Zirudella del vicinato. Galeotto fu il cesso. Una storia vera
Galeotto fu il cesso.
Multa per lo scarico rumoroso
Testo e voce narrante:
Federico Berti
E’ accaduta una gran cosa
veramente strepitosa,
la sentenza vien solenne,
al processo diciottenne
partorito il gran verdetto,
sviolinata coll’archetto:
un dibattito estenuante,
uno sforzo impressionante,
testimoni, revisori
le perizie dei dottori,
consulente ed avvocato,
architetto ben pagato.
Un peccato capitale
d’interesse nazionale,
ci mancava solamente
domandare al presidente
il responso veritiero,
avrei chiesto, già che c’ero,
per sbrogliare la questione
a una messa dal balcone
del Pontefice in persona,
e un parere alla Corona,
se possibile, un proclama
del sapiente Dalai Lama.
Alla corte dei diritti
hanno ormai i capelli dritti!
La questione è presto detta,
no, non è una barzelletta,
è accaduto veramente,
la riassumo brevemente:
non c’è pace tra i roseti
presso il Golfo dei Poeti,
nel palazzo in rettifilo
costruito un tanto al chilo,
con la camera da letto
prospicente il gabinetto;
dal tramezzo percentile
per il tanto che è sottile,
ogni singola cacata
è un’ardente serenata,
lo sciacquone? Una fanfara,
la cascata del Niagara!
Par che passi un reggimento,
trema tutto il pavimento,
l’archingegno non conforme
e la notte non si dorme…
La questione complicata,
va di certo esaminata:
per non so quale brevetto
non si può spostare il letto,
non c’è altra soluzione
all’ingrata situazione,
qua ci vuole l’ispettore
per la soglia del rumore.
Tra perizie e obiezioni
orazioni e discussioni
su teoremi e congetture,
cinque e più legislature
son passate come il vento
sugli scranni in Parlamento.
Il mistero è disvelato
il verdetto promulgato
al processo finalmente
hanno dato la patente,
un dibattito complesso
per lo scarico del cesso,
non tirar quella cordella!
Plif e plof la zirudella
Massimiliano Parente, 17 Gennaio 2022, L’Italia finita nello sciacquone.
“Il water vìola i diritti umani”, La sentenza della Cassazione su una lite tra vicini di casa per uno scarico rumoroso. Dopo quasi 20 anni di processi
Quando pensiamo alla violazione dei diritti umani ci vengono in mente Paesi lontani in cui mancano le libertà fondamentali, in cui si finisce in carcere per un’idea, omosessuali impiccati o donne lapidate per adulterio e altre atrocità simili, non certo lo sciacquone di un water.
‘Globalist Syndacation’, 16 Gennaio 2022, Lo sciacquone troppo rumoroso viola il diritto al riposo: la Cassazione condanna i proprietari di un appartamento
La sesta sezione civile ha respinto il ricorso presentato da quattro fratelli proprietari di un appartamento in una località del Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia, condannandoli a un risarcimento di 500 euro all’anno a partire dal 2003.
‘Radio 105 Network’, 17 Gennaio 2022, Lo sciacquone fa troppo casino: i vicini vanno risarciti. 500 euro all’anno per farsi perdonare i rumori molesti
La Corte ha disposto una perizia che accerterà che lo scarico era così rumoroso da disturbare il riposo dei vicini “pregiudicandone la qualità della vita”
Lo scarico del wc era stato murato, con una mossa piuttosto avventata, in una parete divisoria assi sottile che lo rendeva troppo rumoroso.
16 Gennaio 2022, Cassazione: lo sciacquone di notte viola il diritto al riposo: vicini risarciti con 500 euro all’anno a partire dal 2003
La Corte riferendosi al rispetto della vita privata e familiare, ha ricordato che “la Corte di Strasburgo ha fatto più volte applicazione di tale principio ” ed ha confermato la condanna di Appello riconoscendo il “pregiudizio al diritto al riposo”
Quattro fratelli, condannati a un risarcimento di 500 euro all’anno a partire dal 2003 a una coppia. Così la sesta sezione Civile, presieduta dal giudice Antonello Cosentino, ha respinto il ricorso presentato dai proprietari di un appartamento in una località del Golfo dei Poeti, in provincia di La Spezia.
visto che a ridosso della parete c’era proprio il letto ed era impossibile cambiare la disposizione dei mobili.
‘La Nazione’, 16 Gennaio 2022, Lo sciacquone tiene svegli i vicini: risarciti
Se Franz Kafka fosse stato un cittadino italiano di oggi non avrebbe scritto Il processo, avrebbe scritto Il cesso per descrivere la giustizia nel nostro Paese. Vi sintetizzo la vicenda del cesso, che inizia con quattro fratelli in provincia di La Spezia, a Golfo dei poeti (nome perfetto per il romanzo del nostro Franco Cafcca), i quali installano un nuovo bagno, confinante con la camera da letto dei vicini, una coppia, marito e moglie, che nel 2003 si rivolge al tribunale di La Spezia perché il bagno fa troppo rumore e «provoca rumori intollerabili derivanti dagli scarichi». Il giudice di primo grado respinge la causa, e da lì inizia una serie di corsi e ricorsi che si trascinano fino a oggi. Non ho idea di quante carte abbia prodotto questo caso del cesso ma a leggere le cronache penso migliaia.
A un certo punto mandano periti, esperti, fino a stabilire che il famigerato bagno, confinante con la testiera del letto dei due coniugi, configura «un notevole superamento della normale tollerabilità ma anche uno spregiudicato uso del bene comune, posto che la cassetta del wc era stata installata nel muro divisorio, avente lo spessore di centrimetri 22 mentre avrebbe potuto trovare collocazione nel loro locale bagno». Immagino quanto siano stati complessi i calcoli, le verifiche, le misurazioni, le congetture per poter arrivare a una simile conclusione. Senza considerare che i giudici d’Appello abbiano anche appurato quanto la vita di questi due coniugi fosse turbata a ogni orario, e il disturbo dello sciacquone fosse «aggravato dal frequente uso notturno». Terribile, no? Anche perché si configura «una lesione al diritto della libera e piena esplicazione delle proprie abitudini della vita quotidiana, diritti costituzionalmente garantiti e tutelati dall’articolo 8 della CEDU, Convenzione europea dei diritti dell’uomo». (Chissà se quando hanno scritto questo articolo 8 hanno pensato che sarebbe stato usato per uno sciacquone).
Insomma, morale della favola, come fanno i processi in Italia a durare tanti anni? In molto meno tempo Albert Einstein ha scritto la teoria della relatività, spiegando l’intero universo, altro che uno sciaquone. Non so, se moltiplicate questa vicenda per milioni di cause, rubinetti, lavandini, porte che cigolano, magistrati che indagano questo o quel politico che non gli va a genio, ma anche influencer e Selvagge Lucarelli che fanno causa a chiunque per diffamazione (lì è facile misurare i decibel perché in genere sono liti che violano i diritti umani in televisione), vi rendete conto che a livello giudiziario siamo un grande, enorme, gigantesco cesso intasato.
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