Leggenda di Lisabi, da liberatore a tiranno. Nigeria, Abeokuta
Lisabi Agbongbo Akala
Da liberatore a tiranno. Una lezione sul potere
Podcast a cura di Federico Berti
La leggenda di Lisabi Agbongbo Akala
Schiavi in rivolta nel XVIII secolo. La società per il mutuo soccorso dei contadini Egba. La guerra contro lo schiavismo dell’impero Oyo. Da liberatore a tiranno, una lezione sul potere.
Nel podcast di oggi parleremo di una figura leggendaria che si presume sia realmente esistita e a cui viene tributato dal 1972 un culto sia civile che religioso nella Nigeria sud-orientale ad Abeokuta. Si tratta di un personaggio molto complesso, intorno al quale sono fioriti racconti meravigliosi e talvolta inquietanti, portatrice di valori e insegnamenti sapienziali che gli Egba della regione ritengono fondanti per la propria identità storica. Lisabi Agbongbo Akala secondo la tradizione popolare sarebbe vissuto nel XVIII secolo, tra 1775-1780 divenne famoso per aver riunito il popolo della foresta e del fiume sotto il proprio comando per liberarsi dall’orrenda tirannia degli Alafin di Oyo. Questi ultimi erano un impero molto potente, venutosi a formare intorno al XV secolo grazie all’eccezionale potenza militare dei suoi cavalieri e alle capacità organizzative, che consentirono loro di assumere il controllo sulle principali vie commerciali. In particolar modo, oltre al sale, alle pelli, ai cavalli, le noci di cola, l’avorio, e la stoffa, acquisirono intorno al XVIII secolo un ruolo di prim’ordine nella tratta degli schiavi, soprattutto con gli Europei. Il sistema tributario dell’impero Oyo era basato su squadre di requisizione dislocate sul posto con a capo un funzionario simile a un podestà, dotato di larga autonomia decisionale. Questi ultimi non lesinavano sull’uso della violenza. Gli schiavi procurati dai sicari dell’impero venivano poi destinati sia alla tratta trans-sahariana, sia a quella atlantica. Avevano il controllo di Porto Novo e Ouidah. Inutile dire che le confederazioni tribali si trovarono sotto la costante minaccia di questi tributari, non mancarono le attività cospirative per rovesciarne la crudele tirannide. Lisabi Agbongbo Akala riuniva su di sé tre caratteristiche fondamentali, essendo un contadino e un cacciatore laborioso, un valoroso combattente e un carismatico sacerdote del culto Ifa. Queste tre doti gli avrebbero permesso di compiere delle imprese davvero straordinarie, ma lo portarono anche a sperimentare gli aspetti negativi del potere, la tentazione di passare egli stesso dalla parte dell’oppressione, come raccontano alcuni tra i custodi della sua memoria. Egli convocò i capi delle confederazioni di profughi che si nascondevano nella foresta o lungo i fiumi per sfuggire alla cattura e li invitò a riunirsi in una società cooperativa di mutua assistenza, la Egba Aaro, alla quale dovevano poter contribuire tutti i fuggiaschi e i contadini del circondario. La leggenda vuole che ciascuno dovesse lavorare nelle terre di tutti gli altri e che lui per primo avesse dato il buon esempio. Quando venne il turno di invitare gli altri a lavorare nella propria terra, egli non chiese loro di impegnarsi nei lavoratori agricoli, ma di prendere le armi e sollevarsi contro il crudele oppressore. Nascose dunque le donne, i vecchi e i bambini in un luogo sotterraneo, in modo tale che l’esercito Oyo non potesse rivalersi su di loro, e coordinò un’azione combinata sul territorio in modo tale che tutti i funzionari imperiali venissero assassinati contemporaneamente in un solo giorno, prima il nemico potesse rendersene conto e impedirlo. SI racconta che morirono in un sol colpo 600 funzionari, dei quali 250 egli stesso passò a fil di spada. L’esercito imperiale contrattaccò, ma cadde in varie imboscate, tese dai signori della guerra uniti nella resistenza. Tutto questo sarebbe avvenuto, secondo i racconti popolari, nella foresta di Egba. La vittoria fu tuttavia effimera, perché si racconta che a quel punto Lisabi avesse accentrato su di sé la gloria per il successo conseguito e il potere nella conduzione della confederazione, ritrovandosi egli stesso a tiranneggiare sul suo popolo. I signori della guerra dunque, lo catturarono per condurlo nel cuore della foresta in catene e gettarlo in una fossa, dalla quale non ebbe mai più l’opportunità di uscire. In quell’occasione avrebbe scagliato una maledizione sul suo popolo, pronosticando la perdità della pace e dell’unità fino alla nona generazione, cosa che avvenne. Si tratta ovviamente di leggende postume, ma vogliono dire molto. Le catene con cui si racconta che venne imprigionato si possono vedere ancora oggi, sono conservate in mostra ai visitatori e agli officianti dei rituali che si compiono ogni anno nella foresta di Egba in onore di Lisabi. A questo punto le storie sul suo conto assumono toni surreali, mitologici. Si racconta che il guerriero-sacerdote fosse in realtà un gigante e che non sia mai morto, ma abbia semplicemente cambiato il suo stato, diventando un dio, uno spirito. Una delle leggende sul suo conto vuole che i sacerdoti Ifa ne invocassero lo spirito per combattere alcune guerre successive e che in quell’occasione il cacciatore sia tornato fisicamente a combattere, ma dopo aver vinto sui nemici si accorse che in quei cadaveri aveva riconosciuto i suoi stessi figli. Se pure è improbabile che egli avesse una famiglia propria nel senso stretto della parola, è opinione comune che avesse una figlia poi andata in moglie a un signore di altro regno e mai più rivista dai suoi conterranei, ma soprattutto la tradizione vuole che ogni cittadino di Egbaland si considerasse propriamente figlio di Lisabi, come se la costituzione della sua autorità si potesse considerare un vincolo di sangue. E’ in ragione di questo che lo spirito di Lisabi, invocato per combattere una guerra postuma, essendosi accorto di aver ucciso con le proprie mani i suoi stessi figli, che cioè quella guerra vedesse contrapposti fratelli di uno stesso popolo, fosse dunque una guerra civile, si rifiutò di intervenire ancora nel futuro a porre fine con la violenza al conflitto, ma che avrebbe sempre fatto il possibile perché il suo popolo ritrovasse la pace e l’unità. Due valori fondanti per tutto il popolo di Egba. L’Alake ha ricordato qualche anno fa in occasione di una cerimonia che Lisabi non ha mai vissuto su Olumo Rock, ma solo nelle fattorie confederate della società di mutua assistenza da lui fondata e poi nella foresta di Egba in cui era stato imprigionato o sepolto vivo. La scelta della roccia come luogo fortificato dal quale resistere all’assalto dei nuovi nemici avvenne successivamente per opera di Sodeke e gli altri due cacciatori che secondo un oracolo Ifa ricevettero un responso favorevole per potersi insediare sulla roccia e fortificarla, abitando nelle caverne. Sappiamo che da allora la lezione di Lisabi aleggia nell’aria e che il luogo stesso di Olumo Rock è diventato simbolo della pace e dell’unità per tutti i figli di Lisabi, come recita l’inno composto da Jesse Ransom-Kute. Il culto di Lisai è stato istituzionalizzato nel 1972, quattordici anni più tardi è nato un festival di musica e spettacolo in suo onore, negli anni ’90 Olumo Rock è diventato monumento nazionale. Ogni anno si svolge una cerimonia solenne nella foresta dove si dice che sia ancora visibile l’abitazione diroccata in paglia e fango dove avrebbe abitato il caccia, anche se in realtà la persona che viveva lì accanto non aveva mai avuto la consapevolezza della storia di quel rudere. Non essendovi che racconti popolari a riguardo, si potrebbe affermare in teoria tutto e il suo contrario, per cui restiamo nell’indeterminatezza del leggendario. Sappiamo che la cerimonia ha un carattere sacro, i visitatori devono sottoporsi a particolari abluzioni dei piedi e i turisti sono per lo più esclusi dal presenziarvi, la zona è presidiata anche dalle forze dell’ordine. Viene sacrificato un ariete e si effettuano dei riti religiosi in suo onore. Il festival nato verso la metà degli anni ’80 dura una settimana e attrae grandi sponsor, tra cui la società di telecomunicazioni GLO e la stessa Fondazione Olukun Festival. Le alte autorità ricevono dignitari da tutto il mondo, si svolgono feste di strada, competizioni sportive, concorsi di bellezza, balli tradizionali e manifestazioni in maschera. In altre parole, l’istituzionalizzazione del culto di Lisabi risale ai primi anni ’70, dieci anni dopo l’indipendenza dal Regno Unito, il quale aveva esercitato sul territorio un controllo diretto per più di settant’anni. Sarebbe interessante indagare sulla trasmissione orale delle leggende intorno alla figura di Lisabi nel periodo coloniale tra 1885-1960, eventualmente ricostruire anche gli aspetti rituali se ve ne fossero, la loro eventuale clandestinità o comunque le relazioni tra queste tradizioni locali e il protettorato britannico. La vicenda personale della sacerdotessa Ifa custode del santuario di Olumo Rock avrà lasciato senz’altro delle testimonianze e qualcosa potremmo ritrovarla nella stampa locale, nelle pubblicazioni scritte, in qualche resoconto di viaggiatori, commercianti, predicatori. Lo stesso testo diJesse Ransom-Kute, il popolare Egba Anthem faceva menzione di Lisabi e dei suoi figli nel 1922. Con l’indipendenza, il culto è stato ufficializzato e istituzionalizzato, la sua storia è divenuta oggetto anche di una commedia teatrale, Olu Owolabi Lisabi Agbongbo Akala (1977), scritta in lingua Yoruba, che un ricercatore nigeriano, Olanrewaju Isiak Balogun ha interpretato come portatrice di valori critici rispetto alla corruzione dei governi contemporanei che chiedono tasse ma non danno rappresentanza, ai valori dell’unità e della pace ma anche alla tentazione del potere che può trasformare un liberatore in oppressore, messaggio chiave dell’operetta da lui analizzato come un esempio di epica moderna. Nel suo complesso la vicenda di Lisabi rimane fondamentale per capire la storia dei movimenti di liberazione e la lotta allo schiavismo nel XVIII secolo, soprattutto considerando il ruolo della mutua società cooperativa che sembra anticipare di quasi un secolo la cooperazione socialista, che l’Europa dovrà aspettare un altro secolo per potersi organizzare e conseguire obiettivi apprezzabili. Si dovrebbe poter ricostruire con minore approssimazione quanto meno la data di morte del personaggio, che al momento oscilla tra 1970 e 1985, proseguendo poi a far luce sul personaggio di Sobeke, la costruzione del rifugio sulla roccia di Olumo e gli aspetti più specifici del culto. Sarebbe anche molto utile approfondire la vita quotidiana nella foresta di Egba tra Settecento e Ottocento e naturalmente le lotte indipendentiste degli anni ’60. Per il proposito di un racconto storico, sarebbe anche opportuno raccogliere un minimo di materiale iconografico. Lascio qui sotto la mia traduzione di alcune fonti in inglese, alle quali rimando per approfondire quanto detto in questo servizio.
Rassegna stampa
Una leggenda di Abeokuta nella foresta dell’Egba
Traduzione a cura di Federico Berti
La storia di Abeokuta, dimora degli Egbas (e di Owus), iniziò con la loro liberazione dalla sovranità dell’Impero Alafin di Oyo, a cui gli Egbas erano sottomessi. La Liberazione ebbe luogo tra il 1775 e il 1780, sotto la guida di Lisabi, residente a Igbehin, nato a Itoku. Organizzò un movimento di ribelli camuffato sotto il nome di Egbe Aaro Tradition Mutual Aid Society. Lisabi in seguito utilizzò la società per liberare gli Egba organizzando l’uccisione simultanea degli Ajeles o Ilaris in tutti gli insediamenti di Egba nel 1780, a partire da Igbehin. In tutto, più di 600 llaris o Ajeles sono stati spazzati via in un giorno. Ilaris erano i rappresentanti degli Alafin di Oyo esattori dei tributi pagati agli Alafin da tutti i territori sotto il dominio dell’Impero Oyo. Gli Ajeles o Ilaris si comportavano generalmente come un esercito di occupazione nei luoghi che amministravano. Le loro regole tiranniche li indicavano come strumenti per l’oppressione e la repressione del popolo. È stato questo governo autoritario degli Alafin e lo stile di vita sconsiderato degli Ilari nell’Egbaland che ha persuaso Lisabi e i suoi contemporanei di porre fine al male. L’adozione del popolare sistema di cooperazione Aaro da parte dell’Egbe Ologun (Arms Bearers Club) di Lisabi è stata la strategia che ha usato per complottare contro gli Ilari nella sua città di Igbehin. Tutti gli altri paesi di Egba insorsero e uccisero gli Ilari coordinandosi in modo da agire in modo quasi simultaneo! Non appena la notizia raggiunse la metropolitana di Oyo, l’Alaafin non perse tempo a inviare un esercito per reprimere la ribellione di Egba. Questo era già stato previsto nel piano Lisabi e l’esercito della vendetta di Oyo fu messo in rotta e la libertà degli Egbas fu stabilita. Questo episodio avvenne tra il 1775 e il 1780 nella foresta di Egba. Questa unità e cooperazione tra i numerosi insediamenti forestali di Egba ebbe vita molto breve, la loro mancanza di cooperazione e direzione unificata in seguito portò alla loro completa sconfitta all’avvento delle guerre Yoruba innescate al mercato di Apomu vicino a Orile Owu. Molto più tardi, intorno al 1829, Lamodi di Igbehin e Balogun degli Egba che vivevano nel campo di Maye a Ibadan, decisero che gli Egbas dovessero sfuggire alla schiavitù di Maye. Gli Egba avevano sentito parlare di Abeokuta nella loro ricerca di un posto dove stabilirsi. Mandarono il capo Sobookun, il Baamokun di Ilugun e altri a portare da lì una manciata di terra per la divinazione, e il risultato fu propizio. Il primo gruppo ad arrivare ad Abeokuta consisteva in Egba Alake, Oke Ona e Gbagura, in quest’ordine. Più tardi, Olufakun condusse Owu ad Abeokuta, mentre altri lo seguirono presto.
E’ noto che un guerriero Owu-Apomu di nome Sangojimi Gudugba e il suo gruppo erano a capo di quella pionieristica squadra di rifugiati di Ibadan guidata da Sodeke. Lamodi perse la vita in battaglia all’attraversamento di un fiume mentre cercava di impedire al suo primo figlio, Osota, di essere catturato dall’esercito di Maye, che stava inseguendo l’Egba. Sodeke, il Seriki degli Egba gli succedette e nel 1830 guidò l’Egba Alake ad Abeokuta. Balogun Olunloye, il Balogun Ilugun guidava Ogba Oke-Ona mentre Oluwole Agbo, Balogun Ojo Gbagura guidava il Gbagura ad Abeokuta. Un capo Itoko di nome Idowu Liperu aveva vissuto in precedenza nell’insediamento. Aveva attraversato il fiume Ogun e si era stabilito in un terreno agricolo dove si erano uniti a lui tre cacciatori di nome Jibulu, Ose e Olunle. A differenza di Liperu che eresse una casa con l’assistenza dell’allora Olubara Lafa, i tre cacciatori alloggiarono nelle grotte sotto la roccia di Olumo. In precedenza avevano aiutato Sobookun a recuperare i campioni di terreno intorno all’Olumo Rock. Più tardi, Adagba e altri si trasferirono sulla roccia per unirsi a Liperu e ai tre cacciatori, che vi si erano stabiliti. Adagba era un uomo coraggioso che aveva i suoi terreni agricoli situati molto vicino alla roccia. L’insediamento si chiamava Oko Adagba, il nome iniziale di Abeokuta. Olumo significa “costruito dal Signore” – i suoi appartamenti arredati in modo naturale sono le sue grotte! Tra il 1830 e l’inizio del secolo, i coloni di Abeokuta furono costretti a combattere diverse guerre principalmente per la sopravvivenza dell’insediamento emergente. Nel 1832, il popolo di Ijebu Remo indusse i nuovi coloni a prendere le armi contro diverse città di Ijebu Remo nella guerra di Owiwi. Nel 1834, un tentativo di invasione ibadan li sfidò anche in una guerra che portò alla pesante sconfitta dell’esercito ibadan nella battaglia di Arakanga che manifestò la potenza e l’indispensabilità dei guerrieri dei coloni Owu che solo di recente erano stati convinti da Sodeke a stabilirsi con loro per rafforzare le difese del nuovo insediamento!
Il giorno di Lisabi ad Abeokuta
Traduzione di Federico Berti
L’anniversario del 14 marzo cade il giorno di Lisabi ad Abeokuta e per celebrare gli eventi, tutti i mercati della città sono chiusi e il movimento è limitato. Il festival di Lisabi si tiene solitamente ogni anno dal popolo Egba in ricordo di Lisabi Agbongbo Akala. Lisabi, un guerriero Egba, è venerato per le sue gesta eroiche durante quei giorni turbolenti di guerre intertribali ed è quindi identificato da tutto il popolo Egba come la forza della loro unione. Secondo la storia di Abeokuta, la foresta di Lisabi ospita i resti del leggendario contadino diventato guerriero. Lisabi formò una società cooperativa che aveva come membri uomini semplici, agricoltori. La storia di Abeokuta indica il fatto che Lisabi ha dimostrato di essere un leader energico poiché ha lavorato più duramente degli altri ogni volta che andavano nella fattoria di uno dei membri, tanto che ciascuno promise di fare del suo meglio quando sarebbe stato poi il momento di lavorare nella fattoria di Lisabi. Quando arrivò il suo momento, invece di chiedere ai membri di lavorare nella sua fattoria, dichiarò guerra agli Oyo. I membri della sua società cooperativa erano stupiti e spaventati, ma accettarono di andare in guerra perché non volevano deluderlo rinnegando le loro promesse. Con tattiche di guerra suprema, l’esercito di Lisabi, la cui forza numerica di gran lunga inferiore a quella degli Oloyo, vinse la battaglia, ottenendo di conseguenza la libertà per gli Egbas. Per celebrare questa parte importante della storia di Egba, la marcia annuale verso la foresta di Lisabi diventa un evento importante. Anche quest’anno l’evento sarà celebrato tradizionalmente. I figli e le figlie di Egba visiteranno la foresta sacra di Lisabi nel villaggio di Oba, nel governo locale di Obafemi/Owode, nello stato di Ogun. La storia dell’Egba vuole che la foresta di Lisabi custodisca le spoglie dell’uomo leggendario.
Leggenda e realtà di un guerriero e statista
Traduzione di Federico Berti
La mia passione per il turismo con un occhio di riguardo ai fatti storici, mi ha spinto a intraprendere questo viaggio immaginario nella vita di Lisabi, leggendario guerriero Egba. E’ stato davvero un viaggio molto rivelatore perché così tanti misteri erano aperti e alcuni sono rimasti ancora chiusi. Ho lasciato Lagos, la mia base per Abeokuta, la mia città natale, molto presto quel sabato mattina per incontrarmi con un appuntamento alle 10 con la mia guida turistica, quella che fino a quel momento doveva essere un’ora o al massimo un’ora e mezza di viaggio ha finito per richiedermi quattro ore e mezza piene, non tanto per lo stato deplorevole della superstrada Lagos-Abeokuta. Quando sono arrivato al palazzo di Ake per incontrare il mio ospite, un uomo anziano molto gioviale ricco di storia di Egba, mi ha detto che la storia di Lisabi è una storia del 18° secolo, mentre Abeokuta è stata fondata nel 19° secolo, 1830 per essere precisi. Sono dunque partito per Igbein, dove Lisabi ha trascorso la sua vita, per scoprire di più su questo personaggio enigmatico. Arrivato a Isale igbein, l’attuale governo locale di Abeokuta Sud mi sono diretto verso il complesso di Atobalete, dove si crede sia la casa della famiglia Lisabi. Arrivando lì, le persone erano riluttanti a discutere il motivo del mio viaggio insistendo perché ottenessi il nulla osta da un’autorità superiore, ma ho potuto guadagnarmi la fiducia di un anziano di quella casa grazie all’intermediazione del mio anziano ospite, che mi ha portato nel mondo Lisabi. Ha detto che uno dei segreti meglio custoditi è il fatto che Lisabi non avesse una famiglia propria, avendo passato tutta la vita a lottare per la sua gente non ebbe mai il tempo per una famiglia vera e propria. Ecco perché tutti gli Egba si considerano figli di Lisabi e hanno il penegirico “Egba’ mo Lisabi” ( Egba figli di Lisabi) Mi è stato detto che Lisabi divenne un dio e scomparve nella foresta di Oju ore, Oba, nell’area del governo locale di Obafemi Owode nello stato.
Lisabi Agbongbo Akala
Traduzione di Federico Berti
Nel primo nucleo del gruppo sociale formato da Lisabi per cospirare, la maggior parte dei membri erano signori della guerra. Collaborarono con gli abitanti del villaggio per sbarazzarsi degli Oyo-Ile Ilaris (rappresentanti) di stanza nelle loro comunità per ottenere l’indipendenza dall’Impero Oyo. Ottenuta la libertà iniziarono a chiamare la loro nazione Orile-Egba con capitale Gbagura. Sapevano che Oyo-Ile avrebbe lanciato un attacco di rappresaglia, quindi avevano pianificato di tenere la lotta fuori dai villaggi tendendo un’imboscata all’ormai indebolito esercito dell’Impero Oyo. Appostarono il loro esercito su tutti i punti di ingresso. Come previsto, Alaafin lanciò un attacco di rappresaglia e vinsero i guerrieri egba guidati da Lisabi. La stessa Gbagura era il più grande gruppo Yoruba nella vecchia foresta di Egba. I guerrieri Lisabi erano di stanza a Osiele guidati da Akaashi, un signore della guerra di Gbagura, per affrontare qualsiasi aggressione esterna da Ibadan. L’Akila di Iddo era il comandante dell’esercito Egba (Osi Egba), e Anoba era il Balogun Egba. Lisabi Agbongbo Akala è entrato intenzionalmente nella foresta ed è scomparsa completamente. Alcuni hanno detto che si sia suicidato mentre alcuni dei primi storici hanno sostenuto che sia migrato in un’altra terra. Tuttavia, alcuni credono che Lisabi fosse stato gettato in una fossa scavata dal popolo Egba, dopo aver usato il gruppo sociale che aveva creato per opprimerlo. Al contrario, alcuni hanno sostenuto che Lisabi sia rimasto a vivere nella foresta fino al giorno della sua morte. Inoltre, la guerra intestina in Yoruba Land è continuata e Lisabi non avrebbe potuto farsi vedere in giro senza combattere dalla parte dell’egba. L’importanza del Festival di Lisabi Egba-land celebra Lisabi durante il festival Lisabi, che si tiene ogni anno a marzo. Il festival si tiene in ricordo del coraggio di Lisabi che ha favorito la pacifica convivenza del regno unito di Egba. Poco più di un anno fa, una statua di Lisabi di 18 piedi è stata svelata alla rotonda di Adatan in onore del guerriero.
Il festival di Lisabi
Traduzione di Federico Berti
Il festival di Lisabi, della durata di una settimana, mette in mostra la ricca storia e le culture del popolo Egba e riflette anche la loro prosperità e giovialità. Gli Egbas sono noti per essere una tribù molto laboriosa, ma anche amante del divertimento, con abilità mozzafiato nelle arti e nei mestieri indigeni. Il festival inizia presso il leggendario e famoso Olumo rock con spari che risuonano attraverso l’asse di Sodeke, ostentazione di spettacoli in maschera, balli tradizionali che includono la danza “woro” e molti giochi all’aperto e al chiuso. Le strade di Abeokuta non possono che prendere vita durante il festival di Lisabi. I mercatini sono chiusi per consentire e incoraggiare la piena partecipazione delle persone al festival e per prevenire il traffico intenso. I figli e le figlie di Egbaland nella diaspora tornano a casa dalle loro famiglie per la celebrazione. È degno di nota che il festival Lisabi ha attratto grandi sponsor tra cui società di telecomunicazioni come GLO e enti come Olukun Festival Foundation. Il tradizionale sovrano di Egbaland, Alake, e la sua Olori (regina) ricevono importanti dignitari dalla Nigeria e dal mondo. L’Alake è anche protagonista di quasi tutti gli eventi organizzati durante il festival Lisabi come il concorso di bellezza Miss Olumo, il concorso a quiz per le scuole, le competizioni di calcio, i raduni su strada e, soprattutto, la passeggiata verso la foresta di Lisabi situata tra i villaggi di Maroko e Abatan nel governo locale di Obafemi Owode La zona. Si credeva che Lisabi fosse scomparso nella terra nella foresta dopo aver liberato il popolo di Egba e da allora la foresta è stata considerata la sua casa. La storia di Abeokuta o Egbaland narra che Lisabi Agbongbo-Akala fosse originariamente un contadino prima di prendere le armi. Fu durante il regno autocratico di Oloyo che comandò migliaia di guerrieri da diverse città sotto il suo governo. Quando gli anziani di Egbaland si arresero e si arresero agli Oloyo, Lisabi Agbong-Akala mobilitò alcuni uomini e andò in guerra contro gli Oloyo. Anche se gli uomini di Lisabi non potevano competere in numero con gli uomini di Oloyo, vinse strategicamente la guerra e così liberò Egbaland. Il festival di Lisabi, che si celebra in ogni mese di marzo, ha attratto turisti da tutto il mondo e questo genera entrate degne per il governo statale e stimola anche il settore turistico dello stato di Ogun.
Quando l’Alake pregava nella foresta di Egbaland
Traduzione e riduzione di Federico Berti
Ogni anno il popolo Egba dello stato di Ogun guidato dal loro sovrano supremo, si reca nella foresta di Lisabi per pregare per la pace nella loro terra. Qui le persone vivono a stretto contatto l’una con l’altra e abitano uno dei terreni più impervi della rocciosa Abeokuta, la capitale dell’odierno stato di Ogun. Sono unici a causa dei loro atti storici di coraggio e impegno per una causa considerata a loro cara. Benvenuti nell’umile comunità agraria di Igbein, la casa del primo Balogun (Primo ministro) ed eroe di Egbaland, Lisabi Agbongbo Akala, un guerriero che ha sfidato la fortuna per liberare il popolo Egba dall’egemonia tirannica e sfruttatrice degli Alaafin di Oyo nel XVIII secolo. Un resoconto diceva che proveniva da Ile-Ife nello stato di Osun e si era stabilito nell’area di Igbein di Abeokuta. E oltre 100 anni dopo la sua scomparsa, né i suoi parenti né la terra di Egba in generale hanno dimenticato la sua impresa. La nazione ha visitato la comunità questa settimana e gli è stata mostrata una vecchia casa di fango in vari stadi di abbandono e che si ritiene fosse il luogo in cui Lisabi viveva quando camminava su questa terra. Sebbene venga celebrato ogni anno dal 1972 quando Oba Oyebade Lipede prima di unirsi ai suoi antenati, dichiarò che doveva essere riservato un giorno in onore di Lisabi e unire il popolo Egba, ma si sa poco di lui riguardo al matrimonio, tranne che ha generato o adottato una figlia, che una fonte non ufficiale sostiene sia stata poi data in moglie a un duro principe e guerriero della Repubblica del Benin e da allora non si sa più nulla di lei. E curiosamente, un uomo che viveva adiacente alla casa che si dice fosse quella di Lisabi, disse di non aver mai saputo di trovarsi dove un tempo viveva l’eroe Egba prima di morire. La Lisa della terra di Igbein, il capo Atanda Odesola, ha detto che Lisabi era un sacerdote Ifa, cacciatore e contadino che esercitava molta influenza sui suoi coetanei e sulla generazione con il suo potere mistico Ifa. Odesola ha detto che ha aiutato a combattere le loro guerre e che poco dopo la sua morte il suo spirito è stato spesso evocato per aiutare a difendere la terra di Egba dagli attacchi esterni. La Lisa che ha parlato attraverso un interprete, il signor Ayodele Soyoye del Baåogun Idowu Soye Compound, Igbein, ha affermato che il loro eroe non appare più per combattere la loro battaglia. Ha detto che quando Lisabi è stato attirato sul sito in cui è scivolato in quello che potrebbe passare per una caverna, una catena misteriosa è emersa pochi giorni dopo sul posto. Ha detto a ‘The Nation’ che la catena in passato veniva usata per indurre Lisabi ad agire in caso di guerra tribale che infuriava contro l’Egba ma in un’occasione, quando lui (lo spirito) fu chiamato a difendere il suo popolo, emerse e ne uccise molti, ma guardando da vicino i morti, si rese conto che erano i suoi figli Egba. Da quel giorno, lui (Lisabi) ha promesso che non sarebbe più apparso per combattere con violenza la causa del popolo Egba, ma per farlo assicurando che la pace e l’unità prevalessero nella terra quando si radunavano presso il suo santuario per offrire preghiere. Lo scorso marzo, il sovrano della Paramount e Alake of Egba, Oba Adedotun Gbadebo, ha guidato i tradizionali sovrani, capi e figli della terra di Egba, tutti vestiti di bianco, al luogo di sepoltura di Lisabi in una foresta (Igbo Lisabi) al largo della comunità di Oba – a circa un’ora di macchina da Abeokuta, per offrire preghiere per l’unità e il progresso della terra di Egba. Il viaggio verso Igbo Lisabi è una sorta di esercizio spirituale. L’Alake officia la sessione di preghiera e sacrifica un’ariete. Nel punto finale che porta al boschetto, tre sacerdoti montano la guardia. Qui, tutti coloro che entrano nella foresta si fanno lavare i piedi e le mani con una miscela di erbe, acqua e sostanza biancastra. Ha lo scopo di scongiurare il pericolo e neutralizzare le forze negative, si è appreso, anche se agli estranei, nel loro interesse e sicurezza era impedito di avvicinarsi alla foresta. Oba Adedotun ha detto che non si inchinano a nessun idolo mentre gli arieti che vengono uccisi durante le preghiere vengono fatti all’interno del santuario che ospita il luogo di sepoltura. Ci sono vari resoconti di eventi che hanno portato alla sua morte. L’Alake, Oba Gbadebo, ha detto che Lisabi era un gigante che non hasmesso di crescere nemmeno con l’età. Secondo il sovrano supremo di Egba, dopo che Lisabi uccise personalmente 250 esattori di tasse (Ajeles) al servizio di Oloyo (Alaafin) di Oyo, ordinò anche ad altri di uccidere gli Ajeles nelle varie municipalità. Più tardi però, rivolse la sua straordinaria forza verso l’interno e iniziò a opprimere i suoi fratelli Egba. Il popolo Egba che non poteva più far fronte alla sua prepotente influenza, complottò per sbarazzarsi di lui, lo radunarono e lo portarono in una fitta foresta isolata nel remoto villaggio di Oba dove con una catena lo trascinarono vivo in una fossa profonda . Adedotun ha detto: “Lisabi non è morto. Lo portarono in una fossa lì (a Igbo Lisabi) e lo buttarono a terra. Era un gigante. La catena usata per gettarlo a terra è ancora lì per essere vista da qualsiasi persona autorizzata. Lui solo ha ucciso 250 esattori delle tasse di Alaafin in un giorno e ha chiesto ai suoi capi di fare lo stesso nelle loro varie township”. Ma la Lisa della terra di Igbein, Atanda Odesola, ha detto che dopo l’uccisione dei 250 Ajeles, Lisabi sapeva che l’Alaafin avrebbe lanciato un attacco di rappresaglia su vasta scala contro l’Egba e quindi, si è preparato in anticipo per respingerlo. Secondo la Lisa, dopo aver consultato un oracolo Ifa ed essere stato assicurato che l’Alaafin di Oyo sarebbe avanzato nella terra di Egba con il suo esercito attraverso l’Odo – Ogun (fiume Ogun) a Lafenwa, prima raccolse le donne e i bambini e li nascose in un tunnel sotterraneo (Ogunmeleogun) per proteggerli dai danni. Come previsto, i soldati Alaafin invasero la terra di Egba, ma Lisabi e la sua Egbe Aaro riuscirono a respingere con successo gli invasori e alla fine liberarono l’Egba dagli Alaafin, ma presto avrebbe pagato per la sua popolarità e abilità. I riconoscimenti che ha ottenuto dai suoi atti di eroismo hanno presto suscitato lamentele da parte del suo popolo, scontento del fatto che Lisabi si stesse prendendo da solo tutta la gloria della lotta per la liberazione di Egba. Il mormorio si è trasformato in una cospirazione, la sua gente che si è precipitata all’Alake per lamentarsi del fatto che Lisabi complottava per spodestarlo e gli chiesero di convocarlo al palazzo reale, ma lungo la strada i suoi rapitori lo hanno invece portato nella foresta (Igbo Lisabi) e lo gettato in una fossa scavata a tale scopo. Odesola ha spiegato che Lisabi considerava il trattamento riservatogli dal suo popolo come un tradimento, dopo aver rischiato la vita più volte per liberarlo dall’egemonia Alaafin. Secondo Odesola, si dice che Lisabi all’epoca avesse pronunciato maledizioni sulla terra di Egba secondo cui l’unità avrebbe continuato a sfuggire loro e che la tregua non sarebbe arrivata fino a quando il 9° Alake, che era Oba Oyebade Lipede, ascese al trono e usò il festival annuale di Lisabi per unire le persone.
DOCUMENTING AFRICAN HEROISM IN OLU OWOLABI’S LISABI AGBONGBO, AKALA, By Balogun, Olanrewaju Isiak
Traduzione e riduzione di Federico Berti
Lisabi Agbongbo Akala di Olu Owolabi è un’opera teatrale tratta dalla storia del popolo Egba. Il dramma ha portato alla luce le ragioni alla base del celebrazione del Festival Lisabi di Abeokuta fino ad oggi. Il festival che è in onore di Lisabi Agbongbo Akala mostra i ruoli significativi e indubbi svolti da questo eroe nelle vite del il suo popolo e la società in generale. Questo studio conclude che un drammaturgo è un custode della storia, quindi, facendo l’arte della drammaturgia uno degli aspetti centrali e più impegnativi del teatro che ci si aspetta essere svolto con adeguata attenzione e diligenza soprattutto, quando il drammaturgo sta documentando drammaticamente l’evoluzione storica di un popolo rispetto a una società particolare. Pertanto, nel processo di mettere insieme fatti e finzioni al fine di esaltare l’estetica totale del teatro, la vera trama raccontata dalle persone non deve essere persa. Nella società africana soprattutto in Nigeria, sono state messe in scena diverse opere teatrali dal sfondo storico delle persone alcune delle quali sono; Ozidi (1966) di J.P Clark, Olu Owolabi Lisabi Agbongbo Akala (1977), Yemoja di Ahmed Yerima (2001) e innumerevoli altri. Questi spettacoli di cui sopra possono essere collegati a diverse feste celebrate in vari paesi da cui il drammaturgo ha tratto la trama della commedia. Questo, quindi, mostra chiaramente la capacità artistica dei drammaturghi africani nel documentare la storia e il festival dell’Africa l’atto di drammaturgia. I drammaturghi, quindi, possono essere visti come custodi della storia, espositori di cultura e tradizioni e custode del ricordo a beneficio delle giovani generazioni. Leggere l’opera teatrale sulla leggenda di Lisabi insegna al lettore lezioni sull’unità, l’amore e l’armonia come strumento di responsabilità collettiva e di superamento di qualsiasi tipo di sfida. In secondo luogo, l’opera teatrale permette di dotare l’eroe-dio di tratti umani multiculturali comuni. Deve lasciare il mondo soprannaturale di esseri super-umani, e vivere con la debolezza dell’uomo. Questo anche si riflette nella sceneggiatura poiché Lisabi era solo un normale contadino trasformato in guerriero con l’aiuto dell’Associazione Contadini della Terra (Egba Aro). Quando la gente di Egba non poteva più resistere al terrore nelle mani degli Ilari (Rappresentanti di Alaafin), Lisabi elaborò una strategia insieme a tutti i membri dell’associazione degli agricoltori per porre fine alla vita di tutti gli Ilari nelle varie comunità della terra di Egba. Di conseguenza, Alaafin dell’Impero Oyo dichiarò guerra agli Egba e allo spirito dell’unità, i contadini Egba divennero guerrieri, guidati da Lisabi vinsero la guerra e ottennero la libertà. Olu Owolabi ha scritto con successo la sua opera in lingua yoruba per informare ed educare la gente della terra di Egba e altri regni di lingua yoruba sullo sfondo storico di Egba in a lingua che possono facilmente leggere e comprendere. Le opere teatrali inoltre evocano metafore e simboli che attraggono non solo gli appartenenti a quella cultura cui il mito fa riferimento, ma anche il grande pubblico. Questo ad esempio è il racconto del terrificante regno degli Alaafin dell’Antico Impero Oyo. In tutta la parte occidentale della Nigeria, l’uomo nato dal suolo Yoruba non avrebbe mai sentito parlare altrimenti del famigerato governo del Alaafin di Oyo e come quel regno tenne prigionieri molti altri regni. Il teatro può, grazie a questo procedimento, fare appello alla coscienza nazionale del popolo ed evocare lo spirito di unità nazionale. La storia di Lisabi Agbongbo Akala non è dunque solo in grado di motivare i regni parlanti Egba o Yoruba, ma tutte le società, stati e nazioni del mondo che si trovino in cattività, per unirsi e riunirsi come uno solo popolo per combattere contro ogni forma di oppressione e di conseguenza ottenere la vittoria sulle loro sfide o problemi, proprio come Lisabi con l’aiuto di tutti i contadini della terra si unì per combattere contro il dominio del terrore degli Ilari (i rappresentanti di Alaafin) e poi guadagnarne libertà. Un esempio concreto di questo mito nel presente è la Nigeria attuale, governato da politici disumani e corrotti che incuranti del benessere delle persone sembrano interessati soltanto a come depredare fondi pubblici per arricchirsi alle spalle del popolo. Se i nigeriani potessero riunirsi nell’amore, nella pace e nell’armonia, nonostante la nostra religione e tribù, saremo in grado come popolo di combattere contro la corruzione fissando così un nuovo modello per le generazioni a venire. Se dobbiamo raggiungere questo obiettivo, noi dobbiamo prima credere in noi stessi.
Lo spettacolo è incentrato su Lisabi Agbongbo Akala, a capo dell’associazione degli agricoltori diventato guerriero. Per tutto il tempo l’Egba ha riconosciuto la giurisdizione imperialistica degli Alaafin di Oyo (Alafin Abiodun, 1770-1789) attraverso gli Ilari. L’Egba rende omaggio a Oyo in cambio di protezione dato loro contro l’aggressione esterna. L’Ilaris coglie l’occasione per maltrattare la gente di Egbaland in molti modi. Così Lisabi decide di usare “Egbe Aro” (l’associazione degli agricoltori) con abilità militare, lancia un attacco d’assalto che recide le vite di 600 Ilari nelle comunità Egba. La situazione ha provocato l’Alaafin di Oyo e lui intraprende una guerra di rappresaglia contro l’Egba. Ma con lo spirito patriottico di altri agricoltori, l’Egbas vince la guerra e ottiene la libertà dal egemonia del vecchio impero Oyo. Olu Owolabi nella sua commedia Lisabi Agbongbo Akala documenta l’evoluzione storica della vicenda dell’Egba. Il dramma è stato scritto anni prima dell’inizio della celebrazione di Festival Lisabi ad Abeokuta. In questa nota, possiamo vedere il motivo dietro la celebrazione di Festival di Lisabi all’interno dell’opera artistica di Olu Owolabi mentre la sua commedia racconta la storia di Lisabi Agbongbo Akala, come ha combattuto per la libertà del suo popolo e come sono nati gli Egba. Questo ritrae il drammaturgo come un ricercatore che indaga gli eventi importanti nel passato per creare un pezzo drammatico. Inoltre, all’interno della cultura e della tradizione del popolo Egba, il ricercatore ha preso nota del tipo di stoffa che le persone indossano (costume), del trucco delle persone, l’aspetto musicale della loro vita, la lingua che parlano e molti altri aspetti della cultura e tradizioni che riflette anche come parte degli elementi teatrali impiegati nel teatro a migliorare l’estetica di qualsiasi spettacolo teatrale. Queste e altre sono le cose che vorremmo incontrare nell’analisi del testo di gioco. Fondamentale in questo discorso il ruolo della musica. Di fatto, l’orchestra è il filo vitale di ogni spettacolo teatrale. La ragione è che la musica determina gli stati d’animo in quanto esprime la tristezza, la felicità, la rabbia, l’amore e tutti i sentimenti dell’attore attraverso la mente dell’attore. Le persone celebrano sempre le feste in uno stato d’animo felice esprimendo la loro emozione con diversi passi di danza mentre la musica viene suonata. L’aspetto musicale del festival africano include anche il canto. Il canto è un atto di lode poesia eseguita per persuadere o richiamare l’attenzione di un individuo o di uno spirito. Questo è comune alla cultura e la tradizione Yoruba. Il canto di solito fa appello alle emozioni della persona che è lodato.
Lisabi non ha fondato Egbaland
Traduzione e riduzione di Federico Berti
Il sovrano supremo di Egbaland, Adedotun Gbadebo, lunedì ha affermato, contrariamente alla credenza diffusa che il defunto Lisabi Agbongbo-Akala sia stato il fondatore dell’antica città di Abeokuta, la città è stata fondata diversi decenni dopo la sua morte. Il sovrano tradizionale lo ha affermato in una conferenza stampa nel suo palazzo di Ake, Abeokuta, in preparazione dell’annuale Lisabi Day 2016. Ha detto che Egbaland è stata fondata 60 anni dopo la scomparsa di Lisabi e che il defunto guerriero non ha mai risieduto ad Abeokuta, la capitale di quella che oggi è conosciuta come Egbaland. Il monarca ha detto che il ruolo svolto da Lisabi in vita è stato quello di liberare gli Egbas dal regno di Oyo dopo aver condotto una guerra che ha sconfitto i nemici degli Egbas. Oba Gbadebo ha detto che durante il regno di Lisabi, i suoi seguaci erano sparsi in tutte le comunità e villaggi, che poi formarono Egbaland dopo la sua morte. Il monarca aggiunse che Lisabi morì nel 1770 e che non risiedette mai ad Abeokuta, la capitale politica dell’intero Egbaland. Ha spiegato ulteriormente che Egba è stata fondata nel 1830, una differenza di 60 anni dopo la scomparsa di Lisabi. Nella 30a edizione della Celebrazione del Lisabi Day, prevista per il 29 febbraio, la tradizione prevedeva che una statua di Lisabi sarebbe stata svelata. In precedenza nel suo discorso, il presidente del comitato per l’anniversario, Rasheed Raji, ha affermato che la serie di eventi per celebrare la giornata include il saluto con le armi a Olumo Rock, la mobilitazione pubblica delle donne, il ballo Woro, la competizione calcistica, la competizione di giochi tradizionali e la scuola dibattito.
Dalla seconda metà dell’Ottocento sono stati pubblicati vari lavori sulla storia di Egba. Abeokuta o Sunrise inside the Tropics di Anna Tucker e il libro di Saburi Biobaku, The Egba and Their Neighbors sono particolarmente degni di nota. Anche il “Government in Abeokuta con particolare riferimento al periodo dell’Egba United Government” di Pallinder Law è di immenso contributo alla storia politica dell’Egba. HB “Evoluzione dell’amministrazione centrale ad Abeokuta, 1830-1898” di Harunah è un altro contributo alla storia politica e militare dell’Egba nel diciannovesimo secolo. Le opere di Adebeshin Folarin e Isaac Delano sono state tutte realizzate sulla storia politica dell’Egba. Il lavoro di Toyin Falola e Dare Oguntomisin su Abeokuta è anche un’opera importante sulla storia politica e militare dell’Egba. Il lavoro di Segun Osunkeye intitolato: “Trade and Commerce in Traditional Egba Society” in Abeokuta Home of the Egba, e l’articolo di Harunah intitolato “Lagos-Abeokuta Relations in Nineteenth Century Yorubaland” in The History of The Peoples of Lagos State, sono entrambi scritti sul storia economica dell’Egbaland precoloniale. Ad oggi, la maggior parte di ciò che è stato scritto sull’Egba tratta la loro storia politica, militare o economica. È in questo contesto che si tenta di esaminare l’economia politica della nazione Egba sia nel periodo precoloniale che in quello coloniale. Il termine economia politica era originariamente usato per studiare la produzione e il commercio e le loro relazioni con il diritto, i costumi e il governo, nonché con la distribuzione del reddito e della ricchezza nazionale. Il termine ha origine dalla filosofia morale. Si sviluppò nel diciottesimo secolo come studio delle economie degli stati, o delle politiche, da cui il termine economia politica. In sostanza, l’articolo esaminerà l’economia politica degli Egba di fronte alla modernizzazione e diversificazione del loro corpo politico nel periodo di studio.