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L’Elefante ubriaco che distrusse un villaggio.

Puoi usare liberamente l’immagine, citando questo sito

L’Elefante ubriaco
Favola, poesia

Testo di Federico Berti
Tratto da: Storie di animali

Un elefante, a passi smisurati,
attraversò silente una contrada
dov’eran tutti a letto addormentati;
vide un barile, aperto sulla strada,
pieno di birra fresca e spumeggiante:
ne bevve come il fiore la rugiada,
ma colto da un’ebbrezza delirante,
gli parve di vedere un topolino
sbucare dal groviglio delle piante.
Si mise a urlar sul fare del mattino,
correndo esagitato in ogni dove
strillava: “Aiuto! Aiuto!”
quel tapino.
Sversati gli abitanti dalle alcove,
vennero fuori, tutti spettinati,
dalle capanne in mezzo alle mangrove:
“Eccolo là!”, con gli occhi spalancati
gridava esagitato, il pachiderma,
ma nulla apparve a quegli sventurati:
pareva un pesce sulla terraferma,
un tonno che impazzito, alla rinfusa,
contro le mosche vuol tirar di scherma.
Gli venne incontro allor, con una scusa,
il capo del villaggio amabilmente,
a consolar la mente sua confusa.
Gli disse: “Mi rincresce amaramente,
però, di quel che tanto ti sgomenta
abbi pazienza, non vediamo niente!”.
Rispose lui con la parlata lenta:
“Non lo vedete? Ve ne dò parola,
avete un topo che vi balla in testa,
tacete, o vi s’infila nella gola!”.
Un mormorìo passò di testa in testa,
un senso general di smarrimento,
unito a qualche voce di protesta:
“Valà, ubriaco! Sarà stato il vento!”,
“Te lo sarai di certo immaginato!”,
“Guarda che danno! Par che reggimento
sulle capanne nostre sia passato!”
“Chi mai riparerà le abitazioni,
il danno dal gigante procurato?”.
Risposte quello: “Non mi dar lezioni!
E’ non vedente chi non vuol vedere
,
non ho di certo le allucinazioni”.
Il sindaco, die’ voce al suo parere
“Per noi, non è un problema la visione,
ma la ricostruzione del podere!
Non vedo che una sola soluzione…”.
Fu messo alla catena, l’elefante
e condannato venne a reclusione,
fintanto
che sfinito e dolorante,
col suo lavoro, avesse risarcito
delle macerie il danno perdurante.

Chissà se la morale avrà capito:
non tutto quel che spuma nel barile
può soddisfar la sete o l’appetito.

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