La rivolta degli aquiloni. Fantascienza
Federico Berti
La rivolta
degli aquiloni
L’ospedale fantasma n.32
Romanzo di Federico Berti
FANTASCIENZA ITALIANA
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L’ospedale giudiziario Alderico Barbacani è circondato da forze mercenarie agli ordini della Domoticart, un’azienda che produce robot badanti e androidi sentinella. Diecimila persone radunate nel piccolo borgo di Lusiano per assistere a un concerto in supporto dell’assemblea cittadina che ha appena deciso di occupare l’istituto, vengono assalite senza preavviso dalle milizie armate.
VIOLENZA DI MASSA
La folla in delirio accende lanterne volanti che illuminano il paese, grandi palloni vengono fatti rotolare sul mare di corpi stretti uno contro l’altro, nella confusione riconosco alcuni degli aquiloni decorati a mano da Manuel Sandino, illuminati dalle fibre ottiche e manovrati da altrettanti ragazzi che han seguito con entusiasmo il laboratorio del falsario nel pomeriggio. Civette, unicorni, avvoltoi fosforescenti sorvolano questa massa indistinta di cittadini determinata a supportare con il proprio entusiasmo la delibera dell’assemblea: è stato firmato un documento nel quale si determina di occupare l’ospedale, formare commissioni autogestite dal comitato dei medici volontari, dei notabili, dei cittadini e delle stesse autorità locali che non intendono lasciarlo in mano agli speculatori della Domoticart. Tanti e confusi gli slogan dipinti in fretta su striscioni e cartelli improvvisati: “Padroni in casa nostra! L’ospedale non si tocca! La salute non è in vendita!” e così via, fino a posizioni più radicali che incitano alla rivolta dei popoli e alla guerra di classe. In verità manifestano in modo pacifico sputando fiamme dalla bocca, danzando sui trampoli, giocando con le palline colorate, mentre l’orchestra improvvisata dai detenuti esegue successi internazionali degli anni ’80.
ROCK THE CASBA!
Dopo le prime salve di cannone si vede la folla creparsi come la terra dopo il terremoto, sono le formazioni a testuggine degli androidi che si fanno largo a suon di teaser, manganelli elettrificati. L’assembramento viene solcato da linee che lo imbrigliano, mentre i legionari si appostano come cecchini in posizioni sopraelevate e la vigilanza aziona gli idranti contro la folla. In segno di protesta qualcuno lancia frutta e uova, rispondono i militari menando colpi in ogni direzione: “Sono un medico!” si sente piangere una voce, “Sono della stampa!” grida un altro mostrando il tesserino dell’ordine. Nei luoghi dove maggiore è la pressione il pubblico tenta di riparare nei vicoli e da quelli rifugiarsi nel bosco, ma non riescono a trovare una via d’uscita: i robot badanti sparano aghi sottili su chiunque tenti di scappare o reagisca all’azione di contenimento. Pensare che li avevano progettati per l’assistenza agli infermi. I suonatori, dal loro palco improvvisato in un giardino alcune centinaia di metri più in basso, tra i pascoli che guardano al nordovest, non si accorgono di quanto sta accadendo in paese e continuano a suonare. “Rock the Casba!” canta donna Flora in piedi davanti a un microfono più alto di lei, con la dentiera che le si muove in bocca.
MACCHINE SENZ’ANIMA
Il comitato dei volontari, insieme a uno sparuto drappello di civili, tenta di sottrarsi al pestaggio, si vanno a nascondere nei locali della scuola elementare guidati da un’insegnante in pensione, in pochi minuti l’edificio si ritrova circondato dai miliziani e sorvolato dagli elicotteri dell’esercito italiano. Gli androidi sentinella sfondano le porte, spaccano i vetri alle finestre, penetrano dentro le aule e nei corridoi picchiando selvaggiamente donne, vecchi e bambini. La povera Gelsomina recita le litanie della Madonna a denti stretti, mentre viene trascinata per i capelli da una di quelle macchine senz’anima. Fatico a comprendere se il comando sia partito da un essere umano o se non dall’algoritmo stesso: non essendo programmato per un tale afflusso improvviso, potrebbe aver replicato in modo incontrollato protocolli previsti per disordini di minore entità. Non escludo nemmeno che il ragionier Linguatorta, vedendosi in trappola, abbia volontariamente innescato la reazione a catena forzando il sistema di sicurezza, volendo approfittare della confusione per dileguarsi nell’oscurità della notte insieme alla sua degna complice; comunque stiano le cose, l’avveniristico edificio scolastico è ridotto a un campo di battaglia in cui spicca fra tutti il pungente odore del sangue rappreso.
L’ESERCITO DEI CLONI
Frattanto con manovre studiate la falange degli androidi raduna i detenuti dell’ospedale giudiziario nella piazza del municipio, tagliando le vie di fuga. Siamo circondati da un plotone di soldatini in vetroresina, che in risposta a non so quale impulso modificano costantemente la loro posizione adattando la distanza ai nostri movimenti nervosi. La gente osserva dalle finestre, dai balconi, dai tetti, oltre le barricate delle formazioni a testuggine; l’orchestra non s’è accorta di nulla e continua a suonare, tutt’intorno a noi la folla inizia a urlare, fischiare, battere mani e piedi, ma le voci rimangono soffocate nel roboante suono degli amplificatori. Le sentinelle sono a un passo da noi, il povero Manuel, sentendosi in pericolo, afferra il primo oggetto che trova sollevandolo sopra le spalle.
E’ un estintore d’emergenza, rotolato dal muro dell’osteria attraverso la vetrina infranta e rimasto incustodito al freddo sul lastricato della piazza; non appena il messicano in preda alla disperazione mostra un vago intento di lanciare quell’estintore, una delle guardie lo fulmina sul posto, il poveretto cade in terra privo di sensi. Nessuno sembra in condizione d’avvicinarlo per verificare sia l’abbiano avvelenato o solo tramortito, gli automi danno prova di un’efficienza invidiabile e manovrano per restringere ulteriormente il nostro campo d’azione, impossibile sottrarsi a questa morsa. Immobili sul posto, attendiamo con rassegnazione l’inesorabile destino quando all’improvviso una figura si fa largo tra le schiere dei centurioni al silicio. Maria, l’angelo della robotica.
Nata per strappare i biglietti al cinema parrocchiale, è lei adesso a guidare la corazzata dei calcolatori ed è sempre lei in questo momento a venirci incontro; si ferma nei pressi d’un tombino, più o meno al centro dell’arena. Non parla, non emette segnalazioni luminose né sonore, credo stia semplicemente raccogliendo i nostri dati e calcolando le possibili varianti, per lei è come una partita a scacchi. Non so cosa darei per poter scrutare nella sua sfera di cristallo, vorrei sapere quanti sono i futuri possibili che sta intrecciando come fili di paglia, ma è evidente che il suo sistema operativo, collegato con le telecamere, può vedere con un solo sguardo nel dettaglio ogni angolo di questo paese. Al suo comando i cloni continuano a replicare sé stessi assemblando parti dalle riserve conservate nel sotterraneo dell’ospedale: avevamo una polveriera sotto il culo e nessuno di noi se n’è mai accorto. Dal robot badante all’androide sentinella il passo è più breve di quanto non credessi. Maria immobile davanti a noi, pensa. (Continua)
Romanzo cyberpunk italiano. Ogni riferimento a fatti, personaggi o cose esistenti è casuale. Seguito ideale del “Boia dell’Alpe”, un thriller italiano che puoi trovare qui . Scarica il libro in epub, kindle, mobi, pdf oppure leggi la prima stesura su questo sito.