Meir Ariel, Gerusalemme d’acciaio. Versione italiana di Rocco Rosignoli
Meir Ariel è stato un artista israeliano da alcuni considerato controverso. Ha scritto testi e musiche per diversi artisti, talvolta interpretando lui stesso le sue canzoni. Scomparso prematuramente nel 1999, a soli 57 anni, era stato fra quei paracadutisti che avevano difeso la città vecchia di Gerusaleme durante la guerra dei sei giorni, proprio quelli che l’autrice di Gerusalemme d’oro aveva ascoltato commossa decidendo di aggiungervi la famosa quarta strofa. Dopo la guerra Ariel prese la stessa melodia di Naomi Shemer e vi scrisse sopra un proprio testo, nel quale poneva l’accento sul lato oscuro del conflitto, il caro prezzo della vittoria e il dolore per le vittime del campo avverso. Si conoscono molte versioni di questo canto, nelle sue prime versioni il testo doveva essere persino più duro nei confronti del nazionalismo conservatore della destra israeliana. Meir Ariel non prese una posizione apertamente politica, ma divenne un simbolo di un’Israele progressista e di sinistra, fino alla rottura con la comunità omosessuale con cui entrò in conflitto negli anni ’80, che gli costò l’isolamento e il declino. Morì di febbre mediterranea.
Meir Ariel, Naomi Shemer
Gerusalemme d’acciaio
Versione italiana di Rocco Rosignoli
Nelle tue tenebre Gerusalemme il cuor mi s’incendiò
mentre marciavo coi compagni contro il nemico
Scosso dai colpi di cannone il sole si svegliò
e sorse un’alba rosso sangue s’un cielo livido
Gerusalemme sei d’acciaio
di piombo fuso e oscurità
non son crollate le tue mura ma
dov’è la libertà
Il battaglione ruppe il fronte tra sangue e polvere
fu accolto dalle madri in lutto e le loro lacrime
senza mollare la sua presa la lotta continuò
finché sul tetto del museo alzò il suo simbolo
Gerusalemme sei d’acciaio
di piombo fuso e oscurità
non son crollate le tue mura ma
dov’è la libertà
Anche l’esercito giordano in fuga ripiegò
ora al Mar Morto si può andare anche da Gerico
si può salire alla spianata, chinarsi al muro ancor
e nella luce della sera risplendi d’oro
Gerusalemme tu sei d’oro
ma sei di sogno o di realtà?
splendano un giorno le tue mura
di pace e libertà
Yerushalayim Shel Barzel
Bemachshichayich Yerushalayim
matzanu lev ohev,
et banu lerchiv gvulaich
velemager oyev.
Mikol margemotav ravinu,
Veshachar kam pit om,
Verak alah, od lo hilbin od,
Ukvar hayah adom.
Yerushalayim shel barzel
veshel oferet veshel schor
halo lechomotayich kar anu dror.
Hagdud ragum paratz kadima,
Dam veashan kulo,
Iva u ima achar ima,
Bekahal haschulot.
Noshech sfatav, valo bli yega,
Hosif hagdud lilchom,
Ad she hunaf sof-sof hadegel
Me al beit hanechot.
Yerushalayim shel barzel
veshel oferet veshel schor
halo lechomotayich kar anu dror.
Nafotzu kol gdudei hamelech,
Tzalaf nadam tzricho,
Achav efshar el yam hamelach,
Bederech yericho.
Achshav efshar el har habait
Vekotel ma arav,
Hine hinech beor arba yim
Kim at kulech zahav.
Yerushalayim shel zahav
Veshel oferet ve chalom,
La ad, bein chomotaych Iskon shalom.
Jerusalem of Iron
In your darkness, Jerusalem,
we found a loving heart,
when we came to widen your borders
and to overwhelm the enemy.
We became satiated of all his mortars,
then suddenly dawn broke,
it just arose, not yet even white,
and it was aready red.
Jerusalem of iron,
of lead, of darkness,
haven’t we set your wall free?
The strafed battalion broke forwards,
all of him in blood and smoke,
and a mother came, and another mother,
in the congregation of bereavement.
Biting his lips, not without toil,
the battalion continued fighting,
till, at the end, the flag flapped
above the house of bitterness.
Jerusalem of iron,
of lead, of darkness,
haven’t we set your wall free?
The king’s army dispersed,
the sniper his tower is silent,
now it s possible to go to the Dead Sea
by the way of Jericho.
Now it s possible to the Santuary Mountain
And to the Western Wall,
here, you are, in the twilight
almost all of you, gold.
Jerusalem of gold,
and lead, and dream
Will forever be Peace, between your walls.
Versione letterale
a cura di Daniel Shalev
Venuti nella notte scura
ci hai accolto con amor.
Ci avevan detto: “Dalle mura
cacciate l’invasor!”.
Saziammo gli obici e i mortai
e l’alba che spuntò
non fece in tempo a rischiararsi,
che rossa diventò.
Gerusalemme, ferro e fuoco
e piombo e tenebre e dolor.
M’ hanno chiamato a duro prezzo
“Liberator !”.
Il battaglione bombardato
ancora avanti andò.
Venne la madre di un soldato,
col corpo ritornò.
A denti stretti quella schiera
sfondò nella città,
finché piantò la sua bandiera
sul camposanto là.
Gerusalemme, ferro e fuoco…
La Regia Armata fu dispersa,
non può il cecchin sparar,
per Via di Gerico al Mar Morto
possiamo adesso andar.
Possiamo andar sul Sacro Monte,
pregare al Muro ancor,
e bere l’acqua della fonte
nel tuo tramonto d’or.
Gerusalemme tutta d’oro,
un sogno resta dentro al cuor:
“Tra le tue mura sia la Pace mill’anni ancor !”.