Distruggere i monumenti è come bruciare i libri. Gli anziani raccontano. Interviste in casa di riposo.
Spagna, Podemos
Distruggere i monumenti
E’ come bruciare i libri.
“Le statue durano tanto tempo, si tirano su per ricordare la persona che c’è sopra. Mettiamo un monumento ai caduti, c’è tutti i nomi e la data di nascita: è un fatto molto doloroso, ma serve a ricordare perché son sacrifici fatti anche per noi che non ci s’era e non potremmo saperlo; come l’altare della patria, rappresenta i soldati morti, ci potrebbe essere qualcuno che dice: “Non è giusto morire per la patria, perché di vite ne abbiamo una sola”. A Fiesole c’è Vittorio Emanuele a cavallo, da tutte le parti ce n’è uno, adesso il monumento non serve a dire giusto o non è giusto, ma a ricordare che è successo”.
“Qui a Firenzuola abbiamo i caduti a porta Bolognese poi tutt’al più qualche lapide, c’è rimasto poco e se non ci passiamo davanti nemmeno si fa più caso perché è l’abitudine. Però se ti dai l’appuntamento alla statua di re Vittorio tu quel nome ce l’hai in bocca, ora vedo bambini e ragazzi che non sanno chi era Garibaldi e Mazzini anche fino a 18 anni e più. Ho una nipote che mi fa meraviglia, i professori delle volte scelgono solo un certo periodo storico o dei personaggi particolari, poi loro studian la paginetta per il voto ma non gli interessa davvero, è come se non gli appartiene. Ma quando passi davanti al monumento bello e ti portano a vederlo, te lo spiegano, allora si che te lo ricordi. La mia bambina aveva 15 anni quando il sindaco di Firenze portò la classe in gita ad Auschwitz nei campi di sterminio. Quella storia là se la ricorda bene sennò non me l’avrebbe raccontato”.
“Ora noi s’ha una certa età, se non ricordi sei fritto senz’òva. La memoria ci s’ha a leggere molto ma non solo, anche parlare, la conversazione. Il monumento sotto casa può servirci a ricordare una cosa pure brutta, viene di parlarne. A me piace tenere anche i ricordi di famiglia, perché distruggerli? L’ho visti i figlioli bruciare tutto quando muore il vecchio; io in una scatola ho messo dei boccioli di rosa che preparava per natale il parrucchiere di mio figlio, perché tirare giù i monumenti se hanno una storia? Addirittura ho trovato il nonno e la nonna, gli inserti scritti sulla pecora, che un asino costa due lire e quell’altro costa tanto. Perfino il congedo di mio genero e il foglio dei miei suoceri quando si sono sposati. Noi ero alle scuole si portò i bambini a Marzabotto, la maestra ci volle del bello e del buono a farglielo capire ma adesso non se lo scordano più. Vedi pure i preti, dicono tanto l’astrologia è del demonio ma poi in chiesa ci trovi tutto, l’ariete il toro e via, se c’è il diavolo tu ci metti San Michele! Togliere i monumenti è uno spregio alla memoria di un popolo, serve solo a sciupare tutto. E’ come bruciare i libri….”