Rassegna stampa. Dalla Nigeria con amore. La tratta delle donne in Europa.
La tratta delle Nigeriane
Podcast, Rassegna stampa
a cura di Federico Berti
‘Agi’, 21 Novembre 2021, Alcune prostitute nigeriane sono state costrette a riti voodoo. I riti rappresentavano una garanzia del debito contratto per arrivare nel nostro Paese. L’inchiesta ha portato a 40 arresti
Lo ha accertato la Guardia di Finanza, Direzione Distrettuale Antimafia e procura di Cagliari su una associazione a delinquere di matrice nigeriana finalizzata al riciclaggio internazionale di capitali illeciti dedita anche al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’inchiesta ha portato a 40 arresti. Sono complessivamente 122 le persone coinvolte nel procedimento che ha riguardato il gruppo criminale dell’Eye “Supreme Confraternity of Air Lords”. Debiti anche di 25, 50mila euro a carico delle vittime.
Tre gruppi criminali radicati, rispettivamente, in Sardegna (nel cagliaritano), in Piemonte (nel torinese), in Emilia Romagna (nel ravennate), ma con operatività estesa in altre aree italiane e transnazionale (in Nigeria, Libia e Germania). Individuate 41 donne costrette a prostituirsi e 9 a praticare l’accattonaggio in postazioni per le quali pagano 150 euro al mese di mazzetta ai loro sfruttatori. Un traffico per il quale sono state verificate transazioni fino a quasi due milioni di euro.
Stefano Barricelli, ‘Agi’, 3 Dicembre 2019, Droga, schiavi e riti Juju, così agisce la mafia nigeriana
La polizia ha arrestato decine di persone grazie a un’operazione internazionale. Dal Nord Italia si è progressivamente diffusa fino in Sicilia, dove ha trovato un proprio spazio, “Anche con il sostanziale placet di Cosa Nostra”
La mafia nigeriana si è diffusa prima nel nord Italia, spingendosi fino in Sicilia dove ha trovato un’accoglienza sostanzialmente positiva da parte di Cosa Nostra. Un’organizzazione unitaria e piramidale coinvolta nel traffico di stupefacenti, estorsioni, sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsificazione di documenti e denaro, truffe e frodi informatiche. Se ne parla dagli anni ’80, il primo arresto è dell’87 in Piemonte, dieci anni più tardi era arrivata in Campania, nel Casertano, poi a Palermo e Cagliari, perfettamente integrate nel tessuto criminale locale, con modalità operative caratteristiche dell criminalità organizzata europea. Secondo le indagini degli inquirenti, queste organizzazioni sono legati a una serie di confraternite religiose che non hanno niente a che vedere con le religioni tradizionali africane ma sono piuttosto legate ad alcune confraternite settarie fondate sul modello statunitense nelle Università della regione del Delta del Niger fin dagli anni ’50 del Novecento. Si sono pian piano trasformate in organizzazioni criminali. In Italia sono note la Black Axe Confraternity e la Supreme Eye Confraternity. I rituali sembrano innestati sulla cultura Yoruba, la stessa da cui proviene Olegun Obasanjo.
Wikipedia, Yoruba.
Gli Yoruba fanno risalire la loro origine a un re mitico proveniente dalla Mecca o secondo alcuni, dal Sudan, che avrebbe unificato molti popoli sotto la propria autorità organizzandoli in un sistema monarchico. Altre versioni parlano di questo re eponimo come di un dio creatore che avrebbe impastato gli esseri umani dall’argilla e poi fondato la città. Il loro centro culturale è storicamente la città di Ife, nel sud-ovest della Nigeria, a partire dal IV secolo a.C., che nel 900 d.C. controllava gran parte di Nigeria, Benin e Togo. Le città stato erano governate dai re detti Obas e da consigli degli anziani scelti tra i nobili e i rappresentanti del potere economico. Il sovrano poteva essere indotto ad abdicare attraverso un messaggio simbolico , realizzato con uova di pappagallo. questi Yoruba risentirono dell’Influenza da parte dell’Impero Fulani e del Califfato di Sokoto. Entrarono poi in conflitto con le popolazioni vicine e nel 1896 caddero sotto il protettorato britannico. La religione di questi Yoruba è detta a Cuba Regla de Ocha o Santeria. Dall’800 in poi però si sino per lo più convertiti al cristianesimo o all’Islam, alcuni sono rimasti legati agli stregoni tradizionali.
‘Il Post’, 15 Aprile 2018, Il rito storico che ha liberato le donne nigeriane dai riti voodoo. Un re ha revocato le maledizioni che vincolano le ragazze ridotte alla schiavitù sessuale, e ci sono già state conseguenze (anche in Italia)
Re Eware II è sovrano di uno stato della Nigeria meridionale. E’ anche un’autorità religiosa. Il suo rito contro chiunque promuova l’immigrazione illegale nei suoi territori ha dichiarato nullo qualsiasi vincolo magico-feticistico relativo a Vodoo, Juju o altra pratica stregonesca di quelle usate dalla mafia euro-nigeriana per condizionare le prostitute importate in Europa. Le associazioni che si occupano di assistere le vittime di questo sfruttamento hanno espresso un parere positivo rispetto a questo evento. Stefania Masucci dell’associazione On the road che opera tra Abruzzo, Marche e Molise, spiega che spesso queste ragazze si trovavano ospiti nei centri di accoglienza e dunque solo il rito poteva tenerle legate ai loro aguzzini. Il rito si svolge in Nigeria o in Libia, dove inizia la violenza, altre volte in Italia. Il 9 marzo scorso l’Oba, che ha autorità su tutti i sacerdoti nello stato di Edo da cui proviene il 90 per cento delle donne indotte alla prostituzione, ha convocato i medici locali per una cerimonia ufficiale. Sono circolati numerosi video, la cui visibilità è stata promossa proprio per ottimizzarne l’effetto sulla propaganda. Francesca De Masi di Action Aid era presente alla cerimonia. Non sono stati solo annullati i rituali criminali della manipolazione mentale, ma è stata lanciata una maledizione agli stessi sfruttatori, esortando le ragazze a sentirsi libere dal pagamento del loro debito e svelare l’identità dei trafficanti. I preti juju convocati non conoscevano il motivo dell’incontro, è stato dunque un momento di grande intensità anche emotiva.
Non essendovi una ‘chiesa’ vera e propria ma tradizioni locali ramificate, non possiamo tuttavia essere del tutto sicuri che i sacerdoti istituzionali convocati dal re corrispondano agli individui che poi compiono quelle cerimonie. O quando vi sia corrispondenza, dovremmo comprendere in che relazione questi si possano mettere rispetto alla tratta. E’ stata comunque una presa di posizione molto forte.
Adaobi Tricia Nwaubani, Thomson Reuters Foundation, Regno Unito, ‘Internazionale’, 21 novembre 2016, Chi costringe alla prostituzione le ragazze nigeriane in Italia
Seduto sul pavimento circondato da fiale, ossa di animali e lenzuola macchiate di sangue rosso cremisi, lo sciamano Olor Elemian descrive il modo in cui spaventa le ragazze inducendole all’obbedienza con pozioni e incantesimi noti con il nome di juju.
C’è un santuario ad Amedokhian, vicino alla città di Uromi nella Nigeria meridionale. Qui le donne si legano a un vincolo religioso bevendo miscugli in cui sono immersi pezzi di unghie, peli pubici, biancheria intima o gocce di sangue. “Posso fare in modo che non riesca mai a dormire bene né a trovare pace finché non avrà saldato il suo debito”, dice questo sacerdote tradizionale di 39 anni che tutti nei dintorni chiamano semplicemente “doctor”. “Qualcosa nella sua testa continuerà a ripeterle ‘Devi pagare!’”.
Chi è stata vittima poi torna in Nigeria come ‘madame’ ovvero tenutaria, per reclutare nuove donne. Le ragazze dell’Edo si rivolgono spontaneamente ai sacerdoti per essere iniziate al giro di prostituzione. Più di nove nigeriane su dieci vengono da quella regione. E’ uno stato a maggioranza cristiana.
“Le donne dello stato di Edo hanno cominciato ad arrivare in Italia per comprare oro e perline all’inizio degli anni ottanta e hanno notato che c’era un mercato fiorente nel settore della prostituzione”, spiega Kokunre Eghafona, docente di sociologia e antropologia all’università di Benin City e consulente per l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim). “Sono tornate in Nigeria e hanno cominciato a portare parenti e amiche”. Queste donne, chiamate madame, rappresentano secondo l’Undoc la metà dei trafficanti di esseri umani della Nigeria e sono spesso ex vittime che si sono trasformate in mediatrici che vessano le altre donne per indurle alla prostituzione.
Mama Anna, una tenutaria intervistata nella sua casa a Warri, ha un figlio piccolo e spiega che le ragazze ormai sanno tutto prima di partire, non c’è neanche bisogno di ingannarle. Sono spinte dalle condizioni di estrema miseria in cui vivono, dalla mancanza di infrastrutture, dall’assenza dello stato e dalla politica predatoria delle regioni settentrionali rispetto alle regioni del sud. Più di dodicimila le vittime della tratta negli ultimi due anni.
Faith è una parrucchiera di 23 anni. Viene dallo stato dell’Akwa Ibon, è arrivata a Uromi sognando di prostituirsi per un breve periodo per poi ottenere un posto da commessa o da parrucchiera in Europa. I debiti previsti dal contratto che firma tuttavia possono aumentare fino a decine di migliaia di dollari e le ragazze si ritrovano incatenate a un giro da cui non riescono più a uscire. Il sacerdote juju aggrava la loro dipendenza con questi rituali, che non coinvolgono soltanto le ragazze ma le loro stesse famiglie, che potrebbero ammalarsi e morire se loro si ribellassero ai trafficanti. Le famiglie stesse diventano complici degli sfruttatori.
Al mercato di Uromi molte bancarelle espongono giacche invernali di seconda mano, molto richieste in Africa dalle persone che hanno in programma di partire. L’opinione pubblica africana continua a divulgare informazioni errate sull’Europa, descrivendola come un paese dove le strade sono lastricate d’oro. Lo spiega un funzionario del Naptip, agenzia nigeriana per il contrasto del traffico di esseri umani.
“Per la gente il problema siamo noi, perché gli impediamo di raggiungere l’Eldorado. Una madre mi ha chiesto se preferissi che sua figlia facesse sesso con un giovanotto nell’Edo e restasse incinta, mentre poteva fare la stessa cosa in Europa e guadagnare soldi”, ha aggiunto
Juju (Wikipedia)
E’ una parola originaria dell’Occidentale o della Francia, usata un tempo dagli europei per indicare le religioni animistiche dell’Africa occidentale. Col tempo si è ridotta agli amuleti e incantesimi, tipici della stregoneria o feticismo. Contrariamente ai luoghi comuni sul suo conto non ha niente a che vedere col Vudù, che è una forma di sincretismo religioso tra cristianesimo e retaggio del pensiero animistico. Queste pratiche arrivarono anche in America attraverso la tratta degli schiavi, erano particolarmente diffusi tra le comunità formate dai fuggiaschi, cosiddetti Cimarroni.