Satira, poesia. Flemma, Ballanzone e l’acqua del lago rosa

Ascolta il podcast. Una satira sulle acque del lago rosa in Kazakistan

Flemma, Pantalone
e l’acqua del lago rosa

Testo e voce narrante:
Federico Berti

Il lago rosa del Kazakistan
Rassegna stampa qui

Un mattino di gennaio
un tranquillo calzolaio
lamentava dispiaciuto
fra un sospiro e uno starnuto:
“Dalla febbre non sto dritto,
che catorcio derelitto!
Non c’è cura di rilievo
che mi possa dar sollievo,
dal dottor non ho risposta,
né sciroppo, né supposta!”.
Fischiettando una canzone
passò allora Pantalone,
a vederlo in quello stato
compatì lo sciagurato:
“Una cera perturbante,
un cadavere ambulante!
Se trascuri l’infezione
può venirti una passione,
senti a me, ci penso io
dammi retta caro mio:
casualmente, ho nel cappotto
il più valido prodotto ,
un rimedio naturale
per guarire da ogni male,
ne ho importati alcuni sacchi
dal paese dei Cosacchi”.
Prende fuori senza fretta
dalla tasca una boccetta,
una specie di acqua rosa
la bevanda prodigiosa.
“Questa grande panacea
fa passare la diarrea
più di cento guaritori,
più di mille colluttori,
la puntura nel sedere
qualche litro di clistere,
più efficace del vaccino
sull’adulto e sul bambino!”.
L’ammalato sofferente
gli ha creduto ingenuamente
e s’è fatto consegnare
qualche dose familiare.
si rimette per la via,
vuol provar la terapia;
dopo un po’ di applicazioni
gli spuntavano i bubboni
sulla lingua, sul palato
sotto il labbro screpolato,
è salita la pressione
gli è venuto un cagarone,
“Ma che strano! Non lo nego,
la reazione non mi spiego,
sono in preda allo sconcerto:
mi pareva tanto esperto…”.
Cittadini! Italiani!
diffidate i ciarlatani!
Per la cura del malore
rivolgetevi al dottore
che vi dà il certificato,
la ricetta, il preparato,
aspirina o bustarella,
buscopàn la zirudella!

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Zirudelle di cantastorie


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