Piazza Marino, La rana di Codifiume. Voce narrante Cesare Fauni

Marino Piazza, La rana di Codifiume. Voce narrante Cesare Fauni

Piazza Marino
“La rana di Codifiume”

Voce narrante Cesare Fauni
Musica di Giuliano Piazza
Illustrazione Federico Berti

In collaborazione con
Italvox edizioni musicali
Ass. Cult. Bolognese “Dino Sarti”

Questa zirudella del cantastorie bazzanese Piazza Marino si riferisce a un fatto realmente accaduto nel 1958, che troviamo raccontato anche nella cronaca locale. Tutte le notti nelle campagne intorno a Codifiume si sentivano versi strani, che spaventavano le persone. Vennero organizzate delle battute di caccia, arrivarono turisti incuriositi anche dall’estero. Giornali, radio, televisioni si interessarono del caso e naturalmente, il cantastorie. Il racconto di Piazza Marino è ancora oggi il più bello, il più completo, il più colorito, il suo primo pensiero va ai turisti che attratti dal mistero venivano da ogni dove calpestando e danneggiando le aree coltivate: è la voce del contadino che si è visto andar le patate in fumo, quella che risuona nei versi della filastrocca. Quando poi descrive gli amanti che devono cercarsi un po’ d’intimità altrove, a causa del grande afflusso di persone, non è tanto il mistero della rana in primo piano, ma l’isteria collettiva che si è sviluppata allora intorno ad esso, complici radio e giornali. Una testimonianza che anticipa la vena ambientalista e suona ancora di grande attualità. Per non parlare del linguaggio, un dialettale che mastica e incorpora il linguaggio tecnocratico del secondo novecento, incluse le sue venature anglofone: cine, fotoreporter e… L’atomica.

Vedi anche G. Borghi, La Zirudella del mostro di Loch Ness della bassa., ‘Nelle Valli Bolognesi’, estate 2017

Traduzione
di Federico Berti

Zirudella della rana
che ha sconvolto la val Padana
un contadino a S. Maria di Codifiume
le patate gli andarono in fumo
in fondo al campo si sentiva una voce
tutte le sere verso mezzanotte
un ruggito stravagante
che impressionava i confinanti
corsero da tutt’intorno
per vedere cosa fosse,
fotoreporter e giornalista,
cine, radio, telecronista
nel giornale un grande articolo
umoristico e un po’ ridicolo
dicevano che è una rana
di una specie americana
ma la cosa davvero comica
l’ha portata in qua l’atomica.
Quando la gente l’ha imparato
tutti correvano entusiasmati,
in automobile, in motorino
in corriera, in camioncino
in elicottero, in aeroplano,
Francesi, Inglesi, Americani,
Vedessi che confusione,
pareva una gran funzione,
gelati, birra, fiaschi di vino
in mezzo al campo del contadino,
gli innamorati in movimento
si muovevano nel frumento,
la sposa con l’amico
andavano a cercarsi un altro posto
tra i piselli e i pomodori
calpestavan tutti i fiori,
tutti allegri di gran carriera
ansiosi di veder la rana
tra il canale e le acace
arrivò un barcone da Comacchio,
in fondo scandagliavano in esplorazione
per individuarne la posizione.
Il barcaiolo signor Terenzio
disse: “Signori! Fate silenzio!”;
zitti zitti, in quell’istante
per udir la rana parlante
cinque minuti alla mezzanotte
in fondo al canneto si sente un verso
Mooooo Mooooooo…
Quattro volte l’ha ripetuto
la gente non ha resistito
le volevano saltare addosso,
chi in fondo all’acqua, chi nel fosso
a suon di urla e battiti di mani
hanno armato un gran baccano
per saltare addosso alla rana,
l’hanno presa con una bracciata,
l’han portata fuori dall’acqua,
dovettero sollevarla in quattro,
in cento vennero a fotografarla
che a gambe aperte pareva un vitello,
pesava quasi mezzo quintale,
l’entusiasmo della gente,
tutti correvano con l’affanno
per vedere la rana,
si son bagnati le braghe e la gonnella
toch e dai la zirudella!


Zirudelle di cantastorie


										
										
										
																		
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