Flower power. Fantascienza.
Federico Berti
Flower Power
L’ospedale fantasma n.25
Romanzo di Federico Berti
FANTASCIENZA ITALIANA
Download Ebook
EPUB | PDF
Un raduno di massa
L’ospedale è ringiovanito di vent’anni. In questo limpido e freddo mattino d’inverno svetta sulla folla coi suoi murales. Parlano tra loro sotto voce giovani vecchi, donne, bambini, un’imponente sciame di curiosi accorsi come fanno le formiche alate intorno all’abbazia di Montesbornia. Mi sento una specie di monaco eremita in visita pastorale, le autorità hanno spostato qui la conferenza stampa quando si sono accorti che il palazzo del Municipio non poteva contenerli tutti.
Ogni tanto mi s’infilano nel naso zaffate di aromi selvatici, sandalo, incenso, lavanda, marijuana; stanotte al campeggio ho visto accendere molti fuochi, han cantato i galletti fin quasi all’alba e nessuno in paese protestava anzi, una coppia di settantenni s’è presentata all’ora di cena in eskimo e dolcevita lui, striscia di cuoio intorno al collo e brillantina sulle gote lei, verso metà serata han dovuto separarli mentre facevano l’amore disinvolti in mezzo a un’indignata compagnia di studenti: si sono invertiti i ruoli, una volta erano i genitori a scandalizzarsi ora sono i figli. Tutt’intorno rumorose squadre di bambini in uniforme cantavano Dio è morto fra un Padre Nostro, un Gloria e un Requiem Aeterna; non sono mancati nemmeno i fascisti di Casa Pound, cannoneggiavano palle di neve sui compagni del Làbas mentre il questore di Bologna valorosamente sgranava caldarroste e tracannava brulé. Nessun incidente, siam qui per restare umani. Parla il sindaco, poi gli assessori alla sanità, alla cultura, l’intraprendente bibliotecaria.
Iniziative culturali
Tocca a noi finalmente. Prende la parola l’imperatrice strabica passandosi ogni tanto una mano tra i capelli e roteando gli occhi visibilmente affaticati. Ha trascorso quaranta giorni da incubo, le ho inflitto un corso intensivo sulla classificazione Dewey e in poco più d’un mese ha riordinato con le sue mani la biblioteca nel sotterraneo, con tanto di schedario cartaceo per autori, titoli, argomento. Non è stato uno scherzo per lei smantellare quell’assurda archiviazione dei testi secondo il colore della copertina ma grazie a lei il presidio culturale può riaprire al pubblico, saranno i detenuti a prendersene cura; parla con entusiasmo del progetto, riesce a guardare nello stesso tempo in più direzioni come la Monna Lisa di Leonardo; non riporto il suo discorso perché nessuno dei presenti s’è posto il problema di cercarvi un senso logico, quel che conta è il risultato: compatiscono la sua mente dissociata eppure le sono grati per il servizio reso. Il pittore ho dovuto presentarlo io stesso, è ostile a convenevoli e cerimonie.
Manuel fu a suo tempo allievo del vecchio Tamayo raccogliendo il meglio dalla scuola di Diego Rivera, il più famoso esponente dell’arte muraria al tempo del socialismo messicano. Nelle sue opere trovano incontro mitologia antica, simbolismo contemporaneo, naturalismo classico, surrealismo futurista, afflato religioso e passione politica. Saccheggia a piene mani Tolkien, l’Antico Testamento, Roland Barthes ma non disdegna i manga giapponesi e gli eroi della Marvel; durante la sua permanenza nell’istituto Alderico Barbacani ha dato lezione a tanti giovani pittori, iniziando una vera scuola figurativa in questo piccolo paese dove non mancano artisti dotati. In cambio i suoi allievi gli han portato vernici, pennelli, spazzole, solventi, sostenendone la straordinaria produzione e contribuendo alla nascita di questo santuario a cielo aperto. Quando s’è accorto che le tele gli scomparivano sotto il naso, messe all’asta in gran segreto dalla Domoticart, ha iniziato a dipingere direttamente sul muro costruendo pian piano un visionario, apocalittico affresco. Provate a vendervi questo adesso. Inutile dire che prima ha dovuto intonacarle quelle pareti e già che c’era s’è preoccupato di aggiustare i vetri rotti, di passare l’antiruggine sul cancello e altri piccoli lavori di ristrutturazione. Abusivo, ma efficace. Non sembra lo stesso edificio di prima. La mostra sarà aperta al pubblico ogni giorno su appuntamento, Manuel stesso guiderà i visitatori nel labirinto della sua allucinazione consapevole. L’ingresso è gratuito, l’offerta libera. Il ricavato andrà in opere di bene.
Non è tutto oro quel che luccica
E’ un sole timido quello che splende stamattina sulle montagne dell’Appennino, non scalda però mette allegria. Fa splendere i colori delle pitture, quelli delle tende piantate un po’ ovunque, giardini pubblici compresi, le bandiere e i gonfaloni delle molte delegazioni comunali. Quand’è il mio turno di parlare annuncio nel pomeriggio un dibattito sulle nuove frontiere della detenzione anticipando il relatore più atteso, l’architetto Lucrezio Coppola. Quello delle citazioni dietro gli inviti, l’uomo che ha progettato l’ospedale per esservi poi rinchiuso dentro, il povero cristo assassinato brutalmente in biblioteca al monte dei Goti. Lo stesso della cui morte sono accusato, per intenderci. Non se ne andranno. Ricordo in breve il programma della festa: dopo l’intervento della banda, un giro tra i banchi degli artigiani convenuti qui per esporre le loro singolari produzioni, verrà servito il pranzo nei locali dell’istituto. Tortellini in brodo, polenta al cinghiale, minestra nei fagioli. A seguire dibattito, processione, visite guidate, concerto degli ospiti e per concludere discoteca fino a notte inoltrata.
Il pubblico applaude entusiasta ma non è tutto oro quel che luccica, nella folla mi sembra di riconoscere i riccioli dorati di Cleonice Ficalessa e il cappottino del ragionier Linguatorta. Nel ritirarmi dalla balconata quasi mi scontro coll’androide lucente che da mesi registra ogni nostro movimento senza intervenire. Ha uno sguardo impenetrabile, non lascia trapelare emozioni. Maria, l’angelo della robotica. Tutt’intorno all’ospedale ho visto aumentare la vigilanza privata, anche i soldatini di latta responsabili del servizio d’ordine interno all’ospedale sono in stato di allerta anche loro, l’han disposti nei punti chiave pronti a intervenire se necessario. Lo slavo ha dovuto interrompere il volantinaggio aereo perché la rete è sotto controllo, non trova spazio di manovra. Frattanto la festa vera e propria ha inizio, nel giardino dell’istituto si ritrovano la Banda Roncalli, la fanfara di Monte Venere e la filarmonica di Colle Peloso. Aprono un concerto di benvenuto sulle note di Smells Like Teen Spirit dei Nirvana nella straordinaria interpretazione di Tazuko Stramonio, soprano del Teatro Comunale. Si respira un’aria d’irriverente provocazione, è evidente che qualcosa dovrà accadere anche se per il momento nessuno di noi può prevederne l’esito. Gustavo ascolta senza dire una parola, nervoso in vista della sua esibizione sa bene che ormai siamo in ballo, in queste poche ore si deciderà il futuro di molte persone: il sasso è gettato, non possiamo nascondere la mano né tirarci indietro. (Continua)
LEGGI IL ROMANZO
Non in linea e senza pubblicità:
Se stai cercando un romanzo steampunk italiano, puoi leggere questo ebook gratuito direttamente in streaming a episodi settimanali. Il piano editoriale ne prevede quaranta in tutto, presto la versione completa sarà disponibile in download per il tuo lettore digitale e anche in versione audiolibro. “L’ospedale fantasma” è il seguito ideale del “Boia dell’Alpe”, un thriller italiano che puoi trovare qui come libro in edizione a stampa ma anche in epub, kindle, mobi, pdf