Reginella campagnola. Chitarra, armonica, batteria portativa. Uomo orchestra

Reginella campagnola. Chitarra, Armonica a bocca, voce, batteria portativa.

Reginella campagnola
Eldo Di Lazzaro

Uomo orchestra Federico Berti
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All’alba quando spunta il sole
Là nell’Abruzzo tutto d’or
Le prosperose campagnole
Discendono le valli in fior

Oh, campagnola bella
Tu sei la reginella
Negli occhi tuoi c’è il sole
C’è il colore delle viole
Delle valli tutte in fior
Se canti la tua voce
È un’armonia di pace
Che si diffonde e dice
“Se vuoi vivere felice
Devi vivere quassù!”

Quand’è la festa dal paesello
Con la sua cesta se ne va
Trotterellando l’asinello
La porta verso la città

Oh, campagnola bella
Tu sei la reginella
Negli occhi tuoi c’è il sole
C’è il colore delle viole
Delle valli tutte in fior
Se canti la tua voce
È un’armonia di pace
Che si diffonde e dice
“Se vuoi vivere felice
Devi vivere quassù!”

Ma poi la sera al tramontare
Con le sue amiche se ne va
È tutta intenta a raccontare
Quel che ha veduto là in città

Oh, campagnola bella
Tu sei la reginella
Negli occhi tuoi c’è il sole
C’è il colore delle viole
Delle valli tutte in fior
Se canti la tua voce
È un’armonia di pace
Che si diffonde e dice
“Se vuoi vivere felice
Devi vivere quassù!”
Che si diffonde e dice
“Se vuoi vivere felice
Devi vivere quassù!”

Bagnarola di Budrio, Celebrazioni per la Beata Vergine della Cintura. Federico Berti uomo orchestra, chitarra, armonica a bocca, batteria portativa. Riprese di Teresa Paduano. Il brano è un classico del 1935 che sintetizza l’ideale fascista dell’aratro che scava il solco da difendere con la spada. Il mito dell’Italia rurale come simbolo di un impero che aveva scelto proprio l’immagine del fascio di grano come icona. Non la fatica, il sudore, lo sfruttamento del lavoro bracciantile, i turni massacranti, le morti bianche, ma il sole, le viole, le valli tutte in fiore, il canto ridotto a un’armonia di pace, privo di quelle vibranti note della protesta che il canto popolare portava al contrario spesso con sé, anche nel ventennio fascista. Questa canzone rimasta una delle più vive nell’immaginario contemporaneo, che non ha mai fatto i conti con quel fascismo profondo che si è tanto radicato nel nostro inconscio da non essere estirpabile. Ancora oggi noi guardiamo al passato rurale con gli stessi occhi di allora, quando celebriamo la famosa ‘età contadina’ come una mitica età dell’oro.

In queste riprese, una batteria portativa attualmente non più in uso, ricavata da una grancassa nella quale era stato incorporato il rullante per ridurre l’ingombro complessivo dello strumento, un passaggio intermedii verso quello che diventerà poi il timpano bifronte dove del rullante resterà solo la pelle per ridurre ancora il peso del manufatto. Si può vedere un esperimento poi abbandonato, con un terzo braccio meccanico laterale per doppiare il suono della grancassa con un movimento del braccio sinistro, senza dover raddoppiare il passo della gamba. Soluzione meno impegnativa dal punto di vista della prassi esecutiva, ma poco interessante dal punto di vista ergonomico. L’amplificatore è uno street cube della Roland fissato in cintura, funzionale e senza dubbio efficiente dal punto di vista acustico, ma piuttosto ingombrante, pesante e sgradevole a vedersi, sostituito di lì a poco da una più versatile cassa blue tooth.

Un altro aspetto molto interessante nella sequenza è il primo approccio con quel bambino che diventerà il protagonista di un video salito in quel periodo all’attenzione a dei media nazionali e internazionali. Qui si può assistere alla costruzione della reciprocità fra suonatore, bambino e comunità. Quando si attraversa la quarta parete del teatro entrando nella vita delle persone, invadendone lo spazio personale, si deve essere pronti a riconoscere queste relazioni a colpo d’occhio, uno degli aspetti fondamentali nel lavoro dell’artista di strada, che si inserisce in luoghi non deputati normalmente allo spettacolo, senza ripristinare la relazione divisiva tra pubblico e palcoscenico.


One man band video


Gerardo Matos Rodríguez. La Cumparsita. Tango. Monghidoro, 2024
Anonimo XIX secolo, Gli scariolanti, Cà di Guglielmo Luglio 2023
Federico Berti e Fabio Galliani, Tacabanda e Ocarina, Giugno 2023
Cherubini-Fragna, Signora Illusione. Monghidoro, 2023
Filippini-Morbelli, Sulla Carrozzella. Loiano, 2022
Consuelo Velazquez, Besame Mucho. Rebecq, 2022
Federico Berti, Polka Sfregatette, Bazzano, 2023
Traditional, Morettina, Loiano, Bologna
Panzeri-Rastelli-Mascheroni, Papaveri e papere, Fidenza, 2019
Traditional, Il cacciator del bosco, Niksic, Montenegro
Nisa-Redi-Leonardi, Carovaniere, Official video, 2022
Traditional, Manfrina e Morettina, Bologna, 2017
Traditional, Polka montanara, Monghidoro, 2019
Bixio-Cherubini, Mazurka della nonna, Lastra a Signa, 2018
Traditional, Giga, Monghidoro, 2018
Eldo Di Lazzaro Reginella campagnola, Budrio, 2017
Bixio-Cherubini, La mia canzone al vento, Lognola, 2021
Traditional, La Cionfa, Monghidoro, 2021
Arlen-Harburg, Somewhere over the rainbow Monghidoro, 2021
Gershwin-Du Bose, Summertime, Corinaldo 2019
Traditional, Galoppa, Parade. Corinaldo, 2019
Casiroli-Rastelli, Evviva la Torre di Pisa, Bologna 2018
Frati-Raimondo, Piemontesina bella, Bagnarola di Budrio 2018
Bixio-Cherubini, Lucciole vagabonde, Bologna 2018
Federico Berti, La Torre del Serpe, Otranto 2018
Piazza Marino, Il ragazzo con tre fidanzate, Bazzano 2023
Simons-Marks, All of me, Modena 2022

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