Dall’invasione russa dell’Ucraina il tema della disinformazione è salito alla ribalta dei media, che tendono a risolvere il tutto attraverso comitati di debunkers, fact-checkers, censura preventiva, estensioni per browser che filtrano le notizie, garanti di un’informazione che tuttavia non si sono rivelati sempre all’altezza del loro compito. Molto interessante a questo proposito l’articolo di Marco Santopadre su ‘Contropiano’, 1 Marzo 2014, La disinformazione sull’Ucraina: un caso esemplare.
Dall’invasione russa dell’Ucraina, si è diffusa nel blocco occidentale l’idea che solo la Russia ricorra sistematicamente alle armi della guerra cognitiva, come sostiene Stefano Cisternino, ‘Scienza in rete’, 7 Marzo 2022, Dezinformatsiya: la militarizzazione dell’informazione, «Vladimir Putin si impegna a usare la disinformazione, o come la chiamo io, la ‘guerra cognitiva’, per aiutare a consolidare e mantenere il suo potere. La sua posizione gli impone di presentare che c’è una minaccia costante per la Russia, che ci sono crisi costanti da cui solo Vladimir Putin può salvare il popolo russo». Viene posto in atto lo stesso tipo di manipolazione quando la propaganda euro-atlantista pretende che la guerra sia realmente iniziata con l’invasione russa.
Dall’intervento della Russia sul fronte del Donbass, è in atto in Occidente una violenta propaganda contro il movimento pacifista, come si legge nell’appello di Daniele Bonifati e.a., pubblicato sul ‘Foglio’, 11 Maggio 2023, Appello contro i finti pacifisti (da smascherare), “La fusione tra le dottrine degli anti occidentali, l’anti americanismo, l’antiscientismo no vax e le teorie antistoriche filoputiniane ha creato, sull’Ucraina, un cortocircuito da denunciare”.
Simone Pieranni ‘Il Manifesto’, 31 Dicembre 2014, L’estrema destra ucraina: dai battaglioni al parlamento. Che fine hanno fatto i neonazi protagonisti di Majdan. La sconfitta elettorale di Svoboda al parlamento ucraino in realtà non ha smentito l’allarme neonazista. I protagonisti delle violenze di strada, delle torture e dei saccheggi, dai membri del battaglione Azov a quelli di Settore Destro e Unione Patriottica, hanno ricevuto incarichi importanti nel governo di Poroshenko. Uno fra tutti, Vadym Trojan capo della polizia. Uno scenario da film di Stanley Kubrick.
Andrea Walton, ‘Inside over’, 3 Novembre 2019, Cos’è Pravy Sector, “Il Pravy Sektor nacque originariamente, nel novembre 2013, come una confederazione di gruppi organizzati di ultras di calcio e movimenti politici di destra nazionalista: tra questi ci furono il Trident, l’Assemblea Social-Nazionale, l’Una-Unso, Martello Bianco, Tryzub ‘Stepan Bandera’ e ‘Patrioti d’Ucraina’.
Anna Zafesova, ‘Il Foglio’, 15 Settembre 2019, Il culto di Zelensky, “Oltre ad avere come mestiere quello di incantare il pubblico, qualità necessaria ma anche pericolosissima per un politico, è anche un imprenditore di successo. Produce spettacoli live, film, serie, e dà lavoro a 10 mila persone. Ma esempi anche recenti mostrano che un businessman abituato a una catena di comando verticale fa fatica a funzionare negli schemi multidimensionali della politica”.
Alessandro Campi, ‘Il Messaggero, ‘30 Gennaio 2023, Zelensky a Sanremo. La forza dei valori e il disagio dei disfattisti, “Lo Stato italiano, insieme agli alleati europei e internazionali, ha subito scelto la strada delle sanzioni a Mosca e dell’appoggio politico-militare a Kiev. Ma un pezzo dell’opinione pubblica italiana ha mostrato, sin dal primo momento, un orientamento molto diverso. Parliamo di un fronte composto da almeno cinque segmenti: i simpatizzanti per motivi ideologici dell’autocrazia putinista; gli pseudo-realisti che davano per scontato un rapido tracollo dell’Ucraina; i pacifisti per ragioni etico-religiose; la sinistra sempre schierata su posizioni anti-occidentali e anti-americane; infine quelli che potremmo definire i neutralisti da società del benessere o per quieto vivere (il proprio naturalmente)”.
Concetto Vecchio, ‘La Repubblica’, 15 Aprile 2022, Ucraina, Nicola Lagioia: “L’ideologia ora fa confondere aggrediti e aggressori”, “Lo scrittore e direttore del Salone del Libro di Torino: “Prevale la logica secondo cui il nemico del mio nemico è mio amico. Chi evoca l’Iraq accosta due crimini che non hanno relazione”. E aggiunge: “Serve una riflessione sul fallimento del genere umano. I social sono viziati dai populisti ma anche delle crociate di purezza progressista”.
Pablo Iglesias, Raúl Sánchez Cedillo, ‘Jacobin Italia’, 29 Marzo 2023, Senza rivolta il pacifismo è sconfitto, “La guerra definisce l’ambiente ideale per produrre nuovi fascismi e per cancellare ogni istanza di liberazione. Basterebbe questo per lottare per la «pace costituente» di cui parla Raúl Sánchez Cedillo con Pablo Iglesias”