Leone IV e il Saraceno. Leggenda popolare. Poesia.
Lione IV e
il Saraceno
Poesia di
Federico Berti
Un infedele stava carcerato
da Papa Lione IV in Vaticano;
vestito a lutto er popolo romano
lo reclamò a la forca giustizziato
Dicette ar boja cor cappuccio nero:
“Prima ciai massacrato in Palestina
e mo che te sbarcamo a la marina
te strigne er culo dì che nun è vero!”
“Me l’aricordo tutta quella gente
che macellorno allora le leggioni
senza pietà in dell’antro continente.
Te l’aricordi te li battajioni
de macellari che divotamente
abbruciorno le nostre abbitazzioni?”.
QUANDO I TERRORISTI
ERAVAMO NOI
Questa poesia torna col pensiero allo storico sbarco dei Saraceni a Ostia, al tempo di papa Leone IV. Ho immaginato le ultime parole di un ‘terrorista’ condannato a morte in quegli anni rievocare le violenze compiute dall’impero romano nei territori dell’Africa e del Medio Oriente e ciò mi ha riportato alla situazione attuale. Da qualche anno la politica internazionale sembra infatti ritornata al classico scacchiere dei cristiani contro gli infedeli, come al tempo di Carlo Magno. Ma quel che più colpisce è il pensiero che nei luoghi da cui provengono questi nuovi ‘saraceni’, noi non siamo stati da meno dei ‘romani’ e non lo siamo tuttora.