Leggende metropolitane. Il lago rosa del Kazakistan e il Covid.
Il lago di Kobeyutz
e l’infodemia
Una leggenda metropolitana
dal Kazakistan
Redazione, ‘Euronews’, 1 Agosto 2020, Kazakistan: la leggenda del lago rosa che protegge dal coronavirus,
E’ ignota l’origine della voce secondo cui il fango che si trova sul fondale del lago sarebbe efficace contro la Sars Covid 19. Non c’è un solo studio a riguardo, è una diceria completamente priva di fondamento. Nonostante questo, addirittura questa sostanza viene prelevata abusivamente e venduta in Internet. Tra l’altro Battal Ibrayev, portavoce del locale distretto di Ereymentau, ci tiene a precisare che il lago non è balneabile, ragion per cui non solo il fango dei suoi fondali non guarirà la malattia ma può causare infezioni. A causa dei danni ambientali, l’area intorno al lago è stata chiusa al pubblico.
Il nome vuol dire in lingua kazaka letteralmente lago salato. Si trova a 253 metri di altitudine sul livello del mare. La colorazione rosa è dovuta al fatto che durante i mesi caldi, l’acqua in parte evapora e la concentrazione di sale aumenta. L’alga cambia aspetto in base alle condizioni intorno a lei, e in un ambiente ad alta salinità sviluppa carotenoidi, che hanno una colorazione rossastra. E’ lo stesso fenomeno che si verifica in altre località, come la baia di San Francisco ad esempio. Impossibile nuotarci dentro, l’acqua non supera i 20 cm di profondità. Molti giovani ci vanno per scattare belle fotografie. L’effetto della colorazione è più visibile nelle giornate di sole pieno. Non essendovi infrastrutture per la ricezione turistica intorno al lago, qualcuno sostiene che il sito andrebbe dato in concessione a un’azienda di promozione turistica e forse proprio da una campagna di promozione turistica iniziata nel 2019 è nata questa forma di isteria collettiva intorno al lago Kobeyutz.
James T. Teller, The pink colour of lakes, with an example from Australia, in: Journal of Arid Environments, Volume 12, Issue 2, March 1987, Pages 101-103
La Dunaliella Salina è effettivamente un’alga che cresce in ambienti molto salini, la ritroviamo in molti altri luoghi del mondo, ad esempio nella Baia di San Francisco, che assume proprio un colore rosso vivo a causa della sua presenza. Riesce a sopravvivere in questi ambienti grazie ai carotenoidi che la proteggono dalle radiazioni solari, e al glicerolo contro la pressione osmotica. Non è la stessa alga del lago di Tovel in Trentino.
Kazakhstan’s social media sensation and pink-coloured lake is just two hours from the capital, DIANA VASSILENKO in TOURISM on 7 SEPTEMBER 2019
Il lago si trova a circa due ore dalla capitale del Kazakistan. Nur-Sultan, i social media sono letteralmente sommersi dalle immagini del lago Kobeyutz. Questo giornale del Kazakistan ne parla come di un lago ‘famoso per i suoi fanghi curativi’ e il colore che cambia ogni diversi anni. Sempre secondo questo giornale, gli scienziati si hanno cercato di risolvere per molto tempo il mistero di questi cambiamenti, indicandone la causa nell’alga del sale. Un’altra informazione interessante, ricavata da questo articolo tradotto in inglese, quindi rivolto a un pubblico sostanzialmente anglofono, è che le persone usano la Dunaliella Salina nella cosmetica e negli integratori alimentari come antiossidante, anche bagnarsi nelle acque avrebbe secondo questo giornale un effetto curativo. La soluzione acquosa di questo lago è detta brine (salamoia), una soluzione satura di sale. Un problema simile lo si riscontra nel Mar Morto. Altro dato interessante riportato in questo articolo, è che l’autore sostiene di aver visto l’effetto delle acque rosa una volta soltanto, intorno al 2010, quindi non sarebbe un effetto di questi ultimi due anni, ma visto almeno due volte in dieci anni. Queste sarebbero le parole del deputato Miras Shekenov sulla propria pagina Facebook. L’articolo aggiunge che mentre un lago simile in Australia si può riprendere solo dall’alto, quello in Kazakistan si può invece riprendere da vicino, questo articolo del 2019 potrebbe aver suscitato movimento turistico intorno alla località, non solo ma segnala proprio un servizio turistico privato per viaggi organizzati, la Kompas.asia, al costo di circa 18 dollari al giorno. Il prezzo include il trasporto dalla città, una guida turistica e un report fotografico, viene fornito anche un profilo instagram @kompas.asia per scoprire altri viaggi convenienti. A questo punto, pochi mesi dopo la campagna turistica è iniziata la pandemia e si è scatenato il delirio collettivo.
Almaz Kumenov Jul 21, 2020, Kazakhstan: Pink lake threatened by lockdown-weary visitors. Sightseers were pillaging the lake for mementoes.
Quando il Khazakistan è entrato in lockdown per contrastare l’insorgenza del Coronavirus, molte attrazioni turistiche sono state chiuse a chiunque fosse in cerca di uno spazio dove rifugiarsi un po’ fuori porta. Il lago Kobeyutz, a due ore dalla capitale Nur-Sultan, era una delle poche eccezioni. Le autorità ora si sono trovate costrette a chiudere l’accesso al sito per l’impensabile numero di visitatori che hanno prodotto danni al delicato ecosistema, tra cui fra l’altro l’abbandono in grandi quantità di rifiuti e il prelevamento di intere borse di sale presenti sulla spiaggia. Il 10 luglio del 2020 il musicista Marzhan Kapsamat mise in giro un video che riprendeva sé stesso in abiti tradizionali Kazaki seduto su una sedia nel lago suonando una dombra, strumento tradizionale kazako, si era nella prima illusione di ripartenza ma il video peggiorò la situazione con le sue 26.000 visualizzazioni. Col secondo lockdown e la chiusura dei luoghi pubblici, il successo del video di Kapsamat ha attirato sul posto un gran numero di persone. L’area normalmente deserta è diventata un parcheggio affollato di automobili, molti si sono buttati nell’acqua per filmarsi con i loro telefonini. Ma a quel punto sono iniziati i rapporti preoccupanti. Il 18 luglio dello stesso anno il profilo instagram @tashishkina denunciò che la metà dei visitatori portava con sé secchi o benne per portarsi via il sale responsabile dell’effetto cromatico, nonostante i cartelli sparsi tutt’intorno che proibiscono di farlo spiegando che questo potrebbe causare la scomparsa del fenomeno per almeno 15 anni. Questo messaggio costò alla donna un’ondata di insulti, il più arrabbiato di questa situazione era proprio il deputato Shekenov, “Ho parlato di questo bellissimo posto e in meno di un anno l’hanno distrutto”. La questione a quel punto si è aggravata quando una pubblicità è apparsa su Instagram reclamando un beneficio di quell’alga contro il Coronavirus e la diarrea, “Solo 10 bidoni rimasti”. Era chiaramente un messaggio ironico, ma ha ottenuto l’effetto opposto a quello desiderato perché la furia non si è fermata anzi, è persino aumentata. A quel punto le autorità governative hanno proibito la frequentazione del posto a chiunque.
‘Viraltab’, 27 Settembre 2019, Huge Kazakh Lake Turns Bright Pink
E’ stato proprio Shekenov a sostenere pubblicamente per primo che il fango del lago fosse curativo, o che almeno vi fosse una tradizione precedente di farmacopea popolare che si serviva di quei fanghi a scopo terapeutico, una sorta di ‘rimedi della nonna’: “The lake has long been known for its healing mud”. E’ molto interessante notare che fin dai primi commenti sul suo profilo Facebook le reazioni sono state contraddittorie tra loro: un’utente della rete a nome Ziash Ailbekova chiedeva infatti le coordinate specifiche del luogo, per poterlo visitare il prima possibile, mente un’altro utente avvertiva: “Non divulgate l’esatta collocazione del luogo i turisti giornalieri finiranno per inquinare tutto e non potremo più fare esperienza di tanta bellezza”. Questo dovrebbe far riflettere sul pericolo dell’infodemia, qualunque cosa in teoria può suscitare forme di isteria collettiva se diventa ‘virale’. Il concetto stesso di ‘viralità’, che rimanda alla parola ‘virus’, rimanda all’idea che un’ossessione comune possa trasmettersi generando comportamenti pericolosi in un gran numero di persone.
‘bne IntelliNews’, 18 Agosto 2020, Kazakhstan bans visitors from naturally pink lake
Le autorità Kazake hanno badito i turisti dal visitare il lago Kobeyutsz a causa dell’influenza di persone convinte che elementi di quel lago possano coadiuvare nella prevenzione del Coronavirus. L’aumento dei visitatori è stato incrementato proprio da rumori oprovenienti dai social media. L’ecosistema ora avrà bisogno di almento 10-15 anni per riprendersi dalle devastazioni dei turisti, che hanno prelevato in massa ingenti quantità di fango e sale, Oltre tutto, opportunisti hanno iniziato a vendere online fango e sale dal lago, non sappiamo a questo punto se vero o presunto. Un medico locale, Tolkyn Batayeva, ha spiegato all’Associated Press che l’impiego non controllato di sali e fanghi dal lago può al contrario avvelenare, causando seri problemi di salute. Come tutte le terapie infatti, anche postulando l’ipotesi di un effetto terapeutico, dovrebbe essere previsto un dosaggio, una prescrizione sotto il controllo del medico, cosa evidentemente ritenuta inutile da tutti coloro che hanno pensato bene di credere più alle voci nei social media che alla scienza. “Non è un’acqua pulita”, spiega il dottore, “E inoltre chi acquista quel genere di prodotti in Internet non sa dove, come siano state realmente raccolte e come siano state conservate. Dal momento che vai a farti degli sciacqui nella bocca con questo tipo di sostanza, potresti al contrario prenderti delle infezioni batteriche piuttosto serie”.
‘Universonline’, Dunaliella Salina. Impiego nella farmacopea
Eppure non sarebbe particolarmente impegnativo andare a verificare. L’impiego farmacologico della Dunaliella Salina è noto, le sue mucillaggini vengono considerate fonte preziosa di costituenti attivi, ma non ne viene segnalato il tempo balsamico, si ritiene che vengano utilizzate come cibo altamente proteico e come fonte di vitsamine, clorofilla, proteine ad alta digeribilità. E’ tuttavia noto che l’assunzione può causare stati di ipertiroidismo, eruzioni cutanee, mentre l’assunzione di questi alginati può ridurre a livello intestinale l’assorbimento di ferro e di altri oligoelementi. Si raccomanda perciò in primo luogo la sicurezza rispetto la qualità dei prodotti utilizzati, sia a scopo alimentare che per motivi di salute. Controindicato in gravidanza e allattamento, sebbene ignoti siano gli effetti sul bambino. Sempre consigliabile l’impiego con prescrizione medica,