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Corpi umani pietrificati. L’arte di Girolamo Segato

Il pietrificatore di Firenze,
l’arte oscura di Girolamo Segato

Articolo di Federico Berti

Girolamo Segato (1792–1836) è stato un personaggio piuttosto singolare nel XIX secolo, noto per le sue straordinarie capacità di conservare i tessuti organici attraverso un processo di pietrificazione, arte che ancora oggi suscita curiosità ed è circondata da un alone di relativo ‘mistero’. Si distinse per i suoi quanto mai curiosi esperimenti legati al corpo umano.

Nato a Vedelago, vicino a Treviso, Segato fu un cartografo, naturalista ed esploratore italiano. La sua passione per la scienza e l’esplorazione lo condusse in Egitto, dove si appassionò alle tecniche di conservazione dei corpi utilizzate dagli antichi egizi, come la mummificazione. Tornato in Italia, iniziò a sviluppare un metodo unico per conservare i tessuti organici, trasformandoli in qualcosa di simile alla pietra. Questo processo, è rimasto in parte un segreto che Segato portò con sé nella tomba.

La sua tecnica consisteva nel trattare organi, tessuti e persino corpi interi con un processo chimico che li trasformava in oggetti solidi simili a pietre, mantenendo intatta la struttura anatomica. Tra i suoi lavori più noti, un torace femminile pietrificato, conservato presso il Museo di Anatomia Umana a Firenze, parti del corpo umano trasformate in “fossili”, organi pietrificati che sembrano sculture di marmo o alabastro. Nonostante i suoi successi, la società del tempo guardava Segato con sospetto. I suoi esperimenti furono considerati macabri, e qualcuno arrivò a sospettare che avesse fatto un patto col diavolo.

Segato morì giovane, a soli 44 anni, nel 1836, in circostanze non del tutto chiare. Si dice che abbia distrutto molte delle sue scoperte prima di morire, temendo che potessero cadere nelle mani sbagliate. Il segreto del suo metodo di pietrificazione è andato perso con lui e non è mai stato replicato.

Oggi, Girolamo Segato è ricordato come un pioniere dell’anatomia e un uomo di scienza dai tratti misteriosi. I pochi reperti rimasti dei suoi lavori sono custoditi in musei, come testimonianze di una scienza che sfidava i limiti del tempo.

Le leggende sul suo conto ovviamente fiorirono quand’era ancora in vita. Si diceva che avesse appreso tecniche esoteriche durante il suo viaggio in Egitto, entrando in contatto con una setta di iniziati ai segreti degli antichi faraoni. Questa leggenda si rinforzava col fatto che nessuno, nemmeno dopo la sua morte, si riteneva fosse mai riuscito a replicare il suo processo.

Si narra che Segato avesse intenzione di creare intere opere d’arte utilizzando corpi umani pietrificati, trasformando la mortalità stessa in qualcosa di eterno. Secondo alcune voci, avrebbe progettato di costruire una cappella interamente decorata con pezzi umani pietrificati, simile alle cappelle delle ossa che si trovano in alcune città europee. Questo progetto, però, non vide mai la luce.

I pochi studi effettuati sui campioni superstiti indicano che Segato usava sostanze chimiche per legare i sali minerali ai tessuti organici, ma i dettagli precisi del procedimento rimangono sconosciuti. Nel suo tempo, Segato fu visto con sospetto non solo per i suoi esperimenti, ma anche per la sua personalità riservata. La Chiesa, in particolare, avrebbe guardato con disapprovazione le sue attività, considerando immorale il trattamento dei corpi umani. Si dice che questo ostracismo contribuì alla sua decisione di vivere e lavorare in isolamento.

Morì in povertà

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