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Il mondo è una zuppa inglese. Memorie d’un saltimbanco. Artisti di strada Ep.6


“E’ un surreale esperimento d’urbanistica interiore, una città invisibile. Come Venezia fra tre mondi sospesa, può sopravvivere solo se disposta a mettersi in discussione”. Nella foto: San Vito Romano, M. Ventura

Il mondo è una
zuppa inglese

Frammento VI

Commento musicale:
The Clash, “Should I stay or should I go?”
FAI PARTIRE LA MUSICA

IL SIGNORE
DEL LABIRINTO

Partire o restare? Dipende chi t’aspetta dall’altra parte. Hai buttato all’aria un’esistenza per averne nove in prestito come i gatti, se stai al gioco puoi dare scacco anche alla morte. Radere al suolo un castello per fare posto a una bidonville, ti vedi quasi sbiadire nelle foto ma sai bene che è solo uno scherzo, una prova di trasmissione. Puoi disfartene quando vuoi, provare sbagliare cadere e poi rialzarti, coltivare un po’ qui un po’ là secondo il fiore. Partire? Restare? Dipende che c’è da fare! E’ un surreale esperimento d’urbanistica interiore, una città invisibile. Come Venezia fra tre mondi sospesa, cielo, terra e acqua: laboratorio per architetti nevrotici, terrificante cantiere a cielo aperto. Può sopravvivere solo se disposta a cambiare, a trasformarsi, a mettersi continuamente in discussione. La posta è non affogare. Canali interrati, cattedrali rase al suolo e sprofondate nella melma salmastra, se arrivano i Turchi basta togliere le indicazioni e si perdono nella nebbia della laguna, non rimane che mettersi dietro una colonna e fargli: “Bù!”. Vedi come scappano… Nel cuore del labirinto sei l’imperatore indiscusso, a patto però di non prenderti sul serio, appena cominci a filosofare s’allunga il naso e spuntano le orecchie d’asino. Dovrai farci l’abitudine.


“Per cambiarti d’abito, basta cambiare lo scenario. Ogni giorno apri il libro del destino e rimescoli le carte. Dipende chi vuoi essere”. Nella foto: Maschera ghignante del VI sec. a.C., Museo di Cagliari,

UNA MASCHERA
IN CERCA D’AUTORE

Davanti alle vetrine di quel caffè tu sembri davvero un giovanotto di buona famiglia che rinuncia alle comodità per mantenersi gli studi, sotto la torre dell’orologio un promettente chansonnier da teatrino futurista, in riviera  vai  cercando lussureggianti armonie di quarta, nona, tredicesima, sul manico d’una chitarra muta al tavolo della serva in osteria. Annoti gli articoli di giornale sui tovaglioli, scrivi poesie a mente ignorando il bordone della radio; poi ti sorprendi vagheggiare a una folla eccitata improbabili rivoluzioni digitali, fra le duecento chiese di una città fantasma corteggiare una raffinata ballerina di rumba, tra i colli della Toscana arrampicarti sul fumo  coi poeti all’improvviso. Per cambiarti d’abito, basta cambiare lo scenario. Ogni giorno apri il libro del destino e rimescoli le carte. Restare? Partire? Dipende chi vuoi essere. Lancia il dado, sposta le torri, se va male torni indietro e cancelli il racconto come l’onda cancella una lettera d’amore sulla sabbia. On a day like today. Partire? Restare? Finché la tua vita è un sogno, per quanto verosimile non sarà mai vero. Si riparte, nuova isola nuova avventura; ma ricorda è solo un gioco, il mondo una sconfinata zuppa inglese, un immenso paese dei balocchi. Se non ti prendi sul serio, niente di serio può accaderti.

Continua
Frammento VII
“Il Fachiro che
puzza di Ruhm”


artisti di strada gigi russo
Pagina del famoso organizzatore

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