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Nobilio-Ramaioli-Liveri, La democrazia apparente. Un progetto in comune


La democrazia apparente

Pavia, Univers, 2019

Roberto Nobilio, Alessandro Ramaioli,
Marco Turco Liveri

Una democrazia rappresentativa si basa sulle regole e sulla qualità dei rappresentanti. Quando le regole in essere “viziano” il gioco, la democrazia perde il suo significato e diviene apparente. Gli autori, sulla base della loro esperienza sul campo, hanno cercato di evidenziare le storture del sistema e di proporre soluzioni atte a migliorare il processo democratico per la partecipazione alle competizioni elettorali. È stato posto l’accento sull’antidemocraticità del ricorso ad ingenti finanziamenti per condurre la campagna elettorale suggerendo interessanti cambiamenti in merito. Mettendo in luce i risultati ottenuti dai singoli partiti e/o coalizioni, si è voluto dimostrare come nessuno di essi goda ampi consensi popolari. Solo il Partito degli Astenuti ha un grande seguito e pertanto si ritiene corretto che costoro debbano essere chiamati a governare, assumendosi la responsabilità di una scelta assenteista.

Dalla presentazione del libro

La provocatoria proposta degli autori

La provocatoria proposta di mandare al governo gli astenuti al voto, è naturalmente paradossale, grottesca e irricevibile in uno scenario democratico, che richiede al contrario una base di partecipazione allargata, proprio per evitare una deriva autoritaria. Il problema dei finanziamenti elettorali si affianca al più vasto problema del condizionamento dell’opinione pubblica attraverso il controllo dei media e dell’informazione. Un tema che presta il fianco troppo spesso a forme di vittimismo complottista, che dev’essere superato e sostituito da un’azione consapevole volta al superamento di quest’impasse, ovvero da un lato un’educazione al ragionamento critico, all’approfondimento culturale, alla lettura diacronica e ‘trasversale’, in altre parole all’arte della memoria intesa come disciplina di addestramento e potenziamento dell’immaginazione che sottende al lavoro sulle idee, dall’altro a una cooperazione dei cittadini per intervenire sulle leve di quello stesso potere dal quale al momento non trovano di meglio che dichiararsi sopraffatti. Perché la manipolazione ha bisogno di menti abbastanza ‘pigre’ da essere disposte a lasciarsi manipolare. Basta poco per invertire di segno l’ordine delle cose. Trovo questo libro interessante per il discorso che fa sulla democrazia apparente e sui rapporti economici che stanno dietro alla manipolazione, ma non per la provocatoria soluzione che propone.


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