Sogno della carne poco cotta. Responso e numeri
Limiti dell’interpretazione
Rispondo a un problema sollevato da una partecipante al gruppo di condivisione. Non basta fare un corso di studio in psicologia dinamica, prepararsi sui libri per capire intellettualmente. Bisogna sottoporsi a una terapia con un professionista, perché le dinamiche sono personali. Altrimenti si fa la figura di chi preferisce sedersi dalla parte del medico e non del paziente.
Osservazioni condivisibili, tengo a precisare che stiamo parlando di due cose molto distanti fra loro, anche se partiamo sempre dai sogni possiamo guardarli da punti di vista diversi. Non siamo qui per analizzare la persona, ma per condividere un’ispirazione. A questo serve socializzare il sogno, non a spiegarlo ma a usarlo, nel senso semiotico, creativo. Il punto non è chiedersi in cosa stia la differenza tra i diversi approcci al problema, ma l’esatto opposto, trovare una continuità in modo da poter produrre la nostra sintesi. Che sarà sempre una sintesi poetica, artistica, filosofica. Un’arte, non una scienza. Ho trattato più a fondo, e con metodo scientifico, l’uso dei sogni come clavis magna, ovvero come chiave per l’ispirazione dei processi di ideazione, nel mio libro Memoria. L’arte delle arti, e nel successivo approfondimento, Rivoluzione interiore. Mondi possibili e guerra cognitiva.
Il sogno di oggi
Ho sognato di mangiare carne poco cotta in una casa privata che non conosco, insieme ad altre persone (Racconto a voce).
Nella condivisione popolare dei sogni si considerava piuttosto infausto sognare la carne, specialmente se poco cotta, essendo un pensiero che rimandava al sangue, alla violenza, conflitto o passione che consuma; in modo particolare se a sognarlo era una donna lo si associava a scompensi o malattie, se di pecora o agnello addirittura al sacrificio di innocenti, alla morte, alla persecuzione. Se però il contesto del sogno era positivo, la compagnia piacevole, la carne buona e calda, non andata a male, allora lo si poteva contestualizzare come un riferimento alla forza vitale, al nutrimento, talvolta passione anche nel senso di erotismo. Se il sognatore però si trovava in periodo critico, si tendeva ad associarlo a uno stato di debolezza fisica, stanchezza, il bisogno di rigenerarsi. Non chiediamo troppo a noi stessi.