Il Bacio della Ninfa. La Tartufa di Venere, Libro I, Ep.VI. Ebook, HD Wallpaper.

La Ninfa invita il sovrano a bagnarsi nelle acque del Pattolo. Un suo bacio sensuale e appassionato cambierà per sempre la vita del monarca. Scarica gratis il Wallpaper 5000×8000 px di quest’immagine, Download ZipFile (8,52Mb)

Il Bacio
della Ninfa

La Tartufa di Venere
Libro I, Episodio VI

ISBN: 9788835373773

Disponibilità:
Ebook |Audiolibro

La Ninfa invita il sovrano a bagnarsi con lei nelle acque del Pattolo. Un suo bacio sensuale e appassionato cambierà per sempre la vita del monarca. Leggi l’episodio precedente.

XLV.
E nella siccità degli altipiani
dall’anfora scorreva tanto vino
che non bastavan dieci, cento mani
a scaraffarlo tutto nel catino.
Nel battere d’un ciglio i due silvani
han perso la misura e il misurino
il re caldeo beveva a più non posso,
per poco la pipì non si fa addosso.

XLVI.
Il naso gli era diventato rosso
la lingua in bocca tutt’intorcinata
e traballante in bilico sul fosso
aveva la coscienza un po’ annebbiata.
A un tratto si sentì di molto scosso
vedendo riapparir la stessa fata
che il giorno prima fermamente prese
dello schifoso insetto le difese.

XLVII.
Stupito della cosa il Re le chiese:
“Cosa ci fai tu qui o ragazzina?
Non ho scordato le parole offese
con cui andasti via l’altra mattina!”.
Ma lei sorrise e con le mani stese
gli fece un’invitante mossettina
lo prese dolcemente per un braccio
ed invitò a ballar quel poveraccio.

XXXIX
Lui si schermì: “Fai piano, diavolaccio
Potrei cadere in terra malamente!”,
di sciogliere tentò il femmineo laccio
ma non le resistette lungamente.
Lo avvolse lei in un caloroso abbraccio
se lo rapì nel corpo e nella mente
poi senza dire niente, l’ha afferrato
per dargli un bacio da mozzare il fiato.

IL.
“Mi sento un po’ stordito e frastornato!
Ho già dimenticato le afflizioni,
dalla corrente sono trascinato
nel gran tumulto delle mie passioni”.
Nell’acqua del torrente s’è tuffato
sotto l’impulso delle tentazioni
sguazzava tra le onde, il vecchio arcigno
come nel lago può nuotare un cigno.

L.
Frattanto che lei schiude quello scrigno
intorno si levò una lieve brezza
e ricomparve il consigliere insigno,
il re lo salutò con leggerezza.
“Venite a degustar questo vitigno
è degno d’una gran piacevolezza!”
ma Gorgia stranamente non parlava
e dalla sponda muto lo guardava.

LI.
Una risposta il sire s’aspettava:
“Siete venuto a far l’ambasciatore?
La novità, se dolorosa o brava
ditela pure al mio turbato cuore”.
Nel dir così la voce gli tremava
rispose allora Gorgia:”Mio signore
s’è rinserrata la gran fenditura
ed in città è passata la paura”.

LII.
Ma l’espressione in volto e la postura
lasciavan presagire un qualche danno
il Re incalzò: “Non datemi premura
spiegatemi le cose come stanno.
Gettaste l’oro nella spaccatura?
Forse mio figlio riportò un malanno?”.
Si spense quel sorriso tanto gaio
e per pudore tacque il pifferaio.

LIII.
Il messaggero disse: “Un brutto guaio!
La profezia del vate venne al vero,
quel gran sapiente dal modesto saio
contro cui vi levaste in modo altero.
Voi lo chiamaste falso parolaio
ma il suo dettato è stato veritiero,
Ancuro ha rigettato nel profondo
quello che aveva di più caro al mondo”

LIV.
E il Re: “Ti prego, non girare in tondo
temporeggiare non sarà che vano!”,
il messaggero allor fece l’affondo
e la notizia riportò al sovrano.
“Io molto onestamente vi rispondo
ma quello che dirò non suoni strano:
il figlio nel determinar l’azione
assecondò la vostra educazione”.

LV.
“Da voi ereditò la convinzione
che il mondo lo si possa governare
con il poter della contrattazione,
l’abilità nel vendere e comprare.
Voi sempre coltivaste l’ossessione
comunque ad ogni costo primeggiare:
così, com’è suo padre ancora adesso
Ancuro non teneva che a sé stesso“.

LVI.
Il Re protesta allor: “Non colgo il nesso!
Parlare tu mi devi con franchezza”
e quello a lui: “Se dirlo m’è concesso
io cercherò di farvi più chiarezza.
Un fatto molto grave gli è successo
quando il burrone giunse a tale ampiezza
da minacciar le mura cittadine
in queste prime ore mattutine”.

(Continua)

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