Jet Capsule. Oggetto volante identificato. Made in Italy
Jet Capsule
Identified flying object
Articolo di Federico Berti
LA FANTASCIENZA E’ REALTA’
Questo drone non compare nel romanzo L’ospedale fantasma intorno a cui è nata questa rubrica, ma solo nei gruppi social collegati alla prima edizione; l’idea era di raccogliere un catalogo di prodotti, nuove scoperte, progetti d’innovazione tecnologica, che per un secolo sono esistiti solo nei romanzi di fantascienza e ora iniziano a diventare non solo reali, ma in produzione, accessibili; un concetto chiave nel libro è che il futuro ci ha aggredito alle spalle, non è insomma la letteratura ad anticipare la tecnologia, ma il contrario.
COS’E’ LA JET CAPSULE IFO
Tanto per cominciare stiamo parlando d’un prodotto italiano, nasce a Napoli per la precisione, da un’azienda specializzata nella produzione di veicoli acquatici come piccoli motoscafi, yachts, piattaforme mobili, alimentate da motori elettrici. Lui si chiama Pierpaolo Lazzarini, il suo motto è “Pensa al futuro ma non dimenticare il passato”, fra le sue precedenti produzioni come architetto e designer ho trovato case interattive eco friendly, roulottes senza ruote, biciclette ergonomiche, anatomiche, automobili utilitarie con porta-scooter, computers palmari da tenere in borsetta e addirittura dei potenziali insediamenti urbani su piramidi galleggianti, ristoranti sottomarini degni del capitano Nemo. La società per cui lavora è un S.r.l napoletana con sede nella Calata villa del popolo, siamo insomma nel pieno made in Italy anche se l’azienda ha una seconda sede nella città di Vladivostock, l’estremo oriente della Federazione Russa che guarda sul mare del Giappone.
La Jet Capsule è una cabina semisferica mossa da 8 jets alimentati ad energia elettrica, ha un’autonomia di 60-70 minuti in volo, può raggiungere i 190 km/h atterrando su strada normale, l’abitacolo è accessibile tramite un elevatore che raccoglie i passeggeri al livello del terreno o servendosi di ponti rimovibili, ha un diametro di circa 2 metri per la capsula centrale e 4,70 per il disco esterno in carbonio, costa appena 150.000 euro più o meno come un elicottero di medio livello. Ha solo due posti ed è venduto in tre diversi colori. Sponsor ufficiale Alitalia, un nome un programma.
IDENTIFIED FLYING OBJECT
I.F.O. è una sigla che risale agli anni ’50 e letteralmente indica un Identifyed Flying Object ovvero un veicolo discoidale prodotto dall’uomo per volare nel cielo in qualsiasi direzione e atterrare verticalmente; se ne costruiscono da più di sessant’anni, rappresentano un incubo ricorrente nella letteratura al tempo della guerra fredda ma avevano allora una funzione per lo più militare, non si pensava all’uso privato. La band rock dei Jefferson Airplane ‘vedeva’ dischi volanti prodotti dalle allucinazioni dell’acido lisergico, in modo simile alla metafora della deriva spaziale con cui David Bowie descriverà vent’anni più tardi l’esperienza dell’eroina; ancora negli anni ’90 una house band guidata da Lady Miss Kier tornerà a invocare gli oggetti volanti identificati per organizzare delle strabilianti orge via fax, loro erano i Deee Lite. Allora si cantavano queste cose in tono apocalittico, romantico, ironico, adesso quell’immaginario ha dato luogo a un prodotto reale. La letteratura anticipa la vita, come al tempo in cui Giulio Verne parlava di sottomarini e palle di cannone sparate sulla luna, o non avviene piuttosto il contrario? Nel caso della jet capsule direi proprio che è la tecnologia a scegliersi dei punti di riferimento letterari per venire incontro ai sogni e alle aspirazioni dell’umanità, proiettando lo sguardo in un futuro non troppo lontano.
SERVE UN BREVETTO DA PILOTA
Tecnicamente non sono automobili come le altre, non basterà la patente normale per guidarle ma si dovranno prendere brevetti da pilota, dubito che possano mai diventare alla portata di qualsiasi guidatore della domenica, ma torniamo al romanzo: per comunicare con il mondo esterno al manicomio criminale, i detenuti hanno escogitato un grottesco sistema di volantinaggio servendosi delle stesse macchine impiegate dall’amministrazione per la sorveglianza armata, non entrerò nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa ma dall’illustrazione qui sopra è evidente che non siamo ancora alla jet capsule, niente posti per passeggeri, semplici droni. Roba da preistoria insomma, nonostante il romanzo sia uscito meno di un anno fa. Il futuro ci ha aggredito alle spalle.
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Laureato al Dams di Bologna con una tesi sulla narrazione, Federico Berti è dal 1994 cantastorie, artista di strada, uomo orchestra, romanziere, scrive libri e incide musica. “L’Ospedale Fantasma” è stato pubblicato per la prima volta a puntate su questo sito, stampato per la distribuzione in libreria è disponibile per la lettura in digitiale, EPUB |PDF. Scarica il romanzo
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