Vita di San Precario. Satira.
Vita di San
Precario
L’ospedale fantasma n.19
Romanzo di Federico Berti
FANTASCIENZA ITALIANA
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IL PIANTO DEL PRINCIPE AZZURRO
Ogni santo è buono al suo tempo. Nei giorni scorsi ho riflettuto sulle parole di Donna Flora, pensavo all’occasione per una grande festa nell’ospedale giudiziario Alderico Barbacani. Me lo son trovato davanti come uno spirito, Manuel Sandino sta affrescando la parete esterna dell’istituto: un giudizio universale da far impazzire professori di semiotica, psichiatri e predicatori ambulanti, con due improbabili superuomini stretti in passionale abbraccio sotto l’albero delle mele d’oro, un drago a cent’occhi penzolanti ciascuno da un collo diverso, i cloni della Morte Nera che svolazzano ridenti come putti, imbracciando mitragliatori in luogo degli strumenti musicali.
Non ha bisogno d’impalcatura Manuel, lavora con una lunga asta come i grandi nomi dell’arte muraria contemporanea. Nella scena del diluvio ha ritratto le fanciulle in fiore della fiaba europea in crociera s’un transatlantico, prendono il sole completamente nude col pelo accarezzato dal vento. La gatta Cenerentola ha due lunghi canini da vampiro, il principe azzurro piange come un bambino legato all’albero maestro della nave mentre una sirena gli divora il fegato come l’aquila di Prometeo. Travolgente ondata di simboli sapientemente stravolti, rielaborati in visionarie quanto lucide allucinazioni, vedo già le stroncature della stampa, la visita pastorale e gli anatemi del cardinal Zuppetta in missione da Bologna. Ma la cosa più stupefacente è quella figura solitaria in primo piano, novello redentore in tuta da operaio e berretto con due folti baffi al posto della barba, la faccia quadrata e un misterioso fascicolo arrotolato sotto il braccio.
Il pescatore d’anime
Secondogenito d’un potente imprenditore lombardo, è ormai diventato il simbolo di un’intera generazione. L’avevano avviato alla carriera militare ma lui preferì lasciare l’accademia navale per iscriversi alla facoltà di scienze politiche, qualche mese più tardi lo sorpresero a fornicare con un professore dell’università. Scacciato da casa dovette adattarsi a dormire per strada quando non lo ospitavano nei centri sociali, nelle case occupate; incapace di provvedere a sé stesso, recava a tracolla una borsa da pescatore piena di bastoni da passeggio, sui quali incideva con un coltello rozze figure. Li usava per illustrare deliranti storie senza capo né coda in cui farneticava di lavoratori suicidi, ammalati senza speranza, donne violentate e ogni sorta di sopruso verso la povera gente. Non era un poeta, metteva a stento insieme frasi sconnesse vagando in cerca di qualcuno a cui ripetere sempre la medesima storia per giorni, settimane, intere stagioni. Pioggia, neve, sole, vento, grandine. C’è chi giura d’averlo visto svolgere i mestieri più umili ma nessuno conosce il suo vero nome, dicono sia vissuto realmente nell’ultimo decennio del secolo appena trascorso, quando il vuoto ideologico e l’illusione d’un benessere senza futuro avevano innalzato molti giovani di buona famiglia a condizione difficile da mantenere, per poi lasciarli cadere a piangere in un fosso con la prima crisi finanziaria. Ogni santo è buono al suo tempo, ripeto fra me.
San Precario si ricorda il 29 Febbraio in pieno carnevale, lo trovarono senza vita sulla panchina d’un giardino pubblico, non portava nemmeno le scarpe. L’han rovinato di botte. Ingenuo, innocuo come un bambino. Un folle benedetto. Gli vennero attribuiti persino dei miracoli, mai riconosciuti da nessuna istituzione religiosa e dunque non risulta annoverato in alcun calendario. Manuel mi legge nello sguardo, ci siamo capiti. Annuisce. Santissimo Rosario nel pomeriggio davanti all’edicola della Vergine, poi la processione per San Precario. Realizzerà lui stesso il mutoid da portare in trionfo. Sarà un memorabile ballo in maschera, voglio un corteo funebre d’investigatori in calzamaglia e personaggi da videogioco. L’ossatura della festa è pronta.
Suonatori e pentolari
Fervono i preparativi. Le telecamere han rilevato un comportamento insolito negli ospiti ma non sembrano averne colto il senso, è come immaginavo: per ingannare un algoritmo basta comportarsi in modo completamente illogico, l’idea stessa d’una festa in questo luogo d’espiazione e sofferenza è imprevedibile quanto basta. Gustavo ha fatto sorprendenti progressi, rifiuta il metadone perché gli rallenta il movimento delle dita, vuole acquistare velocità sullo strumento; da qualche settimana si dà al rock, al punk, allo skiffle, affiancato dalla solita stirpe di corvi spelacchiati che nel frattempo ha messo insieme una batteria di pentole, coperchi e attrezzi da bricolage per le percussioni, un basso improvvisato con la bocca al microfono, una corista senza denti e un suonatore di pettine per la sezione fiati. L’orchestra al completo. Abbiamo una data, un pretesto, un programma, un orario, cucinieri, libagioni, persino i suonatori.
Non rimane che pensare agli inviti, è indispensabile comunicare il programma al più ampio numero di persone possibile ma le forniture di carta e inchiostro non sono inesauribili né possiamo contare su stampanti, ciclostile o altri mezzi di riproduzione meccanica; temo proprio che dovremo progettare dei volantini in miniatura, più o meno grandi come un biglietto da visita. Saremo costretti a ricopiarli manualmente, stile e dimensioni personalizzate, per non insospettire la sorveglianza. Eviteremo di ripetere uno slogan identico su ogni biglietto, verrebbe subito identificato; gli amanuensi dovranno operare separatamente in orari e luoghi diversi, il materiale sarà conservato in modo tale da non ritrovarsi in uno stesso locale. Abbiamo tutto il tempo, se inizieremo fin d’ora non servirà dedicare notti insonni all’attività di redazione, l’importante è agire senza una logica evidente, devono sembrare appunti presi in fretta s’un pezzo di carta. Se c’è una cosa contro cui l’intelligenza non ha difese, è la stupidità. Il problema sarà diffonderli in un’area geografica abbastanza vasta da raggiungere quante più persone possibile, non basterà la comunicazione diretta, è lenta e maldestra: da un messaggio di partenza non puoi prevedere quali saranno le varianti di ritorno, ma soprattutto è noto che le chiacchiere non guardano in faccia a nessuno, la propagazione dell’informazione dev’essere abbastanza veloce da non lasciare all’azienda il tempo di prendere contromisure. Non abbiamo accesso al sistema telematico, nessuno di noi possiede un telefono, una radio o altri sistemi di trasmissione. E’ un bel rompicapo. (Continua)
ROMANZO ITALIANO CYBERPUNK
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Laureato al Dams di Bologna con una tesi sulla narrazione, Federico Berti è dal 1994 cantastorie, artista di strada, uomo orchestra, romanziere, scrive libri e incide musica. “L’Ospedale Fantasma” è stato pubblicato per la prima volta a puntate su questo sito, stampato per la distribuzione in libreria è disponibile per la lettura in digitiale, EPUB |PDF. Scarica il romanzo
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Romanzo di fantascienza. Qualsiasi riferimento a fatti, personaggi o cose realmente esistenti è del tutto casuale. Cyberpunk, satira sulla crisi del welfare. Seguito ideale di una storia iniziata col “Boia dell’Alpe”, thriller italiano che puoi trovare qui . Scarica il libro in epub, kindle, mobi, pdf oppure leggi la prima stesura su questo sito.