I figli perduti di Haiti.
Breve storia di una colonia americana
Materiali di studio
a cura di Federico Berti
Materiali sulla questione dei ‘Petit Minustah’, i bambini nati dalle violenze e dalla prostituzione minorile di cui avrebbero approfittato militari dei caschi Blu durante i 13 anni della loro permanenza ad Haiti. Dopo aver raccolto un po’ di rassegna stampa sul caso specifico, ho iniziato a cercare altre fonti per contestualizzare il problema. Ovvero, perché l’Onu si trovava lì. Penso che non si possa comprendere davvero senza approfondire anche la storia di Haiti, le dittature sostenute dal commercio del tabacco, dello zucchero, del caffè e poi dal narcotraffico.
DALLE CARAVELLE
DI COLOMBO ALL’ONU
Haiti è l’isola su cui sbarca Cristoforo Colombo nel 1492, nei primi cinquant’anni gli Spagnoli sterminano i nativi e iniziano a importare schiavi dall’Africa, creando un immenso latifondo a manodopera servile, si calcola un uomo libero ogni venti ‘bestie’. Fin dal XVII secolo si raccontano storie di militari in presidio nel territorio di Haiti, che suonano drammaticamente familiari: della leggendaria filibustiera Jacquotte Delahaye si racconta ad esempio che fosse proprio la figlia di un combattente francese e un’amerinda nativa di Hispaniola, morto il padre si dette al brigantaggio sul mare e finì col fondare una libera repubblica. La storia di Haiti è tormentata e violenta. Pirati, cimarroni, rivoluzionari, eserciti nazionali, poi repubblicani bolivariani, si contendono un’isola centrata sulle piantagioni di zucchero e caffè, dipendente da un’economia coloniale. Con la propagazione degli ideali illuministi di uguaglianza, fraternità e libertà, nella colonia francese scoppia la Rivoluzione degli Schiavi, considerata da alcuni storici la più grande e sanguinaria dal tempo di Spartaco. Un paese in cui l’elite al potere era in così evidente minoranza e l’intera economia si basava sulla segregazione e lo sterminio di massa, prima o poi doveva accadere. La rivolta non aveva purtroppo strumenti per sopravvivere alla cacciata dei bianchi e alla distruzione delle piantagioni, il paese dipendeva in tutto dalle commesse straniere e gli schiavi non avevano un’istruzione che permettesse loro di costruire un alternativa duratura. Dopo l’indipendenza dalla Francia, si è semplicemente andata a selezionare una nuova borghesia creola al potere, che sfruttava sempre, anche se con orari di lavoro più ridotti, una maggioranza priva di qualsiasi prospettiva e opportunità. Le potenze coloniali, Francia, Spagna, Inghilterra e successivamente gli stati Uniti, hanno controllato la politica del paese attraverso il ricatto economico: embargo, aiuti, appoggio politico a questo o quel governo. Le dittature del XX secolo, poi la repubblica ecumenica di fine millennio e infine il protettorato dell’Onu, vanno dunque inscritti in una storia complessa, nella quale svolgono un ruolo di primo piano le idee giacobine e il bolivarianismo da un lato, il capitalismo e il neocolonialismo dall’altro. La rivoluzione di Haiti che portò alla dichiarazione d’indipendenza nel 1804 è stata la più vasta mai avvenuta fino ad allora dai tempi di Spartaco, e ha avuto ripercussioni sui movimenti di liberazione in tutto il mondo dalla schiavitù prima e dopo la guerra civile americana. In pratica il caso di Haiti dimostra come l’economia servile, portando a un concentramento di prigionieri e sfruttati fino a venti volte superiore alle forze che li opprimono, possa ottenere come risultato soltanto una sollevazione generale, con esiti disastrosi e cruenti. Per comprendere quel che sta accadendo in questi ultimi anni sull’isola, si deve ripartire da molto lontano.
La rassegna stampa è in corso d’opera, ho intenzione di approfondire perché sto lavorando a un nuovo format per contribuire a una corretta in formazione su questi temi. Torneremo su questa scheda, a presto.
Bibliografia
Rassegna stampa
Wikipedia, ‘Minustah‘, dal francese Mission des Nations Unies pour la Stabilisation en Haïti. Dopo la destituzione del presidente Jean-Bertrand Aristide, da parte di truppe di ribelli. 8.500 effettivi, tra personale militare e di polizia. Quartier generale nella capitale Port-au-Prince, guidata dal generale brasiliano Carlos Alberto dos Santos Cruz. L’Italia ha partecipato con un contingente di 120 carabinieri. Durata missione: 2004-2017
Sabine Lee, Susan Bartels, ‘The Conversation’ 17 Dicembre 2019, ‘They put a few coins in your hands to drop a baby in you’ – 265 stories of Haitian children abandoned by UN fathers. The narratives reveal how girls as young as 11 were sexually abused and impregnated by peacekeepers and then, as one man put it, “left in misery” to raise their children alone, often because the fathers are repatriated once the pregnancy becomes known. Mothers such as Marie are then left to raise the children in settings of extreme poverty and disadvantage, with most receiving no assistance. Minustah mandate was extended due to natural disasters, most notably an earthquake in 2010 and Hurricane Matthew in 2016. Peacekeepers also inadvertently introduced cholera to Haiti. 10.000 died from desease
Giulio Meotti, ‘Il Foglio’ 1 Agosto 2019, Angeli e demoni dell’umanitarismo. Dall’Onu alle ong, l’“impero del bene” abbattuto dagli scandali sulle violenze sessuali. Craig Sanders, vicedirettore dell’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). Michel Sidibé, agenzia Onu per la lotta all’Aids (Unaids). Luiz Loures, vicedirettore della stessa istituzione ginevrina. Kingston Rhodes, commissione per il servizio civile internazionale che regola le condizioni di lavoro dell’Onu. Pierre Krähenbühl, agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Peter Dalglish, il fondatore di Street Kids International. Nell’ultimo anno, le principali ong di aiuti hanno ricevuto 539 segnalazioni di molestie sessuali. Ne scrive sul Guardian Deborah Doane
Raiawadunia, 19 Dicembre 2019, Haiti: 2000 ragazze, molte minorenni, abusate da personale delle Nazioni Unite. Più di 2.000 donne ad Haiti, molte delle quali minorenni, hanno subito abusi sessuali da parte di operatori di pace schierati dalle Nazioni Unite. Concepiti un centinaio di bambini noti come il Petit Minustah. Sabine Lee ha diretto uno studio sulla rivista International Peacekeeping
Monica Coviello, 20 Dicembre 2019, Caschi blu ad Haiti, l’accusa: «Troppi bambini nati da abusi su ragazzine», un rapporto delle Università di Birmingham e dell’Ontario, pubblicato su The Conversation, Minustah (2004-2017), inizialmente per fronteggiare l’instabilità politica e la criminalità organizzata, mandato è esteso dopo il terremoto del 2010 e l’uragano del 2016.
Amy Wilents, ‘The Nation’, 2 Gennaio 2018. Without Haiti, the United States Would, in Fact, Be a Shithole. Si direbbe che Donald Trump non conosca la storia del suo paese, o almeno non ha mai sentito parlare della compravendita della Louisiana. Il presidente Jefferson comprò dalla Francia questa enorme porzione di terra, 828 mila miglia quadrate che vanno dal confine canadese fino a New Orleans e al delta. Senza questo territorio gli stati Uniti non sarebbero mai diventati un potere continentale e quindi, nemmeno una potenza internazionale. Napoleone scelse di vendere la Louisiana perché per dieci anni non era riuscito ad avere la meglio sui rivoltosi di Haiti, perdendo due terzi delle sue forze militari nel combatterli. Questa guerra gli aveva prosciugato le finanze, per questo motivo perse ogni interesse nella competizione per il nuovo mondo. Trump dimentica la guerriglia dei Cacos, che costrinsero i Marines a lasciare Haiti nel 1934. Ciò nondimeno i Marines avevano aperto l’economia del paese alle multinazionali, allo sfruttamento del lavoro salariato, ai capitali stranieri, alla manipolazione delle elezioni politiche (tuttora in corso) traendo vantaggio dal commercio dello zucchero e alla speculazione finanziaria sulle banche di Haiti, riducendo nella schiavitù del debito la popolazione del paese. E’ uno stato fantoccio, nessun sistema sanitario nazionale, né sicurezza sociale, niente pensioni, poche tasse, nessuna regolamentazione del lavoro. Questa la direzione in cui ci ha spinto Reagan e dove Trump continua a spingerci. La disoccupazione è la norma, le costruzioni sono men che minimali, l’elettricità non ce l’hanno tutti. Vivere ad Haiti vuol dire elemosinare qua e là giorno per giorno, impossibile qualsiasi pianificazione familiare. Molti sono emigrati negli USA o in Canada, anche se Trump non sembra apprezzare l’apporto dei nostri medici, ingegnieri, professori universitari, dentisti, motai e così via. Gli haitiani sentono la mancanza dello stato ogni giorno, ogni notte, ma combattono costantemente per la loro dignità. E’ raro vedere sfaccendati in giro per Port-au-Prince, sono tutti in giro a cercare un lavoro anche temporaneo, sempre in movimento. Di notte gli studenti escono di casa e studiano alla luce dei lampioni in strada. Chi se lo ricorda l’autore dei Tre Moschettieri? Bene, era di Haiti.
Wikipedia, Deforestazione ad Haiti, La missione #onu dicono fosse per via del terremoto, ma come al solito è una spiegazione superficiale e ‘di comodo’. Nessuno spiega che la deforestazione selvaggia dell’isola, svenduta agli Stati Uniti per il carbone e il legname, oltre alle culture intensive che impoveriscono il terreno, ha accentuato l’erosione e la desertificazione, rendendola più facilmente soggetta a calamità naturali. In più la concentrazione dei cittadini nelle baraccopoli e le pessime condizioni igieniche causate dall’assenza di infrastrutture, aumenta la prostrazione del popolo davanti alle catastrofi.
Wikipedia, ‘Jean Bertrande Aristide‘ sacerdote salesiano fino al 1996. Ottiene poi dispensa dai voti e sposa Mildred Trouillot, avvocato americano di origine haitiana. Mandato presidenziale nel 1991, poi 1994-1996 e infine 2001-2004. Esponente della ‘Teologia della Liberazione’, è più volte deposto da una giunta militare, poi esiliato in Sud Africa.
Wikipedia EN, ‘Paul Eugène Magloire‘, Presidente della Repubblica di Haiti (1950-1956), During his rule Haiti became a favorite tourist spot for American and European tourists. His anti-communist position also gained favorable reception from the US government. In addition, he used revenues from the sale of coffee to repair towns, build roads, public buildings and a dam. He also oversaw the institution of women’s suffrage. In 1954, when Hurricane Hazel ravaged Haiti and relief funds were stolen, Magloire’s popularity fell. In 1956 there was a dispute about when his presidency would end; he fled the country amid strikes and demonstrations.
Wikipedia, ‘Francois Duvalier‘ medico e politico di Haiti. Si oppone al golpe di Paul Magloire, poi eletto nel 1957 rimane presidente fino alla sua morte. Aveva vissuto da bambino l’occupazione americana e l’apartheid (1915-1934). Aderisce al movimento Noirista, studia la religione creola e il Vudù. Come ministro della sanità pubblica nel governo di Dumarsais Estimé ottiene fama di guaritore. Eletto presidente, forma una milizia privata, i Volontari per la Sicurezza Nazionale, conosciuti anche come Tonton Macoutes. Nella guerra fredda si propone come baluardo contro il blocco comunista, riceve aiuto dagli Usa. Accentua l’aspetto teocratico della sua dittatura proclamandosi incarnazione di Baron Samedi, una divinità Vudù. Kennedy interrompe gli aiuti, ma con il suo assassinio l’alleanza con gli Stati Uniti si rinsalda. Nel 1963 fallisce un colpo di stato castrista per deporlo. Governa fino alla sua morte con il terrore, la violenza e la superstizione religiosa.
Wikipedia, Tonton Macoutes, Milice de Volontaires de la Sécurité Nationale. Milizia privata e polizia segreta di Francois Duvalier, al comando del gerarca Luckner Cambronne. Il nome (Letteralmente, ‘sacco di juta’) nell’immaginario del posto indicava un uomo nero che rapiva i bambini rimasti fuori casa troppo a lungo inflandoli nel suo sacco di juta. Quanti parlavano contro Duvalier, infatti, sparivano di notte e di essi non si trovava più alcuna traccia.
Wikipedia, ‘Jean-Claude Duvalier‘, figlio e successore di Francois. Si insedia speculando nel commercio del tabacco, conduce vita dissoluta e rinsalda il rapporto con gli Stati Uniti, che nel 1971 riprendono l’invio degli aiuti per lo più destinati all’elite del potere. Il matrimonio con la mulatta Michel Bennet Pasquel, unito al malcontento per i metodi repressivi, porteranno alla sua destituzione nel 1986 con un nuovo colpo di stato.
Wikipedia, ‘Storia di Haiti‘, E’ l’isola su cui sbarca Colombo nel 1492, lascia un presidio ma trova la guarnigione sterminata al suo ritorno due anni dopo. Nella Brevísima relación de la destrucción de las Indias, Fray Bartolomé de las Casas stimò la popolazione pre-colombiana in tre milioni, Williams Bastidas parla di due milioni. Nei primi 50 anni vengono ridotti in schiavitù, impiegati nelle miniere e nelle piantagioni, sterminati dalle malattie. Decaduta la colonia, l’isola di Tortuga diviene base per filibustieri e bucanieri, inglesi e spagnoli si contendono le risorse della zona. Nel 1697 la Francia occupa l’attuale Santo Domingo. L’isola di Hispaniola è ormai un latifondo basato sull’apartheid (grandi e piccoli bianchi, 32 classi di neri e mulatti), gli schiavi impiegati nello zucchero e nel caffè muoiono rapidamente dunque s’intensifica l’importazione dall’Africa, si calcola che vi fossero venti schiavi per ogni uomo libero. Alcuni di loro scappano, si danno alla macchia, sono i ‘cimarroni’ e incitano altri schiavi a ribellarsi, famoso il bandito Mackandal (1751-1758) deportato dall’Africa, combatteva senza un braccio. In questo periodo si forma la cultura e la lingua creola. Nel 1749 viene fondata la capitale Port-au-Prince. Nasce una Società degli Amici dei Neri che si oppone alla schiavitù, nel 1791 la rivoluzione guidata da un sacerdote vudù Boukman, in decine di migliaia si rivoltano uccidendo i bianchi e devastando le piantagioni. Da quel momento è guerra tra francesi, spagnoli e inglesi, che arruolano schiavi e mulatti promettendo loro la libertà, Haiti proclama l’indipendenza guidata da Touissant Louverture. Nel 1804 l’indipendenza, primo stato nero libero dell’America Latina, il capo dei rivoltosi Dessalines è uno schiavo deportato, instaura una dittatura autocratica e sanguinaria. S’inizia a sentire l’influenza della rivoluzione Bolivariana al sud, il nuovo stato non viene riconosciuto, inizia l’embargo. Liberati gli schiavi, l’economia rimane sommersa nel contrabbando a causa dell’isolamento diplomatico e deve spendere molto nella difesa. L’isola viene rioccupata da Francesi e Spagnoli, seguono cent’anni di instabilità politica che culmina nell’occupazione americana del 1915-1934, poi le dittature filo-americane di Duvalier padre e figlio, la democrazia ecumenica di Jean Baptiste Aristide e infine la missione Minustah dei Caschi Blu.
Patricia Schutt-Ainé, Staff of Librairie Au Service de la Culture, Haiti: A Basic Reference Book, Miami, Florida, Librairie Au Service de la Culture, 1994. L’isola del tesoro di Stevenson è ambientata nei Caraibi, tra le isole intorno a Hispaniola. La Tortuga si trova a nord di Santo Domingo,da cui la separa un canale di appena 37 km: scoperta da Colombo nel 1492, inadatta alle piantagioni, fu destinata dai coloni inglesi e francesi, in funzione anti-spagnola, come base per le azioni di pirateria.
George Choundas, The Pirate Primer: Mastering the Language of Swashbucklers and Rogue, Popular Woodworking Books, 2010. I bucanieri della Tortuga sono noti fin dal 1640, erano per lo più francesi, inglesi, olandesi. Il governatore francese vi importò 1600 prostitute. Governi nazionali che finanziano la malavita organizzata di un paese nemico, un classico della guerra fredda.
Tim Travers, Pirates: A History, The History Press, 2012, Tortuga è l’isola dove nel 1657 il pirata Henry Morgan convoca l’assemblea in cui si decide l’assalto a Panama. Nel 1680 vengono scaricati dal governo francese e inquadrati nella flotta durante la presa di Cartagena. Dopo un breve periodo di spopolamento, nei primi anni del ‘700 vi si impianta la canna da zucchero. Durante la guerra d’indipendenza di fine secolo sarà l’ultima roccaforte francese. Tortuga è l’isola del Corsaro Nero dei romanzi di Emilio Salgari.
Gonzalo Fernández de Oviedo e de las Casas hanno documentato che l’isola era chiamata Haiti (“Terra montuosa”) dai Taino. D’Anghiera aggiunse un altro nome, “Quizqueia” (presumibilmente “Madre di tutte le Terre”), ma in seguito la ricerca ha dimostrato che la parola non sembra derivare dalla lingua originale dei Taino.
Benerson Little, The Golden Age of Piracy: The Truth Behind Pirate Myths, Skyhorse Publishing, 4 ottobre 2016. Jacquotte Delahaye, 1630-1663. Pirata, nativa di Hispaniola. Potrebbe essere soltanto un personaggio leggendario, dato che non si riscontrano evidenze documentarie della sua reale esistenza. Ne parla lo scrittore francese Leon Treich nei suoi romanzi intorno al 1940. E’ citata accanto ai nomi di Oltre a Anne Dieu-le-Veut, Anne Bonny e Mary Read. Figlia meticcia di un generale francese e una donna Taino, nativa amerinda (morta di parto), aveva un fratello disabile.
Gérard A. Jaeger, Les femmes d’abordage: chroniques historiques et légendaires des aventurières de la mer, Clancier-Guénaud, 1984. Secondo la leggenda, Jacquotte Delahaye dovette fuggire con il fratello disabile dopo l’omicidio di suo padre, per sottrarsi agli assassini che lo avevano ucciso. Vestiti abiti maschili, si nascose per alcuni anni tra pirati e bucanieri, quando tornò in abiti femminili venne soprannominata la Rossa Rediviva (Back from the dead red).
Charles H. Parker, Global Interactions in the Early Modern Age, 1400–1800, Cambridge University Press, 23 giugno 2010. Jacquotte Delahaye si mise a capo di un gruppo di un centinaio di bucanieri, conquist un’isola spagnola nei pressi di Hispaniola e fondò la Repubblica dei Filibustieri nel 1656, con una sua flotta. Questa però viene espugnata sette anni più tardi, lei muore nel difenderla. Si racconta che avesse una figlia Dinah, bucaniera anch’essa, abile spadaccina. Il Jolly Roger attribuito alla banda di Jacquotte Delahaye, raffigurava una donna che danza con la morte impugnando un pugnale, intorno a un grande cuore rosso, sormontato da tre puntini del medesimo colore.
Little, Benerson (2016). The Golden Age of Piracy: The Truth Behind Pirate Myths. New York: Skyhorse Publishing. Mentre l’esistenza storica di Jacquotte Delahaye non è confermata, quella di Anne Dieu-le-Veut è invece ben documentata, per quanto alcune delle sue imprese restino leggendarie. Di lei si dice fosse di origine bretone, deportata a Tortuga come criminale intorno al 1665, vale a dire tre anni dopo l’ipotetica morte di Jacquotte. Si sposa due volte con altri filibustieri, due anni dopo il matrimonio entrambe i suoi mariti muoiono. Leggenda vuole che per vendicare l’ultimo abbia sfidato a duello il già leggendario pirata danese Laurens de Graaf, lui rifiutò di combattere una donna e ammirandone il coraggio le propose il matrimonio. Si sposano nel 1693. Leggenda vuole che lei partecipasse alle scorrerie del marito, ma questo non è confermato. Prigioniera degli inglesi, con i suoi figli, dopo il sacco di Port-de-Paix. Non si sa nulla di quel che accadde dopo il suo rilascio, qualcuno ha ipotizzato sia andata a vivere in Louisiana. Un’altra leggenda vuole che il marito sia morto in battaglia contro gli spagnoli e che lei abbia preso il comando della nave, in quell’occasione sia stata arrestata e condotta a Cartagena per il processo. Un’altra leggenda vuole che abbia conosciuto Jacquotte e partecipato alla difesa della sua repubblica, ma le date non combaciano e nulla è documentato.
Captain Charles Johnson, A General History of the Pyrates, London, Rivington 1724, L’irlandese Ann Bonnie era figlia illegittima di un avvocato e una serva irlandesi. Il padre portò a Londra la bambina, vestendola con abiti maschili. La famiglia emigrò poi in Carolina quando Ann aveva appena dieci anni, due anni dopo morì la madre. Lui accumulò una discreta fortuna mettendosi nel commercio, si comprò una casa e una piccola piantagione. La ragazzina a tredici anni si dice che ferisse la ragazza di un servo con un coltello. Si sposò a ventuno con un povero marinaio da poco nella pirateria e cacciata per questo di casa dal padre leggenda vuole che appiccasse il fuoco alla sua piantagione, poi col marito si trasferì a Nassau nelle Bahamas, dove il marito divenne spia governativa e fece arrestare molti altri pirati. Ann incontrò Calico Jack Rackam e ne divenne non solo l’amante, ma anche la compagna di scorrerie.Venne catturata nel 1720 col marito e con Mary Read, ma l’esecuzione di entrambe fu rimandata perché erano incinte. Sulla nave lei vestiva panni maschili, nessuno sapeva che fosse una donna fino a quando non rimase incinta e partorì a Cuba. Vennero catturati dai governativi, Rackam e Read impiccati ma di Ann non si sa nulla dopo il parto in cella.
Adam Hochschild, Bury the Chains, Houghton Mifflin, 2005. La Rivoluzione Haitiana scoppia il 22 Agosto 1791 e termina con l’indipendenza del paese. Lo scrittore francese Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau scrisse che a Santo Domingo i bianchi “dormono sul Vesuvio”.
Franklin W. Knight, The Haitian Revolution, in The American Historical Review, vol. 105, nº 1, February 2000, con un’ampia bibliografia in nota sulla storia della rivoluzione contro la schiavitù e il colonialismo sull’isola di Hispaniola.
Vulliamy, Ed (a cura di), The 10 best revolutionaries, The Guardian, 28 agosto 2010. La rivoluzione di Haiti fu la più grande sollevazione di schiavi dal tempo di Spartaco.
Philippe R. Girard (2011). The Slaves Who Defeated Napoleon: Toussaint Louverture and the Haitian War of Independence 1801–1804. Tuscaloosa Alabama: The University of Alabama Press. Fondamentale collaborazione tra mulatti e neri, la capacità organizzativa e tattica dei guerriglieri, culminante nella Battaglia di Vertieres.
Anne Greene, Chapter 6 – “Haiti: Historical Setting”, in A Country Study: Haiti, Federal Research Service of Library of Congress, 1988–98. Di fatto l’indipendenza di Haiti portò all’emergere di una nuova classe dominante, quella mulatta o ‘gense de coloeur’ educata nelle scuole francesi, arruolata nell’esercito, benestante, che si limitò a prendere il posto dei bianchi nell’economia dell’isola, sostanzialmente rimasta legata alla plantocrazia. Pur essendo formalmente abolita la schiavitù, i prigionieri liberati non avevano le stesse opportunità e libertà dei mulatti che andarono a costituire la nuova borghesia e finirono per dar luogo a una nuova deriva autoritaria. Non solo, ma restando l’economia ferma alla coltivazione dello zucchero, restò ‘dipendente’ dalle commissioni europee e di conseguenza non riuscì mai veramente a liberarsi. Tutto dipendeva dal sistema d’irrigazione progettato dagli ingegnieri francesi. Gli schiavi deportati morivano per lo più entro un anno di febbre gialla o per le condizioni inumane in cui venivano segregati. Violenza fisica, frusta, castrazione, ustione, stupro, nonostante il Code Noir del 1685 lo proibisse. Nel 1789 viene pubblicata in Francia la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, l’ideale di uguaglianza tra gli uomini ispira la rivolta degli schiavi ad Haiti. Questi avevano sentito voci di malcontento fra i bianchi della middle class, si schierarono con Spagnoli e Inglesi perché temevano il consolidarsi del potere dei loro padroni.
Dubois, Laurent The Avengers of the New World: The Story of the Haitian Revolution, Cambridge: Belknap Press, 2005, La maggioranza degli schiavi era di stirpe Yoruba e proveniva dall’attuale Nigeria, oppure di stirpe Fon dall’attuale Benin e quasi la metà dal Regno del Congo. La Plaine-du-Nord era l’area più fertile, gran parte del commercio dell’isola si svolgeva qui. Il porto più trafficato era Le Cap-Français (attuale Le Cap-Haïtien), nell’entroterra gli schiavi africani vivevano in grandi gruppi di lavoratori in relativo isolamento, separati dal resto della colonia da alte montagne note come Massif du Nord. Nella colonia, una parte di loro finira per unirsi ai bianchi dando luogo a un’etnia mulatta che entrerà in conflitto razziale con gli stessi neri. Uno tra gli episodi più surreali della rivoluzione haitiana è la Guerra dei coltelli combattuta fra il generale Toussiant a capo dei neri, e il generale Rigaud a capo dei mulatti, una divisione interna che finì per favorire i francesi. Ebbe la meglio il primo e il paese ottennel’indipendenza, ma entrambe finirono per essere arrestati e deportati.
Jan Rogozinski, A Brief History of the Caribbean, Revised, New York, Facts on File, 1999, I fuggitivi maroons si riunivano sulle montagne in bande fino a cento individui, ma mancavano di una guida adeguata e di una strategia per portare a compimento obbiettivi su vasta scala. Il primo capo conosciuto fu François Mackandal. Sacerdote voodoo haitiano, riunì diverse bande di maroon e stabilì una rete di organizzazioni segrete tra le piantagioni di schiavi, guidando una ribellione che perdurò dal 1751 al 1757. Catturato dai francesi, fu arso vivo nel 1758.
C. L. R. James, The Black Jacobins; Toussaint Louverture and the San Domingo Revolution. 1st ed. New York: Vintage Books, 1963. L’illuminismo divideva la società del mondo in “capi illuminati” e “masse ignoranti”; Louverture tentò di sorpassare questa divisione per ottenere la liberazione degli uomini, senza propagare l’idea che egli in quanto capo doveva ritenersi moralmente superiore rispetto agli altri abitanti di Santo Domingoc. Scrisse una Costituzione per una nuova società a Santo Domingo, ponendo al primo posto l’abolizione della schiavitù, cercò di imitare gli esperti europei in materia di legge sia nello stile sia nel linguaggio. La notte del 21 agosto 1791, gli schiavi di Santo Domingo erano riuniti per una cerimonia segreta di rito voodoo. Era in corso una tempesta tropicale, un fulmine irruppe nella stanza e venne preso come un segno da parte degli schiavi. Dutty Boukman, sacerdote di rito voodoo e capo degli schiavi maroon nel corso di una cerimonia religiosa al Bois Caïman nella notte del 14 agosto incitò la rivolta. In dieci giorni più di 100.000 persone uccisero più di 4000 bianchi e devastarono 180 piantagioni di zucchero e 900 di caffè. Un mese più tardi per rappresaglia vennero massacrati 15000 neri. A partire dal 1792, la rivolta degli schiavi coinvolge Spagna e Inghilterra, interessate a indebolire il protettorato francese, intanto gli schiavi avevano preso un terzo dell’isola. A quel punto i francesi liberano gli schiavi, con ratifica di Robespierre da Parigi. Touissant prima si schiera con gli spagnoli, poi passa coi francesi con la promessa d’integrare le sue truppe nell’esercito regolare, quadri compresi e con parità di poteri tra bianchi e mulatti, ma nel 1974 la febbre gialla falcidia tutti gli eserciti. Nel 1801 Louverture proclama la costituzione repubblicana e la sovranità dei neri, Napoleone lo dichiara fuorilegge, manda il generale Leclerc a combatterlo e ripristinare la schiavitù. I rivoltosi fanno terra bruciata, incendiano, devastano e saccheggiano, uccidono tutti comprese donne e bambini, lasciando cadaveri insepolti per incutere maggior timore. Dopo la Battaglia di Crete a Perrot gli haitiani si danno alla guerriglia. Il successore di Leclerc, Rochambeau, sceglie la guerra genocid, ma poi Napoleone si trova con ben altri problemi da risolvere in Europa e non riesce a inviare ulteriori contingenti. Touissaint viene arrestato e muore in carcere, il suo compagno Dessalines proclama l’indipendenza ma poi instaura il terrore. L’isola riprende il nome datole dai nativi Arawak. La nazione era però devastata e il commercio inesistente, in più l’isolamento diplomatico le impediva di riprendersi. Dessalines ridusse l’orario di lavoro a un terzo e proibì l’uso della frusta, ma stabilì che comunque tutti dovevano lavorare o prestare servizion militare.
Popkin, Jeremy D., A Concise History of the Haitian Revolution, John Wiley & Sons, 2012. Toussaint restaurò le piantagioni col lavoro salariato, negoziando trattati commerciali col Regno Unito e gli Stati Uniti, mantenendo su tutto un esercito grande e ben disciplinato. Era nato schiavo il 20 maggio 1743 a Port-Margot, da schiavi nella piantagione Bréda che discendevano dalla famiglia reale del regno africano occidentale del Dahomey, suo nonno Gaou Guinou era figlio di re Ardra il Grande. Aveva 50 nel 1791. Da giovane lo chiamavano Fatras-Bâton, come dire piccolo e fragile. Lavorò come stalliere e poi come cocchiere, imparando tuttavia a leggere e a scrivere dai Gesuiti. Era un ammiratore di Epitteto, il filosofo stoico che viveva da schiavo, aveva letto Machiavelli. Alcuni hanno citato gli scritti contro la schiavitù dell’abate Guillaume-Thomas François Raynal come possibile riferimento per le sue idee. Le sue conoscenze mediche sono da riferirsi in parte alla tradizione africana o creola e in parte ai gesuiti negli ospedali locali. Liberato a 33 anni, mette insieme un piccolo capitale col lavoro salariato nelle piantagioni e arriva ad avere anche degli schiavi propri. Era un devoto cattolico romano e scoraggiò la pratica del vodoo. Qualcuno ha notato simboli massonici nella sua firma, ipotizzando fosse membro della loggia di Santo Domingo, ma non ci sono conferme. Louverture è solo il soprannome di Colui che ha aperto la strada. Tra le sue intuizioni l’idea che la libertà della popolazione nera di Santo Domingo dipendeva dal rilancio dell’economia. Tra i problemi che dovette affrontare, la rivalità con l’elite mulatta razzista contro i neri, di Jean-Louis Villatte, l’altra l’elite nera razzista contro i bianchi espropriati dalle piantagioni, rappresentata da Sonthonax, che li vedeva non come possibile risorsa, ma solo come potenziali contro-rivoluzionari. Jean-Jacques Dessalines fu almeno in parte responsabile dell’arresto di Louverture, come riportato dal figlio di Louverture stesso, Isaac. Quando fu deportato disse: “Privandomi del potere avete tagliato solo il tronco dell’albero della libertà a Santo Domingo; fiorirà nuovamente dalle sue radici, che sono molte e molto profonde.”
Ashli White, Encountering Revolution: Haiti and the Making of the Early Republic (2010). Uno degli effetti a breve termine della rivoluzione di Haiti, fu che l’esodo di alcuni combattenti nella Louisiana contribui alla rivolta degli schiavi anche in America, favorendo le condizioni per l’imminente guerra civile.
Perry, James Arrogant Armies Great Military Disasters and the Generals Behind Them, Edison: Castle Books, 2005. Il capitano Marcus Rainsford osservò l’allenamento delle truppe haitiane scrivendo: “Con un sol fischio, un’intera brigata era pronta a correre per tre o quattro iarde di distanza, cambiando velocemente posizione […] Questi movimenti erano eseguiti con una tale facilità e precisione da rendere completamente inefficace l’intervento della cavalleria”
Wikipedia, ‘Cimarroni‘. In spagnolo cimarrón indica genericamente qualsiasi animale domestico si sia dato alla macchia (cimarra significa appunto “boscaglia”). I cimarrones assursero a fenomeno sociale nelle colonie intorno al 1540, quando il vocabolo assunse il suo significato. Ad Haiti nel 1789 sull’onda della Rivoluzione francese, gli schiavi insorsero capeggiati da Toussaint Louverture. Le comunità hanno conservato molti tratti culturali del paese d’origine dei loro fondatori: erbe medicinali, pratiche magico-religiose, giochi, lingua. Soprattutto nella zona dei Caraibi, gli schiavi si univano ai nativi amerindiani, dando luogo a commistioni etniche e culturali uniche. Molti cimarroni parlano lingue creole derivate da lingue europee e africane.
La Citadelle Laferrière è una grande fortezza situata sulla cima di una collina nella parte settentrionale di Haiti, circa 25 chilometri a sud della città di Cap-Haïtien. Si tratta della più grande fortezza di tutto l’emisfero boreale e dal 1982 è inclusa nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Hugo Pratt, Vudù per il Presidente, 06 1998, Tascabili Lizard. E’ un episodio di Corto Maltese ambientato nelle Barbados in un immaginaria Port Ducal in cui evidente è il richiamo ad Haiti, con riferimento alle superstizioni incluse nel codice penale dell’isola nei primi anni del ‘900 e l’amaro sarcasmo sui presidenti ‘zombie’ manovrati come pupazzi.