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Mnemonica. Il problema dell’ansia da prestazione

Mnemotecnica
Il problema dell’ansia
da prestazione

Per un’arte della memoria
piacevole e non competitiva

Articolo di Federico Berti

Qualcuno di voi aveva citato Andrea Muzil, campione mondiale di ‘Mind Sports’. In una delle nostre stanze del venerdì sera su Club House abbiamo accennato al problema della competitività. Invito ad ascoltare per intero l’intervista riportata in fondo a questo articolo, perché nelle parole dello stesso Muzil si può chiaramente comprendere il problema dello ‘stress mentale’ riscontrato dal nostro amico Giovanni, un problema derivante in primo luogo dalla mancanza di un ‘piacere’ effettivo nell’allenamento della memoria a scopo competitivo e l’ansia che ne consegue.

Spiega il nostro campione infatti, che la soddisfazione, al momento di allenarsi, viene dalla consapevolezza di un obiettivo da raggiungere, non dall’azione in sé e che al contrario quest’ultima genera una fatica non indifferente, per ottenere dei miglioramenti minimi. Proprio come avviene negli sport agonistici. E’ esattamente il problema che noi qui stiamo provando a risolvere, rovesciando (nel senso copernicano) l’obiettivo della disciplina, che non serve necessariamente a competere con altre persone: la mnemotecnica che qui insegniamo deve procurare piacere nel momento in cui la pratichiamo, non nella prospettiva di ‘conquiste’ future. Dev’essere una cosa bella da fare, possibilmente insieme, per tutti e non solo per il campione.

Qui sta l’innovazione sostanziale che il metodo da me insegnato porta nella disciplina. Nel momento in cui smettiamo di progredire in modo significativo in qualcosa, non c’è bisogno di insistere ancora su quel punto per diventare ‘i migliori’: si può semplicemente spostare l’attenzione verso un nuovo obiettivo di formazione, da integrare con tutti i livelli precedentemente conseguiti, intraprendendo nuovi percorsi che porteranno a risultati assai maggiori con uno sforzo assai minore.

Se sapremo fare in modo che tutti questi percorsi vengano a integrarsi in modo armonioso con quello che siamo e che desideriamo realmente fare nella vita, allora il ‘multi-potenziale’ non sarà più un atteggiamento dispersivo ma al contrario, offrirà uno strumento che educa la nostra immaginazione e ci aiuta a sfruttare molto più a fondo le nostre facoltà cognitive. Di tutto questo e di molto altro parlo nel libro “Memoria, l’arte delle arti”, su cui sono basate le nostre serate del venerdì. Buona giornata e a presto.



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