Proposte concrete per l’arte di strada. Permessi, normative, fiscalità, scelte di vita. Street art tutorial.

Fatti,
non parole

Proposte concrete
per l’arte di strada
a cappello

Tratto da F. Berti
Gli artisti di strada non sono mendicanti

Negli ultimi anni l’aumento vertiginoso degli artisti di strada ammassati nelle passerelle del centro storico è stato incoraggiato da una serie di fattori tra cui la crisi economica, il proliferare delle scuole di circo, la storica confusione tra le arti di strada e lo spettacolo viaggiante, l’illusione della libertà e tanti altri fattori che ho trattato nel libro e ti suggerisco di approfondire leggendo gli articoli nella barra qui accanto, perché non posso ripetere ogni volta da capo le stesse cose. In linea molto generale la parola d’ordine per un artista di strada dovrebbe essere ‘decentrarsi’, esplorare, costruire rapporti esclusivi in luoghi dove nessuno vuole andare, leggi qui per approfondire cosa intendo. Tuttavia penso che trovarsi nello stato del bisogno non sia mai un difetto, in altre parole se negli ultimi anni s’è creato questo spaventoso ingorgo di spettacoli clonati in serie non dobbiamo considerare male i compagni e le compagne che faticano a uscire dall’omologazione trovando la loro indipendenza: al contrario, il primo passo per risolvere molti problemi è prendere atto della situazione ed avere la massima comprensione per chi sta attraversando tante difficoltà.

Proprio per aiutare i compagni che non hanno alternativa il primo passo è ritrovare la propria dignità lavorando nella direzione dell’indipendenza, in questo modo aiuteremo le passerelle a decongestionarsi, uso la parola dignità in un senso propriamente economico poiché il primo effetto delle piattaforme e dei permessi per le postazioni gratuite è stato perdere gli ingaggi nei locali del centro storico, la maggior parte dei quali ora preferisce dare agli artisti un’offerta simbolica in denaro, quando non addirittura in prodotti e servizi, lasciandoli fuori dal proprio plateatico e magari l’attacco alla corrente, come puoi leggere in questa intervista. Così facendo in realtà le piattaforme scaricano sull’artista responsabilità che prima erano di un datore di lavoro, lo rendono dipendente da una struttura esterna che di fatto specula su di lui: diritto d’autore, suolo pubblico, permessi, rapporto col vicinato e con le istituzioni, certificazione di conformità della strumentazione, leggi sull’inquinamento acustico e così via; l’assembramento di artisti va a costituire una sorta di festival permanente per il quale fino a pochi anni fa esistevano figure professionali, agenzie per l’organizzazione, cachet per gli artisti, vitto e alloggio, finanziamenti pubblici e privati, ora si sta svendendo lo stesso servizio in cambio di un’elemosina. E’ per questo motivo che la passerella dequalifica il settore, un artista di strada dovrebbe venirne fuori il prima possibile, lasciandola a chi si trova realmente nella condizione di non avere alternative… (Continua a leggere)

Tratto da F. Berti,
Gli artisti di strada
non sono mendicanti

Newsletter

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi