La verità su Imane Khelif. Nuove fake news diffamatorie
Nuove fake news contro Imane Khelif
La propaganda dell’estrema destra non si ferma davanti a niente. Continua a diffamare la pugile algerina, che reagisce querelando i diffamatori. Solidarietà del CIO
Articolo di Federico Berti
Il caso della pugile algerina Imane Khelif, medaglia d’oro alle Olimpiadi, ha acceso un acceso dibattito dopo che la testata francese Le Correspondant ha diffuso una notizia controversa: secondo un presunto referto medico, Khelif avrebbe caratteristiche genetiche maschili, come cromosomi XY e testicoli interni. La notizia, diffusa il 25 ottobre, ha scatenato una bufera mediatica, ma quanto c’è di vero?
Le accuse contro Imane Khelif
L’articolo, firmato da Djaffar Ait Aoudia, dipinge la pugile come “un uomo nel guscio di una donna”, citando una condizione nota come disordine dello sviluppo sessuale (DSD). Il documento incriminato sarebbe stato redatto da due endocrinologi, ma già da un’analisi preliminare emergono incongruenze.
– Il referto pubblicato non identifica chiaramente Khelif: riporta solo il nome “Imane”, senza cognome o dettagli ulteriori.
– Nel giugno 2023, periodo a cui risale il presunto documento, Imane Khelif si trovava a New York per prepararsi a una competizione, come dimostrano le foto sui suoi social.
Discrepanze nella narrazione
Djaffar Ait Aoudia, l’autore dell’articolo, ha attirato l’attenzione per la mancanza di trasparenza e alcune modifiche sospette:
– Nomi dei medici cambiati: inizialmente, i firmatari del referto erano indicati come “Soumaya Fedad e David Joung”; in seguito, i nomi sono stati sostituiti con “Soumaya Fedala e Jacques Young”.
– Taglio delle immagini: nell’immagine pubblicata, i nomi dei medici sono stati volutamente oscurati.
– Fonte ospedaliera non confermata: il presunto documento sarebbe stato ottenuto dall’ospedale Kremlin Bicêtre, che ha dichiarato di non condividere mai informazioni sui pazienti.
Le incongruenze non si fermano qui. Jacques Young, endocrinologo indicato come autore del referto, ha negato ogni coinvolgimento e ha denunciato l’uso del suo nome per diffondere fake news.
La propaganda di estrema destra dietro al fattoide
Un elemento chiave è l’amplificazione della notizia da parte di Reduxx Magazine, noto sito di estrema destra canadese. Secondo RationalWiki, questa piattaforma è legata a posizioni anti-transgender e promuove disinformazione su temi sensibili. Questo spiega come una notizia inizialmente ignorata abbia improvvisamente ricevuto un’eco internazionale.
La difesa di Imane Khelif
Nonostante il clamore mediatico, Khelif ha scelto di non commentare direttamente le accuse, ma ha avviato un’azione legale contro i media responsabili della diffusione di queste notizie.
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha preso posizione in sua difesa, affermando che:
– Tutti gli atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 hanno rispettato i requisiti di ammissibilità e regolamenti.
– Sono state avviate indagini per individuare i responsabili delle molestie online e delle false accuse.
Imane Khelif, oltre a denunciare le molestie subite durante i Giochi, sta preparando una causa legale per rispondere alle ultime diffamazioni.
Una lezione di etica e rispetto
Questo caso solleva questioni importanti: l’importanza di verificare le fonti, il rispetto per la privacy e la responsabilità dei media. La vicenda di Imane Khelif mostra quanto facilmente la disinformazione possa essere utilizzata per alimentare pregiudizi, con conseguenze devastanti per le persone coinvolte.
In un’epoca di notizie virali e fake news, è fondamentale distinguere tra fatti e propaganda. Sosteniamo il diritto di tutti gli atleti a competere senza pregiudizi o discriminazioni.