Un libro maledetto. Romanzo noir italiano. Download ebook.
Un libro
maledetto
Il Boia dell’Alpe n.18
Thriller italiano
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Nota dell’editore. Le memorie di Erminia sono un labirinto mutevole, somigliano al disegno d’un bambino il cui aspetto esteriore tradisce una realtà interna in costante evoluzione. Il trascorrere del tempo non segue una logica lineare, in una sola notte la donna scrive molto, poi d’un tratto i giorni incalzano al punto che fra quelli nel rifugio e le disavventure in paese, ne arrivo a contare ben cinque e siamo soltanto a metà del manoscritto; tuttavia da quanto riportato nelle cronache locali, l’interruzione di corrente è durata nel complesso non più d’una settimana. I conti non tornano. C’è poi il mistero di quelle parole sottolineate. Gli appunti suonano a tratti come il delirio d’un pazzo, quasi stavo per convincermi a classificarle come tali quando una serie di accadimenti m’ha indotto alla presente digressione: non appena l’architetto Lucrezio Coppola m’ha consegnato il quaderno, subito nel testo ho notato una padronanza del linguaggio compatibile forse con l’origine urbana di Erminia, ma ancor più con le abilità oratorie dello stesso Lucrezio. Mentre ne scorrevo in data odierna le pagine s’è verificato un fatto spiacevole, del quale intendo riferire.
“Non ha fatto una piega quando l’hanno
messo in mezzo a una strada, è andato
a ritirarsi in biblioteca dopo aver attraversato
con dignità il paese. I libri non tradiscono,
così ripeteva spesso”
S’è trattato d’uno sgombero, l’appartamento al secondo piano qui di fronte. Sentenza di sfratto, implacabile come una mannaia. L’autorità giudiziaria dopo aver scardinato la porta e divelto un paio di scuri ha trovato in casa un uomo anziano ridotto in miseria, privo d’ogni bene, niente mobili, acqua e luce elettrica staccate, non aveva di che riscaldarsi. Possedeva solo una ricca biblioteca messa insieme nell’arco di un’intera esistenza, quando ho capito di chi si trattava una profonda malinconia s’è impadronita di me. Povero architetto, ora capisco perché passava le sue giornate nel bar in compagnia di quei libri che amava tanto leggere e di cui piacevolmente discuteva soprattutto coi giovani.Qualcuno mormora sia stato vittima d’una truffa. Dicono fosse iniziata con problemi di vicinato, minacce, insulti e intimidazioni all’ordine del giorno. Avrebbe più che volentieri cambiato domicilio ma non trovò che porte chiuse; né poteva permettersi un avvocato, purtroppo la legge è uguale solo per chi può farla valere. Così dovette vendersi la mobilia, finì per non aver denaro a sufficienza da riparare l’automobile o saldare il conto delle utenze. Prese accordo con la trattoria davanti casa per un fisso mensile, dopo mangiato veniva a riscaldarsi nel bar. Tutto quel che possedeva era nella sua testa, una memoria formidabile. Non ha fatto una piega quando l’hanno messo in mezzo a una strada, è andato a ritirarsi in biblioteca dopo aver attraversato con dignità il paese. I libri non tradiscono, così ripeteva spesso.
Mi sento in dovere di trasmettere queste note perché nel valutare il diario che ho tra le mani è mia responsabilità ricostruirne il percorso; alla luce di quanto avvenuto stamattina, mi sono posto dubbi circa l’attendibilità delle memorie. Non solo ma da quando ho iniziato a leggerle alcune persone si sono ritratte da me quasi intimorite, non appena vedono il quaderno voltano lo sguardo e con una scusa lasciano il locale. Mentre il pensiero s’arrampica sul fumo della parola scritta, noto con vivo stupore una tazza fumante proprio davanti a me. Alzo lo sguardo, un’anziana donna mi guarda con espressione severa. Ha voglia di parlare. La conosco solo di vista, vive in una borgata fuori dal paese e non si vede spesso in giro. Non so ricostruire a posteriori il suo discorso devo essere sincero, parla in modo sibillino ricorrendo spesso a proverbi, aneddoti, storie del suo tempo, non condivide la mia curiosità verso il contenuto del manoscritto che sembra conoscere molto bene, però m’invita a leggerlo in casa, lontano da lingue indiscrete. Quando le ho chiesto di più sull’autenticità del documento e sul motivo di tanta reticenza a parlarne, è rimasta nel vago: “L’immaginazione conta più del sapere” ha detto. Suggerisce di non interessarmi alla vicenda, cosa che del resto alimenta ancor più la mia determinazione. Non fosse per quel biglietto ritrovato stasera nella cassetta della posta rientrando a casa, un collage di ritagli dal giornale. “Guardati le spalle”, c’era scritto. In terra, un passero morto con uno spillo conficcato nell’occhio. (Continua a leggere)
ROMANZO NOIR ITALIANO
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Laureato al Dams di Bologna con una tesi sulla narrazione, Federico Berti è cantantautore, polistrumentista, uomo orchestra, pubblica romanzi, poesie, canzoni. “Il Boia dell’Alpe” è ambientato nel paese di Monghidoro sull’Appennino Bolognese, dove risiede stabilmente dal 2001.
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ISBN 9788822881595.