Infoterapia. La giornata della povertà. Lavoro, non assistenza.
Abbiamo letto ai partecipanti un articolo in cui si parla della Giornata della Povertà istituita da Papa Francesco il 19 Novembre. Ascoltare il grido dei poveri. Nelle parole degli ospiti si legge una lucida analisi della società. La carità non è un modo per risolvere il problema della disuguaglianza e dell’ingiustizia sociale. Altre le soluzioni, prima di tutto casa e lavoro, politiche sociali adeguate ma anche e forse prima ancora l’onestà degli stessi cittadini, che non dovrebbero mai approfittare dell’aiuto. Nell’articolo che segue, un’interessante prospettiva.
Come si risolve il problema della povertà
“Dandoci un lavoro e una casa. Quello è la cosa principale. Molto lavoro, pensa un po’ adesso ti dico una delle mie: io e mio marito abbiamo lavorato e comprato un appartamento, un altro e anche il negozio. Io e mio marito. Lavoro. Abbiamo lavorato da matti, dico solo così. Dopo si fa la casa. Mettono delle tasse tremende e allora bisogna lavorare per pagare queste tasse e salvare l’appartamento, certo. Me lo dicono le figlie che adesso non ci sono qua, prima tenevo dietro io. C’è delle tasse abbastanza pesanti perché chi prende una casa è per uno scopo, farci uno sfruttamento sopra. Altrimenti cosa se ne fa? Niente. Se la tieni in affitto, te la rovinano. Allora hanno studiato che prendono degli appartamenti e poi li rinnovano, da una casa che costava cinquanta milioni ne tirano fuori ottanta, novanta. Questo qua è lo speculatore oggi, signora mi capisce? Fanno un lavoro che viene a costare quaranta per modo di dire, e poi ne speculano sopra ottanta, quando magari ne basterebbero sessanta. Queste valutazioni le fanno i commercianti, comprano dei lotti di case che dovrebbero distruggere, buttar via, cacciar giù, e invece loro han trovato la strada di farli rimettere a posto. E’ giusto quel che dici, le case sono andate a dei prezzi che per un operaio è diventato difficile. Dove ricorrono le case popolari dovrebbe essere lo Stato, il Comune che interviene su questa cosa. Un operaio che prende una cifra e ha una famiglia da mantenere non riesce mai. Speculazioni diverse, anche distruggere la casa ci son delle spese, portar via rottami, pietriccio, tutto, vien a costare, questa cifra qua però siccome viene modificata allora poi finisce sul costo dell’immobile. Capito? E’ venuto aumentato da noi, siamo noi che abbiamo paura di rimanere senza casa e invece non ci rimarremo perché ce n’è tante, anche troppe, però questo assurdo te lo tirano fuori in modo tale da metterlo sulle spese. Noi lo abbiamo studiato, non è attuabile perché bisognerebbe investire due o tre miliardi e poi far mettere in moto tutto allora sai, ci sono gli speculatori che sono tagliati per fare questi lavori. E ci sono le persone che sono impoverite dalla miseria che dicono: “Qui comperiamo questa casa là”, per metterla a posto te ne vogliono cinquanta, allora è meglio se andiamo a vedere che sul mercato troviamo un’altra occasione, uno che vuol vendere perché ci manca il liquido. Una cliente veniva a far la spesa, andava nelle case popolari; dopo non l’abbiamo più vista perché s’è allontanata. Sempre a Bologna. Pagano meno, una casa popolare. Comunque, quello che vale è saper comperare. Io stavo in Via D’annunzio al primo piano, vicino dove c’è la chiesa di Padre Marella. Quartiere Cirenaica. Magari ti conoscevi quello che stava di fronte a te e poi basta, perché io non avevo l’equilibrio nel camminare e allora era già un disturbo non da poco”. “Voglio dire che c’è poca onestà nelle amministrazioni, quella dovrebbe essere la prima che dice: “Va bene, adesso qui costruiamo venti appartamenti. Li diamo a venti capi famiglia che non hanno la casa. Invece purtroppo ci troviamo che c’è della gente cogli appartamenti e va nelle case popolari. L’abbiamo constatato lì nella Barca, mica da un’altra parte. E’ successo una mezza rivoluzione, sono andati alle mani. Questo è il guaio, la disonestà che abbiamo in Italia. Qui uno fa venti ore glie ne mettono in busta sedici, allora non andiamo più. Perché prendiamo poco di pensione? Non ci mettono in busta quello che prendiamo. Mi ritengo fortunato, ho lavorato con un’azienda che ha messo i contributi pieni. Devo ringraziare perché ho pagato, oggi non ho bisogno dei miei figli. Sono andato incontro a un’azienda onesta. Ma quante ce n’è di povera gente che magari prende un terzo di pensione, perché non hanno versato i contributi. Dovresti denunciarli. La televisione tempo fa parlavano di quelli che stanno nelle case e non ne avevano il diritto. C’è della gente che è disonesto il datore di lavoro e anche l’operaio, per prendere cento lire in più va a lavorare senza libretti e poi chiede la pensione come gli altri. Io che ho versato quarant’anni di contributi perché devo prendere lo stesso come uno che ne ha versati dieci? Oggi si morde le dita perché prende poco, la questione è: c’è il dare e l’avere dappertutto. Io dico che il Papa parla bene, però c’è tanti soldi là dentro che per i poveri non vengon mai fuori. Anche da là dovrebbero, che son miliardari dimmi te. Quello che non è invalido e vuole essere invalido, io ci prenderei tutto. Uno come fa ad avere una cattiveria così di rubare i soldi ai poveri. Nessuno vuole pagar le tasse. Dal dottore uno si lamentava: “Ah quante tasse, non si va più avanti”. M’è venuto un nervoso, glie l’ho detto. “Volete il mio affitto? Se volete il mio affitto, io prendo le vostre tasse. Dice: “Ha ragione”. In un anno, quanti sono? Se non paga nessuno le tasse, come facciamo? Tanti portano i soldi fuori e rubano. Però c’è anche gente che se li mangia, San Lazzaro li vedevo in tabaccheria. Sono là con quelle macchinette delle mezze giornate, ma si fregano tanti soldi che non hai un’idea. Molti se ne approfittano che vogliono cogli affitti, ma devono calare. Tu prendi un appartamento che ha già sessanta, settant’anni. Vuoi il prezzo come quando l’hai fatta? No perché dopo o c’è l’ascensore da cambiare o questo o quell’altro. Vedrai che calano, se vogliono vendere va là che ì stén lé. Degli anni indietro a Loiano tre milioni in un mese una casa con due camere. Allora conoscevamo uno, dice: “Vado in alta montagna, altro che Loiano”. Non è come Bologna, San Lazzaro nel centro, perché c’è anche la posizione che costano più o meno. Certo, sarebbe tutto da sistemare. Il Papa dice bene però aiutare i poveri quelli che ne hanno non li aiutano. Cosa vuoi che ti dica? Mi ricordo quegli stranieri due o tre anni fa a raccogliere i pomodori non ci davano niente. Quelli lì cosa sono? Sfruttatori! Non è giusto, raccoglili mò te. Son due cose che vanno avanti di pari passo, c’è quello che magari non vuole andare alla carità, si adatta a qualsiasi lavoro, c’è quello invece che si adagia, dorme sul letto e aspetta che gli arriva. Però il problema si risolve dando un lavoro alla gente, obbligandoli andare a lavorare. Non che alla mattina possono stare a letto, bisogna alzarsi. Allora dopo puoi dire le tue ragioni”.