Qando Isabella cadde nel fiume. Salviamo il Navile. Prendiamoci cura delle nostre acque.
Le acque
di Bologna
Federico Berti
Ho dedicato alla mobilitazione per la cura delle acque bolognesi due canzoni, il Valzer dei Coccodrilli in cui immagino una colonia di alligatori insediarsi sotto le due torri e uscire di tanto in tanto allo scoperto per ballare il tip tap nel quadrilatero di Piazza Maggiore, e la canzone di Aposa, La Sposa del Torrente che in una leggenda del XVI secolo viene accreditata come la madre di tutti i bolognesi, prima ancora che le culture dell’età del bronzo evolvessero in quella villanoviana. Seleziona il titolo delle canzoni per ascoltarne l’incisione completa, che risale all’autunno 2018.
Torno al tema delle acque ambientando questa satira per cantastorie e burattini sulle rive del Reno, dove un tempo si trovava il porto da cui partivano le piccole imbarcazioni per gli scambi commerciali con il delta del Po. Nello spettacolo un capitano vanaglorioso fa il bagno nel fiume e la povera Isabella cade nell’acqua rischiando l’annegamento. Questi dettagli, tecnicamente marginali nel racconto, mi consente però di ricordare a fine spettacolo che oggi le acque bolognesi, linfa vitale della nostra città, non godono più di buona salute. Per questo motivo è nato un comitato, Salviamo il Navile. Al quale aderiscono associazioni culturali, aziende, liberi cittadini, chiunque abbia a cuore la salvaguardia dell’acqua su cui poggia la vecchia signora, quella col ‘culo’ sui colli cantava il Maestrone… E le poppe nel Reno, verrebbe da aggiungere.
Per questo Isabella cade nel fiume, per dar modo al narratore di ricordare una causa da difendere. Informazioni sulle attività del comitato, su questa pagina