Maria la Sposa. Leggenda metropolitana.
Maria la Sposa
Leggenda metropolitana
Testo e voce narrante
Federico Berti
Sotto la chiesa madre al camposanto
distesa in una bara di cristallo
una corona d’oro e di corallo
col velo bianco e l’amoroso manto.
Mi sembra di vederla alla stazione
nel fumo di quel treno maledetto
e ricomporla in doloroso letto
il sognator che n’ebbe la visione.
Benedizione vanno a domandare
con vivo sentimento di preghiera
gli innamorati al dignitoso altare:
potente è la credenza che sincera
le altissime montagne può spostare
e trasformare un sogno in storia vera
Maria ‘a Sposa di Torre Annunziata
Nel 1939 un treno da Reggio Calabria si schianta nella stazione di Torre Annunziata, vicino Napoli. Non si contano morti e feriti. Tra questi una coppia di sposi in partenza per il viaggio di nozze. Qualcuno ha detto che la tragedia fosse conseguenza d’un bombardamento, o una battaglia successiva al ’39. In realtà della sposa non si parla che nel dopoguerra quando un misterioso Apostolo insieme a un gruppo di donne in risposta a una visione in sogno vanno a ricomporre delle ossa al cimitero di Torre Annunziata, le vestono con un abito da sposa. Ha inizio così il culto d’un corpo che nessuno ha mai potuto identificare con sicurezza, non sappiamo nemmeno se le ossa provengano da corpi maschili o femminili. Offerte, ex voto, preghiere, gli innamorati vanno a chiederle benedizione e con le offerte viene costruita per lei una bara di cristallo, come quelle dei santi e dei beati, come il feretro della piccola Biancaneve o la Talia del Basile. Il culto della sposa non viene mai riconosciuto dalle autorità religiose anzi, scoraggiato dal clero sul finire degli anni ’60. Da allora il corpo della sposa è rimasto nella sua tomba di vetro, le visite proseguono con la dovuta discrezione. La storia si può classificare come una leggenda metropolitana, ma la devozione popolare è viva tuttora. Una credenza onesta può dare la forza di affrontare le situazioni più difficili, in questo senso la benedizione di Maria la Sposa è inesorabilmente vera. Per chi le crede, s’intende. Il resto non conta.