Promuovi la tua musica. L’editore musicale non è un mecenate.

Un esempio di playlist tematica nella quale autori di fama internazionale e artisti cosiddetti ‘minori’ si trovano affiancati dandosi a vicenda forza, respiro e credibilità. A questo serve una casa editrice, ma non è così semplice come vedremo.

L’editore non è
un mecenate

Come e quando
conviene

PROMUOVI
LA TUA MUSICA

Articolo di Federico Berti

Un’artista mi chiede che convenienza possa avere a suonare brani dal repertorio di un’etichetta musicale, se questa non le offre la sala d’incisione gratuita, la stampa dei dischi, passaggio in radio e televisione o altre campagne di promozione a pagamento. Penso che la domanda meriti più che una semplice risposta in privato.

 

LA RIVOLUZIONE DIGITALE

Si tende a sottovalutare la portata della rivoluzione digitale, iniziata negli anni ’90 ma esplosa in tutta la sua violenza nell’ultimo decennio. In primo luogo le fasi di produzione, incisione, stampa e distribuzione ricadono ormai sempre più spesso sugli autori dei brani musicali che peraltro non di rado coincidono con l’orchestra che li suona e talvolta persino col direttore dell’esecuzione, o con l’organizzatore dell’evento: a molti editori non resta che offrire servizi a pagamento di stampa, impaginazione, editing audio video, confezione e consegna a domicilio del prodotto finito. Questo cambiamento, se da un lato ha consentito a tanti giovani artisti di emergere contando solo sulle proprie forze, dall’altro ha disgregato il mondo dell’editoria.

 

 

Gaio Cilnio Mecenate promuoveva al tempo di Augusto un circolo intellettuale di artisti e scrittori, ma non per un disinteressato spirito di misericordia bensì per motivi di prestigio politico: l’arte era al servizio del principato.

 

 

AUTORE, ESECUTORE, EDITORE

Un nuovo equilibrio s’è andato a creare nel rapporto fra autore, esecutore e produttore di un brano musicale, per qualcuno semplice collaborazione strumentale, come andare dal fruttivendolo e comprare un chilo di verdura: l’autore ha un punto di forza nella capacità di comporre brani che altri possano suonare, avendo cura di redarre spartiti, canzonieri, testi e quant’altro sia utile a trasmettere una composizione. L’esecutore dal canto suo poggia sulla propria capacità di interpretare la musica ed eseguirla dal vivo, inciderla, divulgarla firmando borderò o licenze musicali che per la Siae si traducono in diritti d’autore. L’editore infine amministra le royalties, il suo ruolo è fare in modo che il repertorio dei compositori originali raggiunga gli esecutori e che questi ultimi possano godere della massima visibilità, per quanto la rivoluzione digitale sembra volerlo rendere qualcosa di drammaticamente simile a un mediatore culturale.

 


L’editore non è un agente personale,
non trova le date ma crea formati,
progetta collane, indicizza le opere.

 


 

L’EDITORE NON E’ UN MECENATE

In realtà noi sappiamo bene che la figura dell’editore non va confusa con quella del mecenate, nel senso che essendo amministratore di un’azienda non vive di elargizioni, né di sovvenzioni statali; stampa se pensa di vendere, paga una campagna  per radio, televisioni o manifesti nel caso in cui pensi di poter rientrare dell’investimento. Non spende per mandare in televisione un brano che ancora non ha dimostrato un suo potenziale, semmai provvede a presentarne lo spartito e l’audio per divulgarlo agli esecutori. L’editore non è un agente personale, non è un impresario e non trova le date, non fa lavoro di ‘booking’, non chiede l’esclusiva né ha interesse a concederla. Il lavoro dell’editore inizia nella costruzione dei formati, nella progettazione delle collane, nell’indicizzazione dei repertori, nella scelta dei lavori e delle opere.

 

Andy Warhol rappresenta il mecenate imprenditore, al servizio dei grandi sponsors e sempre in cerca di nuovi stimoli, non lavorava solo per la gloria.
Andy Warhol rappresenta al meglio la figura del mecenate imprenditore nel ventesimo secolo, al servizio dei suoi finanziatori internazionali e sempre in cerca di nuovi stimoli.

 

 

DOVE STA LA CONVENIENZA

Ogni casa editrice, ogni etichetta musicale ha una propria storia. Inizia coltivando rapporti con alcuni autori, col tempo alcuni di loro spariscono dalla circolazione e non se ne sa più nulla. Solo in pochi rimangono in attività continuando a espandere il proprio catalogo delle opere. Più passa il tempo, maggiore la sua credibilità anche quando l’etichetta non produce più nuovi artisti ma si occupa essenzialmente di valorizzare il repertorio messo insieme fino a quel momento. La convenienza nel suonare quella musica dal vivo, mettendo in gioco i propri borderò in cambio di promozione dei concerti o eventualmente diritti di esecuzione sotto qualsiasi forma, non è di tipo strumentale. Autore, esecutore, editore, sono le tre parti sociali di un rapporto che dovrebbe negoziare sempre le condizioni sulla base di equilibri concreti. Nessun rapporto è mai a senso unico.

 

NEGOZIARE TRA PARI

Sulla base delle considerazioni fin qui fatte, prima di chiederci qual’è la nostra convenienza nel suonare un repertorio dovremmo porci la domanda inversa, ovvero per quale motivo l’editore dovrebbe considerare un valore il nostro programma musicale: quando siamo consapevoli del contributo che possiamo dare con il nostro lavoro nel rapporto con un’etichetta indipendente, allora possiamo sedere al tavolo e trattare delle condizioni. Quante serate siamo in grado di fare e con quali prospettive di pubblico, quanti borderò firmiamo in un anno, quanti dischi vendiamo: se non abbiamo nulla da mettere sul piatto della bilancia, allora è il nome stesso dell’etichetta e la storia che questa rappresenta a costituire per noi un criterio di ‘convenienza’ nel suonare il suo repertorio.

 

 


Dobbiamo chiederci prima qual’è
il contributo che noi possiamo portare
all’etichetta con cui desideriamo
collaborare, sulla base di quello
andremo al tavolo della trattativa

 


 

CONCLUSIONE

Molti giovani autori confondono la figura dell’editore con quella del mecenate. Nell’era digitale è l’artista ad aver conquistato gran parte della propria indipendenza, da un lato questo gli garantisce un ampio margine di autonomia, dall’altro lo pone anche nelle condizioni di trattare con le altre figure da pari a pari come partners di un’attività comune; il digitale impone di mantenere i piedi saldi in terra, dobbiamo sapere esattamente cosa possiamo offrire, l’etichetta non lavora per la gloria. Se sappiamo quali sono i pesi e le misure possiamo calcolare quel che vogliamo in cambio, ma il conto deve tornare o il rapporto non sta in piedi.

 

ARTICOLI CORRELATI

 

 


 

Federico Berti è dal 1994 artista di strada, one man band, compositore e scrittore. Ha pubblicato Cd musicali, romanzi, graphic novels in versi endecasillabi, testi critici. Su questo sito puoi scaricare i suoi spartiti musicali, collabora con le edizioni Italvox di Bologna del cui archivio sta curando la digitalizzazione. 

 

WWW.ITALVOX.COM

Ascolta su questo sito la musica di
Giuliano Piazza e Federico Berti,
nell’archivio digitale della Italvox
puoi trovare altri spartiti musicali

GIULIANO PIAZZA
FEDERICO BERTI



Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi