Lo smalto sulle unghie di Josepha. Fake news tutorial

Lo smalto
di Josepha

DISINFORMAZIONE
E DEPISTAGGIO

Fake News Tutorial

Articolo di Federico Berti

Il caso di Josepha, fuggita dal Camerun e salvata in mare da una organizzazione non governativa, non è solo un esempio di fake news: pronta a denunciare l’omissione di soccorso com’è suo diritto, s’innesca una meschina macchina del fango a suo danno, vengono diffuse in rete immagini ritoccate di lei con lo smalto alle unghie. La notizia è smentita prontamente, in questo articolo vorrei andare oltre alla semplice rettifica mostrando piuttosto la contraddizione interna alla propaganda e la pericolosità del sistema che l’ha prodotta. 

JOSEPHA NON AVEVA LO SMALTO

L’immagine della donna è stata diffusa in rete senza specificare il nome di chi l’ha scattata, quale agenzia l’ha messa in circolazione, il luogo esatto e la data, solo questo dovrebbe essere sufficiente a non ritenerla un documento credibile come abbiamo più volte spiegato in questa rubrica sulle fake news, ma il problema stavolta va oltre perché il ritocco sull’immagine a figura intera è talmente grossolano, le dimensioni e la qualità sono tali da non potersi dire nemmeno che quel rosso alle unghie sia veramente smalto: se proprio vogliamo entrare nel merito potrebbe somigliare anche a una linea di sangue intorno all’attaccatura dell’unghia, ipotesi  compatibile con la tesi del naufragio. Diverso il caso del primo piano staccato sulla mano, non ricollegabile in alcun modo alle immagini in figura intera, l’unico richiamo alla realtà è rappresentato dai due bracciali ma il colore si vede benissimo che è stato aggiunto con un semplice ritocco.

Ad aggravare la situazione è il problema del ricorso legale e la denuncia per l’omissione di soccorso, che la donna ha manifestato di voler fare a danno sia del governo libico, sia dello stato italiano: nel complesso quadro politico e istituzionale che potrebbe delinearsi, questa campagna va a colpire una delle parti in causa, nel tentativo di renderla meno credibile davanti all’opinione pubblica, un tentativo di sottrarre il potere giudiziario alla magistratura sottoponendo la persona a una gogna mediatica improvvisata attraverso i sociale media. Come sappiamo infatti, basta pagare un motore di ricerca per far girare questo genere di immagini, con un minimo investimento il risultato è garantito; da un punto di vista propriamente giuridico, sembra quasi un tentativo di depistaggio, tu vuoi portarmi davanti a un giudice, io ti scredito davanti al popolo. La pericolosità del sistema che sta producendo questo tipo di disinformazione non è stata forse ancora valutata in tutta la sua inquietante potenza eversiva.

fake news falso josepha
Numerose le smentite in rete, nelle quali si dimostra che il primo piano sulla mano è un falso. Per farsi un’opinione si devono ascoltare sempre diverse fonti di parere diverso, possibilmente contrapposte fra loro.

SI TRASTULLANO CON LO SMALTO

Veniamo ora alle conseguenze della campagna diffamatoria. Quando l’organizzazione che ha tratto in salvo la donna ha smentito la versione strumentale del racconto denunciando la falsificazione delle foto, è emersa una realtà molto differente da quella propagandata all’inizio: Josepha è stata accolta sulla nave, poi per aiutarla a superare il trauma del naufragio una delle volontarie ha condiviso con lei il proprio smalto per le unghie, volendo entrare in confidenza aiutandola a rilassarsi, a ritrovare fiducia. I soliti provocatori della rete hanno commentato che sulle navi delle ONG si trastullano con lo smalto: non so perché leggendo quegli articoli mi torna in mente Se questo è un uomo di Primo Levi, in particolare dove il protagonista racconta che per sopravvivere ad Auschwitz il primo passo fu proprio lavarsi regolarmente l’uniforme e stenderla aspettando con pazienza che asciugasse, non per un frivolo desiderio di apparire, ma per non ridursi una bestia. Per difendere la propria dignità. Un altro aneddoto che mi torna in mente è dall’Alcibiade di Platone, dove Socrate insegna al giovane oratore che prima d’affrontare un comizio farebbe meglio a masticare una foglia di eucalipto, per mandar via il cattivo odore nel fiato; e quando l’allievo gli fa notare che l’uditorio si trova a molta distanza dalla sua bocca per cui non può accorgersi dell’odore, il filosofo risponde: “Loro no, ma tu si!”. Ripensando a questi passi l’immagine della giovane volontaria che condivide un momento di intimità con la donna appena soccorsa non suscita alcuno sdegno, piuttosto una profonda, umana tenerezza. Lo smalto è solo un tramite.

DIVIDE ET IMPERA

Purtroppo non è semplice stupidità, chi fa commenti di questo genere non si può considerare un povero mentecatto menomato, non ha tare cognitive o problemi di comprensione, la verità è che persone così in genere capiscono benissimo quello che a loro conviene capire, ripetono quel che a loro conviene ripetere perché la logica del divide et impera mette in competizione i poveri, gli emarginati, scongiurando il solo concreto pericolo in grado di mettere in crisi il sistema che genera quell’ingiustizia, ovvero l’unità degli oppressi. Per questo è così importante riconoscere il pericolo in fake news come questa sullo smalto di Josepha prima ancora della smentita ufficiale, perché la disinformazione è lo strumento con cui i potenti mantengono il loro privilegio sopra le classi inferiori, costringendole a uccidersi tra loro. Mors tua vita mea, dicevano i latini. La tentazione di credere a una verità apparente è forte, ma quando l’informazione diventa un’arma così potente da uccidere migliaia di persone in pochi giorni, anche solo per non aver firmato il permesso a una nave di entrare nel porto, allora la guerra alla distrazione di massa diventa un imperativo etico per ogni essere umano che non voglia rassegnarsi a tornare nella barbarie dell’oscurantismo.

In conclusione, lo smalto di Josepha non è solo un falso ma può diventare una deformazione della mente, se non lo combattiamo per tempo con tutte le nostre forze. Dobbiamo resistere alla tentazione del pensiero unico, abituarci a riconoscere le fake news prima ancora della smentita istituzionale, smontandole noi stessi dal loro interno .

MIGRANTI E FORESTIERI
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Poema in terzine di endecasillabi scritto e illustrato da Federico Berti

 

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