Natale regala la guerra. Interviste in casa di riposo. Imparare è ricordare.

Natale regala la guerra

Infoterapia con anziani

Tratto da F.Berti, Imparare è ricordare

Quel panettone in offerta dalla Cina.

  • Uno dice il Natale, ma pensate ai supermercati che vendono il panettone dal primo di novembre: se per i cristiani è la nascita di Gesù nel mondo può essere diverso, non solo religioso. Noi da ragazze più la Befana, non si dormiva la notte ad aspettare. Da noi si faceva il presepe, pomeriggio andavo in chiesa per vederli, Bologna ce n’è di belli, in piazza Malpighi stavo in fila delle ore, è immenso e le statuine si muovono.  L’albero è venuto dopo, noi dell’Anconella prendevamo il ginepro e ci attaccavamo sopra i mandarini, poi la candela vera. Dovevi spegnere tutto che non prendesse fuoco; dice non tagliare gli alberi, il mercatino di Santa Lucia lo danno in Santa Maria dei Servi che prima vendevano solo roba per decorare come il muschio, le palline, poi han messo anche i dolci e una gran cineseria. Sembra che vogliono tornare a chiuderlo che puoi andare solo se sei a tema. Buono lo zucchero filato, il torrone, lo fanno morbido ma una volta  era da lasciarci i denti attaccati. Qui viene uno che lo fa lì per lì, non solo noci e mandorle ma qualunque, attenti alla dentiera! Natale e Pasqua tortellini, cappone, cotechino, il mosto, le pinze ormai le vendono bell’e pronte tutto l’anno ma una volta iniziavano solo al primo dicembre, mettevan dentro pasta frolla, uvetta e pinoli, mostarda. Quando costa poco vuol dire che viene dalla Cina, io invece la facevo proprio in casa, le mele e l’uva al savour: ore e ore a bollire il mosto, le cotogne, le bucce d’arancia. Niente pere, non le mettevo; certo ora mi tocca di schiacciare l’uva e scolarla, ma allora un po’ di mosto in casa l’avevan tutti che il vino si faceva da noi. La mangiavo col latte oppure ci bagnavo le raviole e i sabadoni (una specie di tortelli dolci fritti) al posto dell’alchermes, stavano a bagno con questo sciroppo, che voglia ne farei anche adesso. Ormai dei gran panettoni e pandori ‘comperi’. Noi il creme caramel lo chiamavamo budino, lo si preparava con latte, rosso d’uovo e zucchero; andava molto la zuppa inglese che a Bologna è diventato tradizionale, ormai la vendon dappertutto e nessuno sa più come’è perché ci mettono dentro pure i savoiardi, Ci vuole la ciambella, altro che. Il panone bolognese, che buono era? Fai conto una torta di cioccolato con marmellata, frutta secca, canditi noci e pinoli, mandorle, ogni ben di Dio; lo mangiavi solo durante le feste, mica tutto l’anno, era una cosa che l’aspettavi per dei mesi. Altro che quel panettone in offerta dalla Cina”.

Il ripieno dei tortellini

  • Chi lo vuol cotto, chi lo vuol crudo, han detto i petroniani depositando la ricetta che l’uno vale l’altro. Vuol tanta forma, la carne dev’essere di quattro qualità diverse: lombo (lonza), mortadella, prosciutto, delle volte anche il salame quand’era secco ci mettevo, a casa mia il petto  di cappone oppure un po’ di scanello sopra la coscia. Fuori Bologna qualcuno aggiungeva anche l’uovo e la noce moscata ma appena l’odore, per ogni posto dove vai son diversi. La forma è tutto, dev’essere ben stagionata, niente a vedere coi cappelletti allo spezzatino rosso che fanno a Reggio Emilia. La sfoglia poi neanche a dirlo ci vuole il mattarello, niente macchinino: noi dopo la guerra si cominciò di comprare quella pasta già fatta e così mia figlia non l’ha mai imparato, ma è un’altra cosa perché con la macchina scalda troppo e viene molto liscia, rimane molle. Sfoglie compere, una signora mi disse che faceva le tagliatelle ma prima le metteva nell’acqua e poi nel brodo per toglier via la farina da sopra, perché non si appiccicassero, però se fai bene la sfoglia non serve aggiungere la farina sopra: lasci un po’ là ad asciugare prima di tagliarla, ne abbiam fatte noi. Bologna ho trovato i tortellini a 80 euro al chilo, il meno è 38-40, in montagna 27 li girano ancora le donne in casa. Dovevo spedirli in Spagna a certi parenti, me ne mangiavano mezzo chilo per uno: il fatto è che li stringevo piccoli ma a me piace un po’ di sfoglia anche intorno, non troppo nudi. Una buona sfoglina per un ristorante può guadagnare anche 3000 euro al mese, c’era il Pappagallo a Bologna che le vedevo a lavorare fuori in vetrina. Mio figlio ne ha tirata lui da solo una da 12 uova; avevamo il tagliere grande. Quelle comperate sono grosse e dure ma si sfaldano se non stai attenta, forse per le uova pastorizzate. Lo sai te che non usano mica quelle vere, in casa invece puoi farla come uno vuole”.

Regali di Natale e giocattoli violenti.

  • Regali a Natale? Mancavano i soldi, non c’erano proprio. I bambini andavano in chiesa a recitare la poesia, l’imparavano a memoria mi ricordo un librino così erano tutte in tema sull’argomento, pure le letterine che si scrivevano, sopra avevano un angioletto e diceva sempre che prometto di stare buono, le mettevi sotto al piatto. Ne ho ancora. Santa Lucia mi portava una bambola, tegamini, caramelle, arance e castagne, ma i regali di solito erano per la Befana. Poi è arrivata questa mania di Babbo Natale. E’ cambiato più ricco, più giocattoli, cose anche più costose, magari forse comincia a calare per via della crisi ma fino a pochi anni fa tutti quei soldi spesi potevi metterli nel salvadanaio, che gli restavano anche dopo; molti non vanno in famiglia, una volta si diceva: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Oggi vanno in ferie, punto. Noi alla novena, tutte preghiere che mi alzavo la mattina presto. Cos’è cambiato da quando si mangiava il baccalà? Della cattiveria, te lo dico io. C’è più gente egoista, il mondo è cambiato: ci si conosceva tutti, ora invece anche nei paesi piccoli non sai più chi è il tuo vicino, apri la porta e ti svaligiano casa. Noi non avevamo niente, ora sotto il vestito di Babbo Natale ci trovi i ladri d’appartamento. Han detto gli inglesi che raccontare queste cose ai bambini si perde la loro fiducia, io dico peggio regalargli tutti quei giochi che si sparano a vicenda, sangue, armi, lotta, guerra, questo si regala oggi a Natale. Mostri spaventosi fan voltare lo stomaco. Li saluti e non alzano nemmeno la testa: giocano a vendere, comprare, aver dei soldi. Cosa vogliamo dire ai giovani, ma regalassero dei mandarini che è meglio: meno droga, più frutta fresca. Non aspettar la manna dal cielo, volersi bene e pensare alla famiglia. Buon senso, poche parole e più fatti”.

Articolo tratto da
Federico Berti, Imparare è ricordare
Interviste in casa di riposo

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