntare l’indice verso questo o quello, se ci sono delle responsabilità saranno le inchieste a stabilirlo. Restiamo vigili questo sì, ma non lanciamoci subito in paranoiche invenzioni. Possiamo forse chiederci il motivo per cui uno stato repubblicano debba finanziare due milioni all’anno per mantenere una proprietà che non appartiene alla repubblica, ma che rientra nel capitolato di un’istituzione religiosa. A uno stato laico si chiede proprio questo in fondo, spendere soldi per il bene pubblico. La cattedrale è un simbolo? Vero, lo è come ogni monumento. E lo sgomento cresce.
Chi lamenta il restauro ‘creativo’ di e al romanzo del fratello massone Victor Hugo che ne ha rilanciato il mito, quella stessa massoneria che solo cinquant’anni prima aveva convertito la cattedrale di Notre Dame al culto della Dea Ragione, portando in processione la statua di Atena al posto di quella della Vergine Maria. Penso anche alle rovine del tempio precristiano su cui è sorta la prima chiesa cristiana di cui rimane traccia nelle sue stesse fondamenta. Ogni monumento è segno del tempo e porta le tracce di una violenza.
Così ho immaginato un rivoluzionario sanculotto ormai anziano, che osserva in silenzio i cantieri del restauro e che si ritrova a far conversazione col giovane Hugo che va e viene curioso. Insieme pensano al passato di quella gloriosa Rivoluzione che ancora oggi ricorda a ogni francese i valori della libertà, dell’uguaglianza, della fraternità, in quell’inno potente che è la Marsigliese. Siamo cittadini del mondo. Osserviamo quella cattedrale che brucia e pensiamo che insieme a lei sta bruciando un’epoca. I segni dell’incendio saranno a loro volta un monumento alla deriva culturale del nuovo millennio.