Il sogno della tempesta in Shakespeare.

La tempesta come il racconto di un sogno

La Tempesta di Shakespeare è il racconto di un sogno. Tutto è onirico nel capolavoro forse più maturo in tutta l’opera del drammaturgo inglese. Non solo la natura fantastica dei personaggi e la celebre sentenza di Prospero secondo cui siamo fatti della stessa ‘stoffa’ di cui sono fatti i sogni. Nella trama, nelle scene, nella stessa fabula, sono presenti elementi onirici, come la stessa locazione dell’isola nei Caraibi, il suo aspetto chiaramente tropicale, su cui viene esiliato Prospero duca di Milano Il tema del sogno, della finzione e dell’illusione è del resto uno dei fili conduttori della commedia. Il potere magico del naufrago ad esempio, percepito da lui stesso come un sogno che sta per finire, sogno è la libertà di Calibano, mentre lo spirito di Ariel incarna l’illusione e la magia.

Sigmund Freud in modo particolare cita quest’opera come il sogno lucido di un artista, che dà voce alle aspirazioni, ai desideri, alle preoccupazioni dell’autore. La liberazione di pProspero dai suoi incantesimi è descritta come il risveglio da un sogno. Lo psicopatologo austriaco forse esagera un po’ nel voler ridurre tutto alle pulsioni inconsce dell’autore, nella commedia di Shakespeare sono presenti anche temi di profonda critica sociale, nella sottomissione di Calibano ad esempio, nella sottile ironia intorno alle superstizioni che non di rado accompagnavano la devozione popolare. Harold Bloom a sua volta riflette sulla potenza creatrice dell’arte e del linguaggio, sulle illusioni e gli inganni di cui è capace, su quella scienza delle scienze che in quegli anni prendeva il nome di ‘magia naturale’, un’idea lontana dalle superstizioni occultistiche dei secoli successivi e che approfondiva il ruolo dell’immaginazione nella ricerca stessa della conoscenza. La nostra vita si svolge nel breve spazio di un sogno, noi stessi siamo fatti della stessa ‘materia’ di cui sono fatti i sogni.

La tempesta simboleggia dunque un rivolgimento naturale, la potenza di un cataclisma che pone fine a un’epoca e dà inizio a un nuovo ciclo di vita. La forza distruttiva della natura e del destino che può causare dolore, sofferenza, ma allo stesso tempo può portare alla rinascita. La potenza creativa dell’artista, poiché Prospero stesso la scatena con i suoi poteri magici sperando così di vendicarsi dell’esilio cui è condannato, per ripristinare una continuità dinastica e non ultimo, prospettiva quanto mai interessante, unificare il regno di Napoli con il Ducato di Milano, sembra quasi una prefigurazione dell’idea di un’Italia unita. La tempesta costringe i personaggi a liberarsi dalle loro paure, ad affrontare situazioni rimosse, colpe e ambizioni, trovare la via della riconciliazione. E’ una tempesta interiore, non solo esteriore, che l’arte scatena dentro di noi. Nel sogno del resto la pioggia stessa e la tempesta sono generalmente associate a rivolgimenti interiori, trasformazioni profonde. Un momento di incertezza, instabilità.

Naturalmente non tutte le tempeste sono uguali, gli elementi della natura quando si scatenano possono manifestarsi in modo assai diverso. Il vento che soffia, sibila, urla, smuove, solleva i tetti delle case, sradica gli alberi, ma soprattutto quando non è accompagnato dalla pioggia tende a prosciugare, toglie linfa alla vita. La grandine, che urta con violenza, rumorosamente si abbatte su qualunque cosa le capiti a tiro, devasta i raccolti. La pioggia che gonfia i torrenti e scatena le alluvioni, s’infiltra nel terreno rendendolo franoso. Il fulmine, scagliato dal cielo con terrificante impeto, accompagnato dal tuono che risuona nelle nostre viscere scuotendo l’animo dal profondo. Tempesta di neve, che seppellisce ogni cosa, di sabbia che inaridisce. Ogni cataclisma è unico e irripetibile, tutti però concorrono verso un’idea comune, quella dell’evento straordinario, di portata superiore alle aspettative, che spaventa e causa un cambiamento profondo. Una tempesta che assale la nostra anima costringendo ognuno di noi a fare i conti con le proprie ombre interiori, affrontare le nostre paure, perseguire l’idea del cambiamento radicale, l’evoluzione creatrice. Questo è il simbolo della tempesta che vogliamo portarci dentro in questi mesi terribili per l’Emilia Romagna.

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