Expo 2015, Milano brucia
Milano brucia
Queste cose le facevano i fascisti
Da far quel lavoro lì crei solo dello scompiglio, della guerra. Perché anche se civile, è guerra. I comunisti non bruciavano le macchine, a parte che a quei tempi non c’erano i soldi e andavano a piedi, al massimo in bicicletta. Queste cose le facevano i fascisti, quando venne l’attentato a Togliatti gli spararono di dietro, vigliacchi. Lui e la Iotti avevano tirato su tanti bambini poveri a Napoli, cresciuti, diplomati e laureati. Ne han prese tante i comunisti quando andavano a difendere la gente del popolo, anche lì ci sarà stato il migliore o il peggiore adesso non voglio dire, ma quando loro andavano a manifestare erano sempre quelli che le prendevano, lo sa cos’è successo dove abitavo io? Una sera una squadra di fascisti s’erano fatti una zuffa tra loro, che ne morì uno, allora diedero la colpa a 11 del paese che lavoravano alla Direttissima, tutti socialisti. Si salvarono per un pelo, e chi ha dato una sberla in faccia a quello che aveva fatto quel lavoro lì? E’ stato il sottoscritto, che aveva 15 anni. Io dico solo che questi di Milano son persone violente, i partigiani erano per difendere il popolo, combattevano per l’Italia. I comunisti in fondo erano persone come noi, solo ebbero un po’ di cattiveria contro la chiesa, ho avuto esperienza di persona, questi che giravano intorno a casa mia che avevo un fratello in seminario, loro cantavano bandiera rossa, tutti i preti l’ammazzeranno, se non è questo è quest’altr’anno; nel ’50 quando l’han fatto sacerdote non aprirono neppure il bar qui in paese per festeggiarlo. Si sono un po’ allontanati, ma poi son rimasti come noi, non han mai fatto del male a nessuno. Quando venne Mussolini invece queste cose le faceva hai voglia, mio babbo non volle prendere la tessera lo buttaron fuori dalla fabbrica, dopo un mesetto o due la mattina suonano il campanello chiedevano di lui, buttarono all’aria tutta la casa: dal tanto che ebbe paura, mia madre si ammalò e non è più guarita. Quando poi ritornò da lavorare la sera, lo picchiarono. Si andava a scuola non volle prendermi la montura, “Tu vai a dire alla maestra te la compri lei, io no”. Lui era socialista, le sempre prese, non le ha mai date. I socialisti non dan noia. Questi invece non hanno un’anima e una coscienza perché sennò non lo farebbero se fossero figli di Dio, anche Lucifero era figlio di Dio il più bello di tutti, poi lo tradì per superbia e allora è stato sprofondato negli inferi, allora dov’è l’angelo custode? Era i tempi all’inizio del fascismo non c’ero ancora che son nata del ’26, papà e mamma sposati stavano a Ravenna lui finiva il militare, pensa si sposarono con lei vestita di velluto viola perché i fratelli erano ancora al fronte. Ficarolo un paese tranquillo, le due sorelle erano rimaste sole. Entrarono questi fascisti fecero un disastro, picchiarono le donne, quel che fanno le persone violente insomma. Rientrò il fratello di mio padre, un pezzo d’uomo piuttosto messo bene, vide quello che avevan fatto. Chiese chi era stato, sai oggi usa molto coprirsi la faccia per vigliaccheria ma una volta andavan scoperti, allora lui: so dove trovarli. Prese su e andò al bar. Eran la che giocavano, bevevano e via di questo passo. “Ragazzi non vi dico altro, ma se volete venire in casa mia fatelo quando ci sono io, contro due donne sole non ci si mette”. Quelle di oggi si difenderebbero, ma erano altri tempi tu mi capisci. Questi che han bruciato le macchine a Milano son delinquenti e basta, i comunisti eran quelli che le prendevano. (Continua a leggere…)
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Federico Berti, story teller
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