Le leggi della robotica.
Federico Berti
Le leggi della robotica
L’ospedale fantasma n.33
Romanzo di Federico Berti
FANTASCIENZA ITALIANA
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Il passo dal robot badante all’androide sentinella è più breve di quanto pensiamo. L’armata impazzita dei ‘caregivers’ ha preso il controllo del piccolo borgo di Lusiano rivoltandosi contro la popolazione civile. Centinaia i feriti. Non tutti gli uomini sono uguali per le macchine, come vedremo. Il corpo del pittore messicano giace in terra esanime davanti al palazzo del municipio.
LE MANI ALLE COSCE
Mi son sempre chiesto che accadrebbe se tutto si fermasse, a volte socchiudo gli occhi e provo a immaginarmi il mondo che smette di girare, le stelle che si rifiutano di esplodere, le onde incapaci d’infrangersi contro le scogliere, le stagioni che non cedono il passo all’alternanza. Come in una fiaba me li vedo tutti immobili, pietrificati nell’ultimo atto che avevano intrapreso, l’assassino col braccio armato, il cuoco immobile davanti all’ampia padella, il prete con le braghe calate. Silenzio, perché soltanto l’azione crea rumore. Mentre osservo il corpo esanime di Manuel Sandino, falsario messicano e ritrattista di prim’ordine, ho esattamente la stessa sensazione che proverei di fronte all’universo congelato in un agghiacciante fermo immagine. Come se gli dèi delle nazioni avessero voluto prendersi un po’ di tempo per capire cosa diavolo stia accadendo. Non si ode un suono.
La folla è rimasta fulminata sul posto, nessuno osa muovere un dito, le vittime dell’irragionevole aggressione alle scuole si guardano l’un l’altra con terrore non appena le raggiunge quella voce serpeggiante, rapida come il morso di una vipera: “Hanno ucciso un uomo!”. Un uomo… Un uomo, riverbera l’eco nelle teste dei diecimila convenuti, mentre l’orchestra interrompe il suo concerto. Le cornacchie osservano appolliaiate sui tetti, non volano, non cantano, non hanno fretta loro; la folla ha smesso di agitarsi, come se gli oceani di tutto il mondo si fossero trasformati all’improvviso in un gigantesco bicchier d’acqua, limpido come uno specchio, rigido come una lastra di ghiaccio. L’entusiasmo della musica lascia il posto a un brivido che percorre la schiena dei cittadini inermi, nessuno sembra capace di reagire alla paura che inchioda le gambe in terra e incolla le mani alle cosce.
RITRATTO DELL’ANDROIDE DA GIOVANE
Manuel non è morto, l’androide non l’ha colpito con la sua implacabile cerbottana e in ogni caso non intendeva ucciderlo ma solo renderlo temporaneamente innocuo. No, il pittore ha solo perso i sensi. Un po’ la paura, un po’ il freddo, un po’ la confusione, le ginocchia non hanno retto e s’è ritrovato in terra; in verità sono convinto che qualcosa o qualcuno abbia deviato il tiro della sentinella, probabilmente a livello di software interno. Un’idea l’avrei anche se mi suona troppo inverosimile per credervi. Mentre l’artista scuote la testa nel sollevare il busto, vedo ancora una volta la folla aprirsi per fare largo a uno dei cloni, sopraggiunge di gran carriera col suo passo apparentemente instabile. Non è venuto fin qui a mani vuote, reca un ingombrante oggetto con sé; un quadro, si direbbe. Lo porge alla regina delle macchine, la mascherina del cinema parrocchiale, comandante in capo di quest’armata digitale. Maria lo afferra mostrandolo a noi, rimango senza parole: è il suo ritratto, quello che Manuel ha realizzato per lei nella prigione dell’ospedale, quello che lei stessa ogni giorno all’ora del tramonto si fermava ad osservare qualche minuto. Lo stesso autore sulle prime non crede ai suoi occhi, non coglie il nesso tra l’azione di contenimento, il pestaggio brutale di tanti innocenti e quel gesto privo di senso: l’automa ha elaborato in pochi istanti una massa di dati incredibile, nei quali però fatico a cogliere una logica. Il quadro sembra destare in questi manufatti idioti più interesse di qualsiasi altra cosa.
LE TRE LEGGI DELLA ROBOTICA
L’azione di contenimento è cessata senza un motivo apparente. Potrei capirlo se Maria non fosse una macchina, allora penserei a un cedimento nostalgico, un sommovimento interiore, un sentimento di pietà, compassione, gratitudine, o forse più banalmente a un militare corrotto, un infiltrato sotto copertura. Ma non è una donna in carne e ossa quella che sta porgendo il quadro al suo legittimo autore, che nel frattempo s’è levato in piedi sotto lo sguardo smarrito della folla. E’ un robot, Maria. Non soggetto alle leggi umane ma a quelle proprie del suo mondo, mentre noi dobbiamo seguire milioni di cavilli, codici, clausole richiamate in calce al testo e nuove disposizioni della Gazzetta Ufficiale, per le macchine la vita è infitamente più semplice: devono proteggere i loro padroni, obbedir loro a meno che ciò non contraddica la prima legge, proteggere sé stesse a meno che ciò non contraddica la prima e la seconda. Tutto qui. Le ha scritte un romanziere non un giurista: gli industriali han più stima dell’ebreo Asimov che del greco Solone.
L’ESERCITO DI TERRACOTTA
Nulla spiega la reazione di Maria, l’angelo degli androidi. La violenza cieca del personale di contenzione è partita dal sistema di sorveglianza dell’ospedale, non sappiamo ancora se da un ordine umano o da un bug nell’algoritmo stesso. Il disordine sarà durato in tutto mezz’ora, forse un’ora, fino a quando l’aggressione non s’è rivolta contro il pittore: il luogotenente dei calcolatori è intervenuto sui parametri del tiratore affinché questi sbagliasse volutamente la mira e l’ago finisse nella neve dell’aiola retrostante. Un mistero.
Sento mormorare a poca distanza alcune voci, sono gli inviati della stampa, li riconosco dal cartellino: “Hai notato la somiglianza? E’ il suo ritratto!” osserva una giovane recluta di non so quale testata, “L’ha dipinta come fosse una donna reale” risponde un anziano interlocutore, “Un capolavoro” aggiunge un terzo; non appena provano a muoversi, le guardie si voltano puntando i riflettori nella loro direzione, li tengono sotto tiro. Il momento è carico di tensione. L’esercito di terracotta rimane immobile sulle posizioni fino a quel momento conseguite, il disordine è domato ma lo stato d’allerta non rientra ancora per cui al primo segno di nervosismo, le macchine sono pronte a intervenire. Manuel è dritto in piedi davanti a Maria. Si guardano dritti negli occhi. (Continua)
Fantascienza ma non troppo, cyberpunk italiano. Ogni riferimento a fatti, personaggi o cose esistenti è del tutto casuale. Questo romanzo è il seguito ideale del “Boia dell’Alpe”, un thriller italiano che puoi trovare qui . Scarica il libro in epub, kindle, mobi, pdf oppure leggi la prima stesura su questo sito.